Il 14 aprile 1927 veniva costruito il primo esemplare della Volvo OV4 (foto qui sotto), una vettura aperta a quattro cilindri (da qui il suo nome) che sancì l’inizio delle attività per la casa svedese. La stessa data, 90 anni dopo, entra una seconda volta nel libro dei ricordi della Volvo: oggi infatti è cominciata la produzione della nuova Volvo XC60 (qui sopra), suv media concorrente delle Alfa Romeo Stelvio e BMW X3, lanciata nel 2008 e da allora venduta in quasi 1 milione di esemplari. Nel 2016 la XC60 è valsa per la Volvo il 30% delle vendite complessive a livello mondiale.
La casa di Goteborg ha sfruttato l’anniversario per fornire qualche curiosità sulla Volvo OV4, un modello ispirato alle vetture statunitensi dell’epoca, basato su un telaio in legno di frassino ed equipaggiato con un motore da 1.9 litri. La Volvo ne costruì 275 esemplari, tutti di colore blu scuro con fianchetti in legno. Il successo della OV4 non fu memorabile, a differenza di altre vetture giunte dopo, che regalarono alla Volvo la popolarità di cui ancora gode. Vediamone alcune.
Volvo PV654 (1934)
La tiratura degli esemplari costruiti aumentò fin dalla PV654, del 1929, che manteneva all’esterno influenze statunitensi e rinunciava al motore 1.9 in favore di un più capace 3.0 con sei cilindri in linea. La Volvo ne realizzò anche una versione a 7 posti, destinata alle attività di trasporto persone. Rimase in vendita per 8 anni e raggiunse i 4.400 esemplari.
Volvo PV444 (1957)
La Seconda Guerra Mondiale influì sulle attività dell’azienda svedese, che bloccò le linee di montaggio fino al 1947. Il risultato di un’attesa così lunga fu la P444 (in seguito P544), costruita dal 1947 fino al 1966, che aveva dimensioni più contenute e rispondeva alle mutate esigenze della popolazione, in ricerca di vetture più funzionali e usabili. La P444 fu inoltre la prima Volvo esportata negli Stati Uniti: arrivò nel 1955, due anni prima che la Volvo salì al secondo posto fra le case estere in termini di vendite.
Volvo 1800 (1961)
La coupé è una delle Volvo più originali e meglio riconoscibili, grazie alle sue forme dolci e all’apparizione nella fortunata serie televisiva Il Santo, con Roger Moore. Esordì nel 1961 e rimase in produzione fino al 1973, anche in variante station wagon a due porte o con trasmissione automatica a 3 rapporti. La 1800 è famosa anche per l’impresa di Irv Gordon, un automobilista statunitense, che al suo volante ha percorso oltre 5 milioni di chilometri dal 1966.
Volvo Serie 100 (1966)
Alla morbida e sinuosa 1800 si affiancò nel 1968 una station wagon dalle forme più massicce e squadrate, la 145, che inaugurava il riuscito filone delle famigliari con un grande vano carico. La 145 arrivò pochi mesi dopo la berlina 142, a 2 porte, mentre la prima variante della Serie 140 fu la berlina a quattro porte 144, del 1966, la prima Volvo con un design razionale e spigoloso. La famiglia 140 superò il milione di esemplari.
Volvo Serie 200 (1974)
La Serie 100 venne sostituita a metà Anni 70 dalle nuove Serie 200, con un design ancora più geometrico e dimensioni superiori: la station wagon 240 sfiorava i 485 cm, circa 20 in più della 145. La produzione si fermò nel 1993 e superò i 2,8 milioni di esemplari. Oltre 7.000 furono realizzate a Torino anziché in Svezia, alla Bertone, che venne incaricata di allestire una coupé a quattro posti su base 262, in omaggio ai 50 anni di carriera dell’azienda: l’auto si chiama 262C e ha un motore V6 da 140 CV.
Volvo 850 (1991)
L’azienda cambia strategia a inizio Anni 90 e rinuncia ai nomi del passato, scegliendo il numero 850 per la berlina e la wagon che avrebbero sostituito dal 1991 le vetture della Serie 240. I nuovi modelli sono più filanti e dinamici, anche in termini di guida, come dimostra l’esempio della versione 850 T5-R: il suo motore sviluppava 250 CV e rese l’auto una delle famigliari più veloci dell’epoca, complice lo 0-100 km/h in 7,5 secondi. Le 850 rimangono però vetture molto capaci e sfruttabili.