SE LO SONO DIMENTICATO? - Secondo quanto sostiene nella sua relazione in commissione Industria al Senato Stefano Patuanelli (ministro dello Sviluppo economico, nella foto) dal Decreto rilancio non sarebbe arrivata la spinta necessaria per far ripartire il comparto auto. Una posizione condivisa a mezza voce anche da altri membri del governo. Quanto a Patuanelli, la sua idea è abbastanza chiara: l’automobile è per l’appunto uno dei tasselli mancanti nel Decreto, perché l’ecobonus non basta più. È una misura troppo blanda, sostiene sempre Patuanelli, per sperare in un rilancio del settore.
IN CHIAVE GREEN - Rammentiamo che il Decreto ha introdotto una detrazione pari al 110% delle spese per l'installazione delle colonnine di ricarica domestiche (se nell’ambito di più ampi lavori di efficientamento energetico). Questo bonus va ovviamente a vantaggio di chi acquista auto elettriche o ibride plug-in. Una percentuale di vetture per ora troppo bassa per sperare in una ripartenza del mercato. Anche perché gli altri incentivi riguardano solo le biciclette, monopattini e elettrici. Insomma ben ben venga il piano per sostenere il futuro in chiave green, ma un andrà eseguito un approfondimento sul settore delle quattro ruote in sede di conversione del decreto. Sarebbe insomma opportuno che il governo prendesse in considerazione lo strumento della rottamazione anche per l’acquisto di vetture non elettriche.
TROPPO POCO - Piuttosto critica anche la posizione di Federauto (l’associazione dei concessionari italiani) che lamenta l'insufficienza delle risorse destinate al comparto automotive, così come lo stesso direttore generale di PSA Italia, Gaetano Thorel, ha recentemente sottolineato che in un decreto da 55 miliardi lo Stato ha riservato all’auto solo 100 milioni, vale a dire lo 0,2%. Troppo poco per un comparto che pesa per l’11% nel PIL.
ECOBONUS RIFINANZIATO - A poche ore di distanza dalle prime critiche del Decreto sui fondi destinati al comparto auto, sulla Gazzetta Ufficiale del 19 maggio, è stato ulteriormente rifinanziato il fondo per l’acquisto, anche senza rottamazione, di auto a bassissime (0-20 g/km di CO2) e basse (21-60 g/km) emissioni. Ai cento milioni in più per il 2020, il governo ne ha aggiunti altri 200 per l’anno prossimo. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni, ma è già operativo: ciò significa che ai 38 milioni ancora nelle casse dello Stato dei 70 previsti per il 2020 si aggiungono altro cento milioni. Soldi che in ogni caso non sono disponibili per gli automobilisti. Questo perché fino al 30 giugno il governo aveva previsto l’erogazione di una prima tranche di 40 milioni, 8 dei quali sono ancora disponibili. Va altresì rammentato che il bonus, erogato sotto forma di sconto dalla concessionaria, deve essere prenotato, per verificare l’effettiva disponibilità di fondi, su un’apposita piattaforma messa a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico.
SI VEDRÀ - Ora non resta che attendere eventuali modifiche introdotte dal Parlamento nel corso della discussione che inizierà nei prossimi giorni, poiché sono già pronti alcuni emendamenti intesi ad allargare il numero dei beneficiari attraverso l’introduzione di una terza fascia di emissioni (61-95 g/km di CO2) con aumento della dotazione finanziaria. Lo abbiamo appena scritto: ora non resta che attendere cosa verrà deciso in Parlamento.