Sempre simpatica
La rinnovata
Citroën C1 debutta insieme alla Toyota Aygo e alla Peugeot 108 (che prende il posto della 107). Come già succedeva per i precedenti modelli, le tre citycar nascono da un progetto comune e sono realizzate nella stessa fabbrica nella Repubblica Ceca, condividendo la struttura e buona parte della meccanica e degli interni. Tuttavia, oltre che con il “1000” a tre cilindri da 69 cavalli di produzione Toyota (derivato da quello precedente, ma ampiamente rivisto soprattutto per ridurne i consumi), la 108 e la C1 si potranno avere anche con il “1200” Peugeot-Citroën (sempre a tre cilindri, ma con 82 cavalli) dell’auto che abbiamo guidato. Le tre “cugine”, sempre caratterizzate da dimensioni contenute (347 cm di lunghezza, 3 in più di prima ma ben 18 meno di una rivale come la Fiat Panda), si differenziano parecchio nell’aspetto: aggressiva l’Aygo, classica la 108 e simpatica e sbarazzina la
Citroën C1. Davvero personale il frontale di quest'ultima, con i fari ovali sormontati dalle altre luci che sembrano delle sottili sopracciglia, e la piccola mascherina con inserti cromati. Più classica, ma sempre gradevole ed equilibrata è la vista laterale, con i finestrini piuttosto piccoli, due ampie nervature di alleggerimento e le forme arrotondate; come in passato, il portellone è interamente in cristallo, affiancato dai due ampi fanali. La versione Airscape, poi, ha anche un tetto apribile in tela molto ampio (misura 80x76 centimetri) e a comando elettrico; si può avere nero, grigio o rosso, aggiungendo un piacevole tocco di colore; non pochi, tuttavia, i 1.000 euro di supplemento rispetto alla versione che ne è priva.
Da 9.800 euro
La Citroën C1 verrà presentata ufficialmente in Italia giovedì 26 giugno, quando le concessionarie resteranno aperte anche la sera per mostrare al pubblico la nuova citycar, ma gli ordini sono già aperti. I listini partono dai 9.950 euro della 1.0 VTi Live a tre porte, che ha l’Abs, l’Esp e sei airbag, ma non gli alzavetro elettrici, né il “clima” e la radio; accessori dei quali è difficile fare a meno, e che si ritrovano invece nella Feel, che costa 11.350 euro (1.400 in più). Quanto alla 1.2 VTi Shine Airscape del nostro test, il prezzo più salato è giustificato, oltre che dal motore più potente, da una dotazione che aggiunge la radio con il display di 7”, i cerchi in lega di 15” e gli specchietti regolabili e sbrinabili elettricamente. C’è da dire che già al lancio la nuova Citroën C1 sarà in promozione: per tutta la gamma viene proposto un finanziamento a tasso zero, oltre a un anno di assicurazione furto e incendio, la supervalutazione dell’usato di 500 euro e l’antifurto a “marchiatura elettronica” CARDeluxe (include due microchip montati nella macchina e uno applicato alla carta di circolazione). In pratica, consegnando un usato da rottamare, con questa proposta una 1.0 VTi Feel si porta a casa per 9.800 euro, con un risparmio di 1.550 euro.
Ottimi i sedili
La versione a cinque porte della Citroën C1 costa 500 euro in più, ed è decisamente più pratica. Ma, anche se le porte occupano gran parte della fiancata, quelle posteriori sono piuttosto corte; accedere al divano richiede un po’ di agilità. Dietro, c’è spazio per due sole persone (l’auto è omologata per quattro) e l’ingombro del meccanismo del tetto apribile riduce lo spazio per la testa, che si rivela adeguato solo per chi è di statura medio-bassa. Degni di nota, invece, i sedili anteriori con appoggiatesta integrato: hanno un’imbottitura piuttosto soffice che sostiene bene il corpo, in particolare la zona lombare; precisa la regolazione dell’inclinazione dello schienale (a rotella) e ampie le possibilità di regolazione. Il volante si registra solo in altezza, muovendosi insieme al cruscotto, che così non rischia di rimanere nascosto.
