CAMBIAMENTO DI ROTTA - Contrordine: la Ducati non si vende. Il gruppo Volkswagen ha deciso di fermare le iniziative già avviate da qualche mese per cedere la casa motociclistica italiana, acquisita nel 2012 e facente capo all’Audi. La notizia non è una indiscrezione ma ha l’ufficialità che le deriva dal fatto che è stata data dallo stesso amministratore delegato della Ducati, Claudio Domenicali, che lo ha detto nel corso di un incontro con i dirigenti e le rappresentanze sindacali, affermando che i vertici del gruppo avevano deciso per lo stop. La volontà di vendere era emersa in seguito ai problemi finanziari conseguenti allo scandalo dei motori diesel del gruppo Volkswagen e ai suoi pesantissimi costi tra sanzioni e interventi di modifica. Nell’aprile scorso il gruppo tedesco si era affidato alla banca d’affari Evercore per sondare il mercato alla ricerca di possibili acquirenti. Diversi i nomi che si erano fatti avanti quasi subito: Investindustrial (dell’ex proprietario della Ducati, Andrea Bonomi), Edizioni Holding della famiglia Benetton, il fondo francese Pai e quelli Usa Bain e Polaris. Poco dopo altre aziende a dichiararsi interessate erano state la Harley Davidson e la Royal Enfield.
PROGETTO DI CESSIONE STRATEGICO - Secondo le stime fatte dai consulenti e dagli aspiranti acquirenti, la Ducati avrebbe un valore di 1,5 miliardi di euro, che evidentemente avrebbero fatto comodo all’Audi (cioè al gruppo Volkswagen) di fronte alle esigenze che si pongono per porre fine alla vicenda Dieselgate. E altre necessità finanziarie sono legate agli investimenti necessari per i programmi industriali dei prossimi anni. A indurre il vertice del gruppo Volkswagen (il consiglio di sorveglianza) a cambiare strategia, sarebbe stata l’opposizione dei sindacati, che partecipano al consiglio con una forte rappresentanza. Che a bloccare la cessione della Ducati siano state le forze sindacali (nella loro veste di consiglieri di sorveglianza) è stato confermato anche dal sindacato italiano Fiom-CGIL, il cui segretario regionale dell’Emilia Romagna Bruno Papignani, ha affermato: “Il sindacato tedesco dei metalmeccanici ha sostenuto e aiutato i lavoratori Ducati nella loro richiesta di rimanere all'interno del gruppo Volkswagen che dovrebbe continuare a investire nella nostra azienda”.
CONSEGUENZE FINANZIARIE - Ora l’Audi (e quindi il gruppo Volkswagen) dovrà ridisegnare la sua strategia finanziaria alla luce del mancato incasso previsto per la vendita della casa motociclistica bolognese. Tra l’altro, proprio nei giorni scorsi dagli Usa sono arrivate notizie secondo cui gli interventi di buy back e richiami delle auto irregolari avranno costi 2,5 miliardi di dollari più elevati di quanto previsto.