Dall'altra parte dell'oceano, la Cadillac è sinonimo di lusso e sportività, ma nel Vecchio Continente ha sempre faticato a imporsi. Ora, il marchio (controllato dalla GM) ci riprova con una berlina con la coda di dimensioni “europee”. Costruita negli Usa, in Michigan, l'ATS ha linee che non passano inosservate: fari e fanali sono stretti e sviluppati verticalmente, le forme sono squadrate, la coda è “appuntita” come la chiglia di una nave, col baule sovrastato da un vistoso spoiler rosso che fa anche da terzo stop. Potrà piacere o meno, ma non si corre certo il rischio di scambiarla per un'altra vettura. In Italia le consegne inizieranno nei prossimi mesi: i prezzi partono da 39.650 euro della versione Elegance (di serie ha già i sedili in finta pelle regolabili elettricamente, impianto audio Bose a sette altoparlanti, vivavoce, sensori di parcheggio posteriori, cruise control, sette airbag e Esp) per arrivare ai 53.340 della versione Premium dotata di trazione integrale e cambio automatico (oltre che di navigatore , fari allo xeno, videocamera di retromarcia e interni in pelle con sedili sportivi).
Proprio la versione più ricca della Cadillac ATS è quella che abbiamo potuto guidare. Un’auto non priva di “effetti speciali”: quando si toccano le maniglie delle porte, per esempio, queste si illuminano di luce bianca. L’abitacolo non è spaziosissimo, ma curato (più nei materiali che nelle finiture: alcuni accoppiamenti sono migliorabili). La pelle ricopre non solo la parte alta della plancia, ma anche il coperchio del cassetto (piuttosto piccolo) davanti al sedile destro, e l'intero pannello porta, dalla parte alta fin dentro le strette tasche laterali (che sono a loro volta rivestite). Nell'alto tunnel sono ricavati due portalattine, mentre sotto il bracciolo centrale c'è un altro vano rivestito.
Lo spazio non abbonda né per i piedi né in senso trasversale, ma due adulti non stanno scomodi (merito anche delle ampie regolazioni elettriche dei sedili sportivi). Dietro, invece, il tetto discendente impone attenzione per non sbattere la testa quando si sale in auto. Una volta dentro la Cadillac ATS, poi, chi supera anche di poco i 180 cm di altezza sfiora il rivestimento del tetto; e il posto centrale obbliga a viaggiare a gambe divaricate (il tunnel è largo e alto più di venti centimetri), oltre che su una scomoda seduta rialzata e rigida. Il baule è regolare ma non molto sfruttabile: è alto non più di 45 cm, largo 87 (con due “svasi” a ridosso della soglia) e profondo 92. La nota positiva è che il divano della ATS è frazionato asimmetricamente: ripiegandolo non si ottiene un piano del tutto piatto, ma si possono comunque caricare oggetti lunghi poco più di due metri.
A vettura spenta, la consolle centrale pare una semplice “lastra” di plastica nera lucida con intarsi metallici. Premuto il pulsante di accensione, però, appaiono i comandi retroilluminati e i fregi si trasformano in pulsanti a sfioramento: ogni volta che si azionano, l'intera consolle vibra sotto il dito per confermare che il comando è stato ricevuto. Toccando la “V” metallica in basso, la parte inferiore della consolle si solleva grazie a motorini elettrici, rivelando un ulteriore ampio vano. Sulla Cadillac ATS, impianto audio, navigatore (rapido nei calcoli ma dalla grafica non intuitiva: meno male che le indicazioni sono ripetute proiettate sul parabrezza) e vivavoce si comandano dallo schermo centrale sensibile al tocco: come sui moderni tablet, le icone sono raggruppabili e posizionabili a piacimento trascinandole col dito. E si possono creare scorciatoie per le azioni più comuni. Un altro schermo a colori, ricco di informazioni e comandabile dai tasti sul volante, è poi presente sotto il tradizionale tachimetro (a lancetta, come il contagiri e l'indicatore del carburante).
