I SUOI PRIMI TRENT’ANNI - Il compleanno è passato un po’ in sordina, ma la Panda è entrata nel suo quarto decennio di vita proprio all’ultimo Salone di Ginevra. Nel 1980 e proprio nella stessa occasione, infatti, debuttava la prima e indimenticata generazione. Squadrata, essenziale e indistruttibile, come il Maggiolino tedesco divenne il mezzo di trasporto di persone ogni ceto sociale e reddito. Alta e spaziosa come nessuna prima di lei nella sua categoria, era stata pensata da Giugiaro per essere prima di tutto facilmente assemblabile e riparabile: un lavoro di progettazione iniziato già nel lontano 1976 per ordine dell’allora amministratore delegato di Fiat Carlo De Benedetti.
Gl'interni semplici e spartani della prima serie.
COME LE SDRAIO DA MARE - Ecco quindi spiegata la plancia composta da un’unica “tasca” morbida dove lanciare sigarette, portafoglio e accendino appena entrati in auto (ancora i cellulari non esistevano), con quel geniale portacenere che poteva scorrere o essere riposizionato a piacere lungo tutta la plancia. Con lo stesso principio del tessuto teso fra due punti, era ricavato anche il divano posteriore: con due scatti si poteva alzare la parte anteriore della seduta per ottenere una comoda culla per bambini (confortevole come nessun seggiolino con attacchi isofix potrà mai essere), utile anche per trasportare i sacchetti della spesa senza farli rovesciare. Ovviamente, anche i sedili anteriori erano il massimo della semplicità, essendo basati su una struttura tubolare rivestita sempre della medesima stoffa “plasticosa”, esattamente come le sdraio da mare.
La Panda degli esordi: era il 1980.
VETRI INTERCAMBIABILI - La stessa geniale, povera praticità continuava anche all’esterno, dove i vetri erano tutti piatti per costare meno e per essere intercambiabili fra destra e sinistra, il tergicristallo era uno solo e i paraurti venivano realizzati con un grezzo materiale plastico non verniciato che non temeva alcun parcheggio cittadino. Neanche la meccanica tradiva i principi di base, visto che le sospensioni erano da “pickup” (assale rigido e balestre), mentre il motore di base derivava dal bicilindrico raffreddato ad aria della Fiat 126 e sviluppava solo trenta asmatici cavalli.
Nel 1986 fu la volta del restyling e dei nuovi motori Fire.
SI FA PIÙ CITTADINA - Col tempo la Panda si è poi civilizzata, con il restyling del 1986 ha ricevuto anche delle sospensioni degne di questo nome al posteriore e motori più moderni, ma la sincerità di base è rimasta la stessa e le è valsa circa 4,5 milioni di ordini. Particolarmente apprezzata è stata la versione 4x4 del 1983, con trazione integrale inseribile mediante una grossa leva meccanica, che si poteva arrampicare come un capriolo sulle montagne. La versione Elettra del 1990, invece, col suo motore elettrico precorreva i tempi, così come la Selecta dell’anno successivo, che era dotata di cambio automatico.
Nel 1983 arrivò la Panda 4x4: ebbe un discreto successo.
LA NUOVA PANDA - Di anno in anno si arrivò al Salone di Ginevra del 2003 dove, nonostante la Panda fosse ancora in testa alle classifiche di vendita, Fiat ne svelò l’erede. La nuova vettura (orrore) venne battezzata Gingo, buttando al vento 23 anni di tradizione e di meritata fama. A far cambiare idea alla casa torinese ci pensò la Renault, che reputava il nome troppo simile a quello della Twingo. In Fiat, viste anche le prime reazioni del pubblico, furono ben contenti di tornare al vecchio nome.
Dopo 23 anni la Panda si rinnova completamente: nella foto la versione Actual del 2003.
ARRIVEDERCI AL 2012 - Così, la Panda del XXI secolo ha iniziato a macinare ordini su ordini come la sua antenata (più di 300.000 solo in Italia nel 2009, grazie anche agli incentivi alla rottamazione), per merito anche delle numerose versioni disponibili: 4x4, a doppia alimentazione benzina e metano o benzina e gpl, diesel, con cambio robotizzato e anche sportiva con la 100 HP. Ad oggi, sommando le due generazioni si calcola che Fiat abbia prodotto circa 6 milioni di Panda. Certamente di buon auspicio per la terza generazione dell’auto, che dovrebbe debuttare a cavallo fra il 2011 e il 2012: verrà prodotta a Pomigliano d’Arco.