AZIENDE IN TRASFORMAZIONE - Le case automobilistiche ci hanno abituato a mostrare le loro concept, intese come vetture più o meno futuristiche in grado di indicare la direzione in cui si sta muovendo l’azienda. In un periodo in cui però lo sviluppo delle nuove automobili è strettamente connesso con quello degli spazi in cui queste si muovono, trasformando i costruttori in aziende di mobilità, non stupisce che un colosso come la Toyota stia investendo nella costruzione della Woven City, una sorta di città ideale dove sperimentare la propria idea di mobilità per il futuro. Il progetto è stato lanciato al CES del 2020 e quest’anno la Toyota ha annunciato il completamento della Fase 1, terminata lo scorso ottobre con la costruzione dell’area iniziale per le attività di co-creazione.
FINO A 2.000 PERSONE - Presto arriveranno i primi 100 residenti, principalmente dipendenti della Toyota e le loro famiglie, con l’inaugurazione della città che è prevista per ottobre del 2025. La comunità si espanderà gradualmente, includendo anche inventori esterni e le loro famiglie, fino ad arrivare a un totale di 360 residenti alla fine della Fase 1. Con le fasi successive la popolazione residente dovrebbe raggiungere circa 2.000 persone, aprendo la possibilità di trasferirsi anche a comuni cittadini. Residenti e visitatori saranno parte integrante della città. I Weavers (questo è il nome dato a chi abiterà Woven City) dovranno condividere “la passione per l’espansione della mobilità e l’impegno a costruire una società più fiorente”.
BENESSERE PER TUTTI - Woven City punta a fungere da campo di prova per la trasformazione della Toyota in un’azienda di mobilità, un campo di prova in cui studiare e comprendere il movimento di persone, merci, informazioni ed energia a beneficio di individui e società. Progettata come una città che mette al centro l’essere umano, Woven City “mette le persone al centro per sbloccare nuove possibilità nella ricerca condivisa del benessere per tutti”. La ricerca non si fermerà solo alle automobili, ma anche ad altri oggetti di mobilità. Non è un caso che tra i partner del progetto ci sia anche una start up che sta lavorando agli eVTOL, veicoli da utilizzare come taxi volanti.