Le batterie al litio-ferro-fosfato (LFP) rappresentano un perfetto compromesso tra prestazioni e costi di produzione. E non è un caso che i produttori automobilistici, in virtù della progressiva crescita del proprio parco auto a corrente, abbiamo messo gli occhi su questa chimica. Stellantins rientra tra i costruttori interessati a questa tecnologia, e stamani ha annunciato la firma di un Memorandum d’intesa (MdI) non vincolante con il colosso cinese CATL.
Gli accumulatori al litio-ferro-fosfato, pur assicurando minore densità energetica, è meno costosa da produrre, perché utilizza materiali economici e di facile reperimento. Si differenziano anche per i materiali degli elettrodi e del separatore, realizzati senza l’uso di nichel, cobalto o altre costose materie prime. Inoltre, garantiscono maggiore durata (possono superare i 10.000 cicli di ricarica e scarica, mentre quelle agli ioni di litio si fermano a 3.000) e più sicurezza (sono meno infiammabili e resistono meglio al calore).
Grazie a questa intesa, Stellantis potrà utilizzare le batterie LFP per produrre modelli accessibili, sia compatti che di medie dimensioni. Nell’ambito del piano strategico Dare Forward 2030, il produttore ha annunciato l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 il 100% del mix di vendite con veicoli elettrici a batteria (BEV) in Europa e il 50% con autovetture e veicoli commerciali leggeri BEV negli Stati Uniti. Il fine ultimo è quello di diventare un’azienda a zero emissioni nette entro il 2038. Accordi con aziende specializzate nella tecnologia dell’elettrico è fondamentale per una fornitura stabile e sostenibile di componenti fondamentali per le vetture a corrente.