Che la Cadillac ATS non sia la solita americana pensata solo per le lente e interminabili autostrade d'oltreoceano lo si intuisce già leggendo la scheda tecnica: il motore (l'unico disponibile: non ne sono previsti altri a benzina, mentre il diesel si farà attendere almeno un anno) è un moderno quattro cilindri con basamento e testata in alluminio, iniezione diretta e turbo (non imparentato con altri “due litri” montati in Europra da altre vetture del gruppo GM) e scarica i suoi 276 cavalli sulle ruote posteriori passando per un differenziale a scorrimento limitato (riduce i pattinamenti della ruota interna alla curva quando si accelera a fondo); inoltre le sospensioni sono piuttosto raffinate (McPherson davanti e multilink dietro), sulla Premium gli ammortizzatori sono regolabili elettronicamente su due posizioni e lo sterzo è più diretto. La “ricetta” è appetitosa: mettiamoci alla guida...
Una volta in moto, il 2.0 non fa sentire affatto la sua “voce”, neanche sfruttandolo (quasi un peccato, per chi ha “pruriti” sportivi). Eppure, accelerando a fondo, l'ago del tachimetro sale molto velocemente. La Cadillac ATS, infatti, dichiara uno 0-100 km/h in 6 secondi e 240 km/h di velocità massima, dati che ci sono parsi verosimili: sulle veloci autostrade tedesche, senza limiti di velocità, abbiamo toccato con una certa facilità i 250 km/h di strumento. Anche a queste velocità, l'ATS convince per l'insonorizzazione davvero curata: si può parlare con i passeggeri a bassa voce, senza essere disturbati da fruscii o rumori di rotolamento delle ruote. Messe le ruote su tortuose strade collinari, però, quasi si rimpiange il cambio automatico con comandi al volante, proposto a 2.080 euro: secondo la casa migliora non solo lo scatto 0-100 km/h (di 0,2 secondi), ma anche i consumi medi, che passano da 11,6 km/l a 12,2.
Il sei marce manuale, infatti, presenta innesti un po' legnosi, specie quando si cambia rapidamente (la casa sta comunque lavorando a una versione più raffinata, che potrebbe debuttare entro pochi mesi). Più riusciti, invece, sterzo e freni (piuttosto preciso il primo, potenti e modulabili i secondi), mentre le sospensioni rimangono abbastanza “ferme” anche sulla posizione più morbida. Sull'asfalto reso viscido dalla pioggia, l'esuberanza del motore della Cadillac ATS ha messo più di una volta in crisi la trazione, specie in curva: l'elettronica rimette le cose a posto, ma lo fa con un certo ritardo, lasciando un discreto margine al guidatore. Un comportamento, evidente anche con tutti i controlli elettronici attivi, che potrà piacere ai guidatori più sportivi, ma anche intimorire chi cerca una vettura veloce ma non impegnativa.
> Dotazione. L'ATS non è regalata, ma è ben dotata e ha finiture “all'europea”. E i contenuti tecnici possono soddisfare anche un guidatore “smaliziato”.
> Comfort. Per essere una veloce berlina sportiva, l'ATS non è scomoda e ha un'insonorizzazione curata.
> Abitabilità. Lo spazio non è molto diverso da quello di una berlina media e dietro i più alti “toccano” con la testa. Senza contare che il tetto basso rende necessaria qualche attenzione in più quando si sale a bordo”.
> Gamma motori. Un 2.0 da quasi 280 cavalli ha poco mercato in Italia, e non sono previste potenze minori. Inoltre, per il diesel ci sarà da aspettare parecchio.
Cilindrata cm3 | 1998 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 203 (276)/5500 |
Coppia max Nm/giri | 353/1700-5500 |
Emissione di CO2 grammi/km | 199 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 + retromarcia |
Trazione | Posteriore |
Freni anteriori | Dischi autoventilanti |
Freni posteriori | Dischi autoventilanti |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 464/181/143 |
Passo cm | 278 |
Peso in ordine di marcia kg | 1559 |
Capacità bagagliaio litri | 381 |
Pneumatici (di serie) | 225/40 R 18 - 255/35 R 18 |