Difesa come… un cactus
A volerla proprio catalogare, la
Citroën C4 Cactus potrebbe rientrare nella categoria delle crossover compatte: quelle auto con un vago aspetto da fuoristrada e dimensioni contenute (la lunghezza è di 416 cm) che vanno così di moda. In realtà, è un modello fuori dagli schemi, dalla personalità unica. Su una base meccanica semplice e non proprio innovativa (quella delle C3 e C3 Picasso) poggia una carrozzeria arrotondata, per nulla aggressiva, relativamente bassa (148 cm se non si considerano le barre sul tetto), e in cui tutti gli elementi di stile hanno anche una funzione ben precisa. Niente nervature, niente cromature, addirittura niente mascherina. Qui, a dominare la scena sono i vistosi inserti paracolpi Airbump in poliuretano che occupano buona parte delle porte e dei paraurti; si possono avere di colore nero oppure (per 200 euro in più) in colore grigio, cioccolato o sabbia. La stessa funzione estetica (e, al contempo, funzionale) è svolta dalle protezioni in plastica che contornano i passaruota e la parte bassa della carrozzeria; dalle barre sul tetto molto sporgenti e ben visibili; dalle sottili luci a led (diurne e di posizione) che caratterizzano il frontale, mentre i fari veri e propri sono più in basso, integrati (e quasi “nascosti”) negli Airbump. Insomma, la Citroën C4 Cactus è una vettura difesa come poche altre nella quotidiana “battaglia” nel traffico e nei parcheggi, e al contempo è inconfondibile e simpatica. E sapete da dove arriva il nome Cactus? Proprio dagli Airbump, che svolgono lo stesso ruolo delle spine nelle piante grasse: proteggere.
Due schermi
L'originalità caratterizza pure l'abitacolo della Citroën C4 Cactus: moderno, “allegro” e accogliente ma anche, come vedremo, privo di molte comodità o dotazioni che oggi si danno per scontate. Per esempio, la plancia: arrotondata, lineare ed elegante, è sormontata da due schermi verticali. Quello dietro il volante sostituisce il classico cruscotto e si legge bene, ma è semplificato al massimo: niente contagiri (sostituito da una grossa freccia, che compare sulla destra quando è il momento di cambiare marcia) e niente termometro dell'acqua del motore. Il display centrale a sfioramento è più grande (7”) e comanda il “clima” automatico, la radio e il navigatore (tutti di serie). Inoltre, fornisce i dati del computer di bordo. Lo spazio per i piccoli oggetti non manca: il cassetto di fronte al passeggero è enorme (anche perché, novità assoluta, l’airbag frontale è ospitato nel soffitto per non ingombrare) e le tasche nelle porte (davanti e dietro) sono ampie.
Tutta morbida
Senza essere spaziosissima, la Citroën C4 Cactus può ospitare bene quattro adulti di statura medio-alta, ma anche in cinque non si sta troppo pigiati. I sedili ricordano delle poltrone: hanno un'imbottitura piuttosto soffice, che regala un buon comfort. Comodità che non viene meno neppure per l'eventuale passeggero che siede al centro del divano, che gode (pure lui, ed è una rarità su un'auto di questa categoria) di una seduta morbida. Il bagagliaio ha una capacità più che discreta (358/1170 litri) e una forma regolare, ma quanto a praticità e sfruttabilità è sotto la media: la soglia di carico è lontana da terra (81 cm), lo schienale è in un solo pezzo e, abbassato, resta parecchio inclinato e si crea un gradino. Se non si va troppo per il sottile, le finiture soddisfano: il rivestimento dei sedili è gradevole (la nostra auto aveva quello in pelle e tessuto, optional a 800 euro), e lo stesso si può dire per la parte superiore della plancia, per i raffinati tasti sotto il display centrale, per il volante e per la leva del cambio (che, però, ha una forma fin troppo ricercata, e non comoda da impugnare). Al contempo, la gran parte delle plastiche sono da utilitaria, e gli inserti lucidi nelle portiere si rigano con facilità. Inoltre, la dotazione ha parecchie lacune: gli alzavetro anteriori elettrici sono privi dell’automatismo, il volante non si regola in profondità, i vetri posteriori si aprono solo a compasso invece di scendere, l'aletta parasole del passeggero è priva di specchio, c'è solo la plafoniera anteriore e mancano le maniglie sul soffitto.