Lo schermo è grande
Dal canto loro, gli strumenti della nuova Citroën C1 hanno una forma originale, ma non ci hanno convinto del tutto: il piccolo contagiri a barre luminose dà un’informazione “vaga”, il tachimetro è piuttosto buio (con gli occhiali da sole si legge a fatica) e i tasti per spostarsi nei menu del computer di bordo si raggiungono solo infilando una mano tra le razze del volante. Notevole, invece, lo schermo a sfioramento di 7 pollici: è al centro della plancia e risulta contornato da una mascherina lucida di grande impatto visivo. Fa da radio e consente di visualizzare e accedere alle funzioni del proprio smartphone (navigatore incluso) collegandosi con un cavo alla presa Usb nella consolle. La grafica è gradevole e il funzionamento intuitivo, ma il numero di dispositivi che si possono collegare è piuttosto limitato (comunque, dovrebbe crescere rapidamente).
Valigie poche
L’abitacolo della Citroën C1 è moderno e allegro, ma (sedili esclusi) realizzato piuttosto in economia. Le plastiche sono “leggerine”, mancano le maniglie nel soffitto, i vetri posteriori si aprono a compasso invece di scendere e il “clima” automatico, che costa 300 euro e pure rinfresca adeguatamente, ha le due sole bocchette sui lati della plancia regolabili (quella al centro è “fissa”). Chiudiamo questa analisi “da fermi” con il bagagliaio: la capacità balza dai 130/751 litri del modello precedente ai 196/780 di quello attuale, ma il vano rimane angusto e poco pratico. Il portellone è piccolo e lontano da terra, e si apre su un pozzetto che ha il piano più in basso di 30 cm: caricare e scaricare è scomodo. Manca anche una plafoniera, e i due schienali del divano si reclinano (tirando una fettuccia) solo dal baule, non dall’abitacolo.
Tre cilindri un po’ spenti
La Citroën C1 1.2 VTi, grazie alle dimensioni contenute, alla buona visibilità complessiva (per 250 euro c’è pure la telecamera di retromarcia) e alla valida manovrabilità del cambio, in città si guida senza stress. Tuttavia, ci saremmo aspettati di più dal motore, che al minimo trasmette qualche sussulto ed è poco pronto ai bassi regimi; occorre “giocare” con la frizione per scattare con prontezza. Il che, nonostante un certo brio una volta superati i 2000 giri, ci porta a dubitare dell’ottimo tempo dichiarato nello “0-100”: 10,9 secondi. Stesso discorso per la velocità massima (i 170 km/h “ufficiali” ci sono parsi difficili da raggiungere, anche dopo un lungo lancio) e per i consumi: invece di una percorrenza di 23,3 km/l (tale è quella media omologata), nel cruscotto abbiamo “letto” circa 15 km/l. C’è anche da dire che la vettura guidata aveva percorso solo 500 chilometri e, quindi, era ancora un po’ “legata”. In ogni caso, a breve contiamo di effettuare una prova completa della C1 su alVolante, verificando con i nostri strumenti e in pista le prestazioni “vere”. La guida su strada aperta è facile e rassicurante, ma questa 1.2 è fin troppo rigida sullo sconnesso: sulle irregolarità dell’asfalto, la coda “saltella” sensibilmente. Nel complesso, avendo provato anche una 1.0, ci è parso che la versione meno potente sia anche la più gradevole ed equilibrata: più comoda, e più pronta nell’uso cittadino.
Secondo noi
Pregi
> Impianto multimediale. Con il suo schermo di 7” e il collegamento ai cellulari, fa scena ed è utile.
> Maneggevolezza. Compatta e “leggera” da guidare, l’auto è davvero a suo agio in città e si parcheggia facilmente.
> Sedili. Sono decisamente comodi e dotati di ampie regolazioni.
Difetti
> Cruscotto. Il tachimetro è poco leggibile e il contagiri impreciso.
> Motore ai bassi giri. Il 1.2 è moscio nelle partenze, e al minimo trasmette vibrazioni.
> Spazio. I posti sono soltanto quattro, e il bagagliaio è piccolo e poco pratico.