Questa Polo monta un 1.0 aspirato, 4 cilindri, da 50 cv, da moltissimi ritenuto un vero e proprio polmone; io credo vadano solo fatti i distingui del caso. Partiamo col dire che la Polo dell’epoca era concepita per essere anzitutto un’utilitaria da città, e in questo Vw ha saputo colpire nel segno: questo propulsore è semplicemente fantastico per l’uso urbano, vivace, pronto, scattante quanto basta, e soprattutto parco di consumi, specie se ragguagliato con i benzina aspirati del periodo; sebbene la coppia sia molto esigua (86 n/m), in città riesce tranquillamente a sopportare marce alte senza battere in testa, e a riprendere anche con un certo vigore. Il tutto coadiuvato da una frizione davvero leggerissima, forse la più leggera che abbia provato sinora, con lo stacco in alto in stile Volkswagen. Ovviamente, appena usciti fuori città, iniziano a mostrarsi i molti limiti del motore, sia in termini di accelerazione (0-100 in oltre 18 secondi) e soprattutto di ripresa, dovendo persistentemente portare la macchina oltre i 4000 giri per avere un minimo di spinta. Nonostante tutto io sono riuscito a portarla comodamente dovunque, spaziando dall’utilizzo autostradale ad anche quello di montagna; l’auto non è molto insonorizzata, in autostrada il motore lavora a giri molto alti, e il rumore penetra persistentemente nell’abitacolo. Lo sterzo (servoassistito) non è particolarmente pesante in manovra, e nell’uso normale, benchè sia demoltiplicato, è anzi leggero, forse anche troppo; in autostrada bisogna prestare attenzione alla sua eccessiva volubilità, anche e soprattutto tenendo conto dell’esigua massa del veicolo. Il cambio è una buona unità: la leva è relativamente corta ed è davvero morbido negli innesti, fatta eccezione per la quinta marcia, che talvolta tende ad impuntarsi nell’inserimento, e nel passaggio quarta-terza, dove sporadicamente accade che gratti un pochino. La tenuta di strada non è poi così male, tende ovviamente a coricarsi, ma considerando gli anni, il segmento e la minuta stazza del veicolo, guidarla tra le strette stradine di montagna è quasi divertente; ovviamente non bisogna esagerare, la macchina non è dotata di alcun controllo elettronico e potrebbe non rispondere sempre; vi assicuro comunque che rispetto alla “moderna” Dacia Sandero che ho provato, questa pare una Ferrari a confronto. In città le buche vengono assorbite abbastanza bene, ma essendo una tedesca i sobbalzi più evidenti si avvertono abbastanza nell’abitacolo. il cruscotto è piccolo ma chiaro, ed è formato da quattro quadranti a sfondo biancoi, ripartiti da sinistra in: temperatura liquido del motore, tachimetro, contagiri, indicatore carburante; rispetto alla Punto 176, qui il chilometraggio parziale e totale venivano già indicati digitalmente. Le varie spie non sono tuttavia ben leggibili; alcune, come le luci di posizione e gli anabbaglianti, non vengono proprio riportate, mentre altre sono poste nella parte più bassa del quadro strumenti, e parzialmente coperte da un supporto del cruscotto. I fari anabbaglianti e abbaglianti differiscono poco tra loro, non fanno entrambi molta luce; l’auto non è dotata di fendinebbia. Prima di stilare una conclusione vorrei riportare la media dei consumi: in città circa 12-14 km/l, autostrada 15-16 km/l, mentre in extraurbano, a marcia tranquilla, si riescono a percorrere anche oltre 18 km/l, niente male per un benzina aspirato.