Vivace, ma la frizione...
Pioggia e vento hanno accompagnato tutto il nostro test. In condizioni così difficili, abbiamo apprezzato la notevole stabilità anche ad andatura sostenuta, la buona aderenza in curva e la gradevole maneggevolezza: grazie anche allo sterzo abbastanza preciso, la Citroën C4 Cactus è un'auto che dà presto confidenza. Il comfort è buono, sia per la dolcezza con cui vengono “filtrate” le buche, sia per il poco rumore proveniente dal tre cilindri (anche se, cercando di riprendere in quarta o in quinta marcia sotto gli 80 km/h, trasmette vibrazioni evidenti). Questo “1200” turbo a benzina è ottimo nella guida tranquilla e nel traffico: ai bassi e medi regimi spinge con grande decisione e prontezza, consentendo riprese rapide. Volendo spingerlo al massimo, invece, non mostra altrettanta grinta, e tende a rimanere (fastidiosamente) su di giri quando si lascia l'acceleratore per cambiare marcia. Insomma, nonostante le buone prestazioni, non lo si può definire un motore sportivo. Quanto al cambio (a cinque marce), la leva ha una corsa lunga, ma gli innesti sono abbastanza precisi e non duri; piuttosto pesante, invece, la frizione. Infine, un cenno ai consumi: i 18 km/litro letti nel computer di bordo sono un risultato molto buono, e non lontano dai 21,7 km/l dichiarati dal costruttore. Va detto che il percorso era favorevole (strade statali poco trafficate), ma, in attesa di una prova completa su alVolante, il giudizio è senz'altro positivo.
Da 14.950 euro
La Citroën C4 Cactus si può già ordinare, e le prime auto si vedranno nelle concessionarie entro il mese di luglio. La 1.2 e-THP Shine Edition del test è la versione a benzina più costosa e meglio dotata (ha anche i cerchi in lega di 17”, gli specchietti esterni sbrinabili e la telecamera di retromarcia), mentre la “base” costa 5.000 euro in meno. Si tratta della 1.2 VTi Live con lo stesso tre cilindri, ma senza turbo e con 75 CV di potenza; la dotazione include comunque sei airbag, l'Esp, la radio e il cruise control, ma non il “clima” (che costa 900 euro). Già al lancio, su tutta la gamma (che include anche le 1.6 a gasolio, con prezzi a partire da 18.250 euro) si può scegliere l'opzione di acquisto Free Drive. Facciamo un esempio, riferito alla 1.2 VTi Live. L'auto, che a listino costa 14.950 euro, si porta a casa versando un anticipo di 3.587 euro, e a seguire 35 rate mensili da 190 euro. Dopo tre anni, si può decidere di riconsegnarla alla concessionaria, oppure di continuare con le rate per altri due anni, completando così l'acquisto. Il Tan è del 2,5% e l'offerta include la manutenzione e la polizza contro il furto e l'incendio.
Secondo noi
Pregi
> Comfort. “Morbida” e poco rumorosa, quest'auto è ok per muoversi in relax.
> Protezione dagli urti. Gli Airbump danno una bella tranquillità nei parcheggi.
> Ripresa. Il motore spinge forte già ai bassi giri: un bell'aiuto nel traffico, nei sorpassi e in salita.
Difetti
> Dotazione. Carente in numerosi particolari.
> Frizione. Il pedale è piuttosto duro.
> Praticità di carico. L'accesso al baule è scomodo, e il divano è in un solo pezzo.