UNA RETE INADEGUATA - La Volvo si appella all'industria automobilistica a condividere uno standard globale per la ricarica delle auto elettriche. Un'esigenza non più rimandabile se si desidera che la mobilità a batterie abbia la crescita auspicata dagli stessi costruttori. Secondo Peter Mertens, vice presidente del comparto ricerca e sviluppo del marchio svedese, la tecnologia delle auto elettriche e ibride plug-in è in costante miglioramento e i prezzi degli accumulatori in progressivo calo, mentre a frenare la diffusione dei veicoli elettrici è l'infrastruttura di ricarica, ancora non pronta per soddisfare il passaggio dai motori tradizionali a quelli elettrici.
SUPPORTO A CCS - Il sollecito di Volvo, già sul mercato con la V60 plug-in e pronta a far debuttare un'elettrica entro il 2019, per avere norme condivise è finalizzato pure a ridurre i costi di produzione e a semplificare lo sviluppo della tecnologia elettrica dei veicoli e delle colonnine di ricarica. Ragioni per il quale la casa scandinava appoggerà la Charging Interface Initiative, un consorzio voluto per promuovere il sistema di ricarica combinato CCS (Combined Charging System) e supportato dai costruttori europei, come BMW, Daimler e Volkswagen.
RICARICA FLESSIBILE - La scelta del sistema CCS è dovuta a diversi fattori, quali la facilità di utilizzo da parte degli utenti, la sicurezza nell'erogazione e la flessibilità. Le colonnine CCS, infatti, possono erogare energia in modalità lenta o rapida, sia utilizzando la tecnologia a corrente alternata con potenza fino a 43 kW, sia quella a corrente continua. Un'opzione, quest'ultima, che già oggi consente rifornimenti fino a 200 kW per “pieni” di pochi minuti, ma che in futuro potrebbe arrivare fino ai 350 kW riducendo ulteriormente i tempi di attesa per la ricarica. Rimane da capire se l'appello di Volvo sarà ascoltato dai costruttori che puntano su altre tecnologie, come Tesla con le sue superchager e i produttori giapponesi e coreani orientati verso lo standard CHAdeMO.