OPEL A GM - Se la vendita della Opel al consorzio guidato da Magna International dovesse incontrare l'ostacolo dell'antitrust europeo, la General Motors potrebbe valutare attuare una strategia di riserva mantenendo la Opel all'interno del Gruppo. Lo riporta il Wall Street Journal, noto quotidiano finanziario, sulla base di indiscrezioni raccolte da persone vicine all'accordo.
TAGLI PIÙ DRASTICI - Il “piano B” avrebbe però un costo molto alto in termini occupazionali: rispetto a quanto annunciato dal consorzio Magna-Sberbank, che ha promesso 4.000 esuberi in Germania sui circa 10.500 totali, il numero di licenziamenti voluto da GM sarebbe molto più alto. Inoltre ci sarebbe in programma anche la chiusura di uno stabilimento in Germania, oltre a quelli già annunciati nel piano Magna fuori dai confini tedeschi.
L'UE NON È D'ACCORDO - L'amministratore delegato della GM, Fritz Henderson, sperava di chiudere l'accordo per la cessione della Casa di Russelheim già questa settimana, ma nel corso degli ultimi giorni la Commissione Europea ha mostrato qualche dubbio sulla correttezza delle trattative.
Secondo il commissario antitrust Neelie Kroes ci sono “chiare indicazioni” che Berlino avrebbe promesso aiuti statali per 4,5 miliardi di euro alla Opel a condizione che questa venga ceduta a Magna, la quale avrebbe assicurato di non chiudere nessuna fabbrica in Germania. Per questo i canadesi sarebbero stati preferiti al fondo Rhj.
UNA SOLUZIONE C'È - La Kroes ha fatto sapere, nel corso del weekend, che il problema si potrebbe facilmente risolvere: basterebbe la conferma da parte del governo tedesco che gli aiuti alla Opel sono disponibili anche nel caso in cui questa non venisse venduta alla cordata di Magna-Sberbank.
COSA DICE BERLINO - Intanto, il governo guidato da Angela Merkel (in foto con il presidente della GM Europe, Carl Peter Foster) ha fatto sapere che potrebbe nascere un "problema politico" se la Opel dovesse rimanere in mano alla GM.