SINTESI QUARANTENNALE - La concept Suzuki iM-4 esposta a Ginevra si candida a sostituta naturale della Jimny, fuoristrada in commercio dal 1997 che affonda le proprie radici nelle precedenti Samurai, SJ e LJ: quattro decenni e più di piccole fuoristrada, in grado di andare pressoché ovunque, dalle dimensioni di un'utilitaria e con un'insospettabile vocazione cittadina.
PERSONALE - La Suzuki iM-4 ha linee semplici, un prototipo con linee semplici, tondeggianti nel frontale (che Suzuki definsce “human face”, volendo ricreare una sorta di espressione del volto con la forma di fari e mascherina) e tese nella fiancata fino a diventare spigolose in coda. L'aspetto è mosso dal tetto arcuato, dalla presa d'aria sopra il passaruota anteriore e dalla griglia diagonale sul montante posteriore, che riprende quello della Suzuki Fronte del 1971. I cerchi sono da 18”, con pneumatici 215/45: uno degli indizi maggiori sulla natura di show car della iM-4, visto che per il fuoristrada più impegnativo non risultano granché indicati in virtù della spalla superribassata. Le dimensioni sono prossime a quelle della Jimny: 369 cm in lunghezza, 171 in larghezza, 157 in altezza.
IBRIDO SEMPLIFICATO - Il motore è il 1.2 Dualjet a benzina della Swift, ma accoppiato con l'inedito sistema SHVS, Smart Hybrid Vehicle Suzuki: non c'è un motore elettrico come farebbe supporre la sigla, ma una piccola batteria al litio collegata al motorino d'avviamento/alternatore viene caricata in frenata grazie all'energia cinetica. Il sistema dovrebbe debuttare in serie già a partire dal 2016: secondo la Suzuki, rappresenta una soluzione ideale per migliorare l'efficienza energetica su un'auto compatta, in quento contiene i pesi, il dimensionamento e il costo complessivo. Quasi inutile, partendo dall'eredità della Jimny, sottolineare come la trazione sia integrale.