I Tesla Supercharger, ossia la rete di ricarica proprietaria della casa americana, hanno contribuito a far affermare il costruttore come leader delle auto elettriche. Ma i tempi cambiano e con il progressivo aumento del numero di vetture a batterie, la compagnia americana ha pensato bene di trarre del profitto da questo asset strategico aprendo la sua capillare rete di ricarica anche alla concorrenza. Dopo una prima sperimentazione in alcuni paesi europei, la Tesla a partire dal 17 novembre ha aperto i supercharger alle vetture elettriche della concorrenza anche in Italia (devono avere il connettore CCS).
Esattamente come avvenuto in alcuni mercati del vecchio continente, non tutte le stazioni saranno da subito aperte a tutti i veicoli elettrici: si parte con una ventina di Supercharger, che contano 174 punti di ricarica con una potenza fino a 250 kW. Al momento i Supercharger aperti ai veicoli non Tesla sono riportati in questa lista che include alcune note località come la stazione di Arese (MI) e quella di Grandate (CO).
Per quanto riguarda le tariffe, queste sono differenziate per i clienti Tesla e i veicoli terzi, tuttavia, esattamente come avviene con Ionity, sottoscrivendo un abbonamento mensile di 12,99 euro, c’è la possibilità per le auto concorrenti di beneficiare del medesimo costo al kWh. Le tariffe sono differenti a seconda di quando si ricarica:
Ore di picco, dalle 16 alle 20: 0,83 euro/kWh
Fuori dalle ore di picco: 0,74 euro/kWh.
Con abbonamento mensile di 12,99 (si ha diritto alle stesse tariffe dei possessori di auto Tesla):
Ore di picco, dalle 16 alle 20: 0,67 euro/kWh
Fuori dalle ore di picco: 0,60 euro/kWh.
Per ricaricare sarà sufficiente scaricare l’applicazione Tesla e creare un apposito account.