La Renault annuncia la sua strategia sulle auto elettriche che sarà focalizzata sul “made in France” e che prevede una decisa accelerazione sulla tecnologia a “zero emissioni”, con il debutto di nuovi modelli. L’obiettivo prefissato, da raggiungere entro il 2030, è quello di garantire ai veicoli a batteria il 90% della quota di mercato. Questo annuncio va quindi a migliorare quello precedente dato in occasione della presentazione del piano industriale Renaulution, che prevedeva sempre una quota di mercato del 90% includendo però anche le ibride. Non cambia il target “mix”, che entro il 2025 include il 65% delle vendite rappresentato da veicoli elettrici ed elettrificati.
Questi ambiziosi traguardi potranno essere raggiunti con la presentazione di 10 nuovi modelli EV basati sulle due piattaforme CMF-EV e CMF-BEV, di cui sette a marchio Renault. Per i modelli medi e grandi verrà utilizzata la piattaforma CMF-EV, che dovrebbe garantire maggiore spazio interno, miglior piacere di guida e un’autonomia fino a 580 km. La casa entro il 2025 prevede di costruire 700.000 veicoli su questa piattaforma. Uno dei modelli che utilizzerà la CMF-EV è la nuova Megane E-Tech Electric, che arriverà nel 2022 e sarà prodotta a Douai.
Per le compatte verrà invece utilizzata la piattaforma CMF-BEV, che consentirà al Gruppo Renault di proporre veicoli elettrici accessibili. L’adozione delle economie di scala garantirà una riduzione del costo del 33% rispetto all’attuale generazione di ZOE. La piattaforma CMF-BEV offrirà fino a 400 km in ciclo WLTP e potrà essere associata a un powertrain da 100 kW. Saranno ingegnerizzate su questa piattaforma le riedizioni elettriche delle classiche R5 e R4, quest’ultima annunciata oggi. La R5 sarà interamente prodotta nel nord della Francia (Renault ElectriCity), dalla batteria all’unità elettrica. Infine, sempre per quanto riguarda la strategia di prodotto, il “dream garage” di Alpine, svelato lo scorso gennaio, diventerà realtà nel 2024 e sarà composto dall’erede dell’A110 e da altri due modelli, una cinque porte basata sulla R5 e una GT.
La Renault ha gettato le basi anche per la produzione in autonomia di un inedito motore elettrico senza terre rare (privo di magneti permanenti) e basato sulla tecnologia dei motori sincroni a rotore avvolto e un riduttore. ll gruppo concentrerà la produzione di motori nella MegaFactory di Cleon (Normandia), annunciando inoltre una partnership con la start-up francese Whylot per un e-motor a flusso assiale, con l’obiettivo di produrlo in scala dal 2025. Questa tecnologia sarà inizialmente applicata ai gruppi motopropulsori ibridi, con l’obiettivo di abbassare del 5% i costi. Per quanto riguarda l’elettronica di potenza, il Gruppo, al fine di ridurre i costi, integrerà l’inverter, il convertitore DC-DC e il caricatore di bordo in un unico alloggiamento sviluppato internamente. Questo alloggiamento dal design compatto sarà compatibile con l’architettura a 800 V, con meno componenti per ridurre il costo, e sarà utilizzato su tutte le piattaforme e tutti i gruppi motopropulsori (BEV, HEV, PHEV). I moduli di potenza per l’inverter, il convertitore DC-DC e l'OBC si avvarranno rispettivamente del carburo di silicio (SiC) e del nitruro di gallio (GaN), grazie alla partnership strategica siglata con ST Microelectronics.
Oltre a queste nuove tecnologie, il Gruppo Renault sta lavorando anche su un motopropulsore più compatto, noto come sistema “all-in-one” (un sistema simile all’eDrive di BMW). Questo gruppo motopropulsore racchiude motore elettrico, riduttore ed elettronica di potenza in una singola unità. Ciò dovrebbe consentire di guadagnare il 45% del volume complessivo (ossia l’equivalente del volume del serbatoio dell’attuale Clio), di ridurre del 30% il costo del gruppo motopropulsore totale (questo risparmio a livello di valore equivale al costo del motore elettrico) e di diminuire del 45% le perdite di energia in ciclo WLTP, consentendo così ai veicoli elettrici di aumentare l’autonomia di 20 km.
La realizzazione delle nuove tecnologie elettriche sarà concentrata in un nuovo complesso industriale che sorgerà nel nord della Francia e che sarà composto dagli impianti di Douai, Maubeuge e Ruitz. L’obiettivo è quello di produrre veicoli elettrici “made in France”. Questo “hub” potrà inoltre contare sulle batterie prodotte nella Gigafactory di Douai, anche questa una novità annunciata oggi.
Il Gruppo Renault definisce anche le specifiche delle celle delle batterie che saranno montate sui suoi veicoli. Si avvarrà esclusivamente della chimica NMC (Nickel, Manganese e Cobalto) e di un’architettura di celle standard, che gli consentiranno di realizzare fino a un milione di veicoli elettrici nell’ambito dell’Alleanza entro il 2030. Secondo la casa la scelta di questa chimica offre un rapporto costo al chilometro molto competitivo, con un incremento fino al 20% dell’autonomia rispetto alle altre soluzioni chimiche e una performance di riciclo migliore.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle celle, il Gruppo Renault ha scelto di stabilire una partnership con Envision AESC che svilupperà a Douai una gigafactory con una capacità di 9 GWh nel 2024 e l’obiettivo di raggiungere 24 GWh nel 2030. Questo partner, situato nei pressi di Renault ElectriCity, garantirà la produzione di batterie a costi competitivi, con una carbon footprint ridotta.
Il Gruppo Renault poi la firma di un protocollo di intesa per diventare azionista della start-up francese Verkor con una partecipazione superiore al 20%. Entrambi i partner intendono sviluppare congiuntamente una batteria ad alte prestazioni adatta per le vetture medie e superiori (segmento C e D), ma anche per i modelli della gamma Alpine. Questa partnership prevede lo sviluppo di una linea di produzione pilota dei prototipi di celle e moduli per batterie realizzati in Francia a partire dal 2022. In un secondo tempo, Verkor si prefigge lo scopo di costruire, a partire dal 2026, la prima gigafactory di batterie in Francia, con una capacità iniziale di 10 GWh per il Gruppo Renault, in grado successivamente di raggiungere 20 GWh nel 2030. Secondo le previsioni in meno di un decennio, il Gruppo potrà progressivamente ridurre i costi del pacco batteria del 60%, con l’obiettivo di scendere al di sotto dei 100 dollari/kWh nel 2025 e, successivamente, al di sotto degli 80 dollari/kWh nel 2030, gettando le basi per l’arrivo della tecnologia delle batterie a stato solido (All Solid State Battery) nell’Alleanza.
Per quanto riguarda il riciclo è prevista una accelerazione dello sviluppo delle competenze con Mobilize, al fine di generare sempre più valore in ogni singola fase del ciclo di vita. Per le applicazioni durante la prima fase di vita della batteria nel veicolo, il Gruppo intende sviluppare soluzioni “Vehicle-to-grid” che consentono di ritrasmettere l’energia dalla batteria dei veicoli alla rete elettrica. Quando le batterie sono esauste, grazie alla partnership con Veolia, verranno avviate a processi di riciclo, avvalendosi del progetto Re-Factory. L’obiettivo prefissato, da raggiungere entro il 2030, è quello di generare più di un miliardo di euro di fatturato con queste attività.