Cinque porte e motore posteriore: i punti di rottura rispetto alla vecchia
Renault Twingo non mancano. Ma la ricerca della praticità riporta alle origini della citycar francese. Ecco come ne parla Benoit Bochard (
nella foto), responsabile per le citycar e le utilitarie della Renault.
La Twingo è il primo prodotto completo nato dall'accordo con la Daimler. Si può già trarre un primo bilancio?
Anzitutto va ricordato che l'accordo riguarda anche i motori (noi forniamo i 1.5 turbodiesel per le Classe A e B), le multispazio Kangoo e Citan, lo sviluppo della piattaforma per la futura Infiniti (marchio che fa parte dell'alleanza Renault-Nissan). Per quanto riguarda la Twingo, noi avevamo l'esigenza di sviluppare un modello innovativo, compatto e con la trazione posteriore per liberare spazio nel frontale e poter ridurre il raggio di sterzata. Non potevamo collaborare con la Nissan, che sui mercati giapponesi ha altre esigenze. Ma neppure andare avanti da soli: i costi sarebbero stati insostenibili. La Daimler doveva sviluppare le nuove Smart Fortwo e Forfour, e da qui la convergenza di interessi. Abbiamo costituito dei gruppi di lavoro nel 2010, dai quali è nata la nostra nuova Twingo.
Motore e trazione dietro non comportano anche un temperamento dinamico più sportivo?
Non è stato questo l'obiettivo. Motore e trazione posteriori permettono di avere un cofano più piccolo, oltre che di spostare l'abitacolo in avanti e le ruote verso gli angoli della carrozzeria. Così, all'interno (reclinando il sedile del passeggero anteriore e il divano) abbiamo ben 220 centimetri tra la plancia e il portellone: tanti, per un'auto lunga solo 359 cm. Sullo spazio l'ispirazione è venuta dalla prima Twingo. Inoltre, il diametro di sterzata è di poco superiore agli 8,5 metri, così si fanno meno manovre nei parcheggi.
Che cosa ha ispirato il design? Non mancano le somiglianze con alcune rivali a tre porte...
I designer hanno tratto ispirazione esclusivamente dai modelli del nostro passato. Nel frontale ci siamo ispirati alla precedente Twingo, mentre la forma dei fanali e i parafanghi posteriori larghi sono un omaggio a una nostra icona, la Renault 5 Turbo.
Non è prevista una Twingo a tre porte?
No: chi punta sui modelli a tre porte lo fa essenzialmente una questione estetica (o per risparmiare). Nascondendo le maniglie posteriori nelle cornici dei finestrini (come nella Clio), mascheriamo bene la presenza delle porte dietro. Inoltre, le cinque porte favoriscono l'accessibilità e danno alla vettura un'immagine meno “low cost”.
Ne farete una versione sportiva?
Se parliamo di una Twingo RS, la risposta è no: il modello precedente non ha mai preso piede. Potrebbe invece esserci una versione con qualche cavallo in più rispetto ai 90 previsti dal tre cilindri più potente: per farlo potremmo “giocare” sulle pressioni del turbo.
A proposito di motori, la Twingo porta con sé alcune novità...
Il tre cilindri turbo, già adottato per la Clio e la Captur, è stato pesantemente modificato per inclinarlo di 49 gradi al fine di occupare meno spazio (per esempio, abbiamo rivisto tutto il circuito di lubrificazione). Inoltre, ne abbiamo sviluppato una versione aspirata, che avrà 71 cavalli.
Escluse le varianti a gasolio. Ma una elettrica?
I motori turbodiesel sono diventati anti-economici per le citycar: soddisfare i limiti imposti dalle norme Euro 6 costerebbe troppo rispetto al prezzo dell'auto. Inoltre, anche sulla vecchia Twingo la versione a gasolio non ha mai fatto breccia sul mercato, tanto che l'abbiamo eliminata. Per quanto riguarda una variante elettrica, possiamo escluderla per la Twingo, nonostante la piattaforma preveda la possibilità di montare batterie e motore a corrente. Sfrutteremo questa caratteristica su altri modelli futuri. Del resto, una piattaforma dura oltre 15 anni...