STATO DI ABBANDONO - Sicuramente la vicenda non ha bisogno di essere illustrata con fotografie: ogni automobilista d’Italia conosce bene lo stato degradato in cui versano le strade provinciali. Ognuno nel proprio ambito può constatare con i propri occhi (e con le sospensioni della propria auto) lo stato di abbandono in cui versa l’asfalto delle arterie affidate alle amministrazioni provinciali. Queste ultime non negano la situazione, anzi. Ma gli amministratori non possono che allargare le braccia: “non ci sono i soldi; lo Stato ha chiuso i finanziamenti”.
INIZIATIVA CLAMOROSA - La situazione è generale, ma è in Lombardia che la vicenda è stata posta con forza all’attenzione di tutti con una iniziativa che potrebbe avere sviluppi clamorosi. Il presidente della Provincia di Pavia, Daniele Bosone (che è anche a capo dell’Unione delle Province Italiane) ha lanciato un grido d’allarme/ultimatum: “O lo Stato ci dà le risorse per la manutenzione, o chiuderemo le strade più a rischio”.
SITUAZIONE PERICOLOSA - Già, perché le strade con l’asfalto che ha perso la sua compattezza e con una enorme serie di buche, anche profonde, non danno solo un’immagine di degrado, ma costituiscono dei veri e propri pericoli per chi vi transita. Pericoli di subire dei danni al veicolo, ma anche pericoli di incidenti con conseguenze alle persone. Da lì l’iniziativa del presidente della Provincia di Pavia.
CONSENSO DEGLI ALTRI AMMINISTRATORI - Bosone ha lanciato un appello ai 189 sindaci dei comuni della provincia di Pavia, invitandoli a sottoscrivere l’appello, e già 70 hanno dato la loro adesione impegnandosi a promuovere nei loro comuni una raccolta firme di sostegno alla campagna della Provincia. E al di fuori dell’ambito pavese, il presidente della Provincia di Bergamo ha ripreso l’iniziativa del collega di Pavia promuovendola anche nella bergamasca. Oltre a ciò, anche gli altri presidenti delle province della Lombardia si sono dichiarati solidali e d‘accordo con il collega Bosone in quanto anche nel loro territorio la situazione è la stessa.