RIFORNIMENTO IL COLLO DI BOTTIGLIA - Presentando la nuova Toyota Mirai in versione europea (il debutto commerciale è previsto a inizio 2021), il costruttore giapponese dimostra di continuare a credere nelle auto elettriche in cui la corrente è prodotta da una fuel cell (cella a combustibile) alimentata a idrogeno. Per l'automobilista, i punti di forza di questi veicoli rispetto a quelli elettrici classici a batteria si possono riassumere nella buona autonomia e, soprattutto, nei pochi minuti che servono per fare il pieno: i lunghi viaggi non sono un problema. O meglio, non lo sarebbero se ci fossero dei distributori: il loro numero è limitato a causa delle difficoltà nel trasportare e “maneggiare” l'idrogeno. Basti dire che per entrare nelle bombole dell'auto va compresso fino a 700 bar, un valore elevatissimo che comporta impianti sofisticati e molto costosi (anche per garantire la sicurezza, data la facile infiammabilità di questo gas). Nel mondo sono stati creati migliaia di punti di rifornimento, grazie anche al supporto dei produttori di auto (il gruppo Hyundai-Kia è un altro sostenitore di questa tecnologia), ma sono concentrati in alcune zone geografiche (Giappone, California e Nord Europa soprattutto). In Italia, per ora, ci sono alcuni distributori non aperti ai privati (servono per gli autobus e in generale per i veicoli delle società pubbliche), uno a Bolzano, uno in arrivo a Milano (grazie un accordo fra ENI e Toyota) e un altro, più avanti, a Venezia. Insomma, si procede, ma a piccoli passi.
SLANCIATA E A TRAZIONE POSTERIORE - La Toyota Mirai, dal canto suo, con la seconda generazione fa un netto passo avanti. Innanzitutto, a livello estetico: ora è una filante berlina di grandi dimensioni, con forme molto più armoniche e gradevoli del modello del 2014. Vengono in aiuto le diverse proporzioni, con una lunghezza di 498 cm (9 più di prima) e un'altezza di 147 (7 di meno), nonché le grandi ruote di 20 pollici. L'auto è ora omologata per portare cinque persone anziché quattro, ma l'abitacolo, ben realizzato e con un ampio display di 12,3 pollici nella plancia, non stupisce comunque per lo spazio: il tunnel centrale (sotto il quale è posizionata una delle tre bombole dell'idrogeno) è enorme, davanti e dietro, e i passeggeri posteriori non hanno molto spazio per la testa. La vettura è basata sulla piattaforma modulare TGNA nella sua versione a trazione posteriore (prima era anteriore), per garantire migliori doti di guida; l'autonomia dichiarata cresce dai 500 km del vecchio modello a circa 650, con un tempo di rifornimento compreso fra i tre e i cinque minuti. E il prezzo? Nessuna dichiarazione ufficiale al proposito, ma le auto fuel cell non sono economiche da produrre; a grandi linee, riteniamo che si starà sotto i 100.000 euro, ma non di molto.