PAGA UN PREZZO ALTO - Come in una versione politico-amministrativa del teatro dell’assurdo, tasse, accise e balzelli stanno ritorcendosi contro chi le impone: lo Stato. Questo almeno per il settore dell'automobile, che sta pagando un prezzo altissimo alla crisi economica. L’incertezza, l’assenza di qualsiasi sostegno da parte dell'amministrazione pubblica, l’inarrestabile ascesa del prezzo dei carburanti (per la gran parte dovuti alle accise) hanno inferto un colpo brutale all’uso e alle vendite delle automobili (qui gli ultimi dati).
FALLIMENTI A CATENA - Se ne sono accorti tutti gli operatori del settore, per i quali la prospettiva del fallimento o della chiusura non è più un’ipotesi ma una probabilità. Ma non solo. Il conto di questa situazione in cui l’Italia è stata portata per irresponsabilità o miopia ha fatto come i boomerang ed è approdata da chi l’ha innescata: lo Stato stesso.
MENO INTROITI FISCALI - Secondo i calcoli fatti dalla Federauto, l’organizzazione che riunisce i concessionari italiani, il calo delle vendite del primo quadrimestre ha causato una riduzione di un miliardo di euro nelle entrate nelle casse dell'Erario. Come noto la Ragioneria dello Stato ha recentemente comunicato che per lo stesso periodo mancano all’appello in totale 3,5 miliardi. Sempre secondo la Federauto nell’arco dei dodici mesi le perdite dello Stato dovute al violento rallentamento del settore automotive ammonteranno a circa 3,15 miliardi di euro.
IVA, ACCISE, E… - A contribuire a questi mancati incassi sono l'Iva sulle centinaia di migliaia di veicoli non venduti, le conseguenze della riduzione dei consumi di carburante (10,6% in meno) e la brusca frenata nella vendita delle vetture di alta gamma in conseguenza del “superbollo” per le auto di elevata potenza e, più in generale, perché l’auto di prestigio viene interpretata ormai come prova di comportamento scorretto verso il Fisco e quindi sufficiente a dare il via a questioni e controversie estenuanti ancor prima che onerose.
FUGA DAL “PREMIUM” - A proposito del “superbollo” il presidente della Federato, Pavan Bernacchi, ha dichiarato che “contro una previsione di incasso di 180 milioni, il risultato concreto sarà a malapena di 40 milioni, per il calo delle vendite di berline, sportive e suv ad alte prestazioni”. Sono eloquenti i dati riassuntivi delle immatricolazioni nei primi cinque mesi dell’anno: Ferrari -54,8%, Maserati -77,6%, Audi -16,8%, BMW -16,2%, Mercedes -11,5%.
E INTANTO IL BOLLO È EVASO - Tutta la vicenda contiene poi una grossa contraddizione costituita dall’evasione sulla tassa di possesso (il “bollo”) il cui recupero non è tecnicamente difficile. Soltanto da questa voce potrebbe arrivare allo Stato qualcosa come un miliardo. Le conseguenze di questa realtà sono pesantissime per le aziende e per gli addetti. Le stime fatte a proposito dell’occupazione parlano di qualcosa come 10 mila posti di lavoro in pericolo.