Tutta nuova
Derivata dalla più recente edizione della Mini a tre porte, la nuova
Mini Cabrio mantiene l’inconfondibile personalità e i quattro posti delle altre versioni, ma aggiunge il fascino della capote in tela (tutta nera o, per 650 euro, con la riproduzione della bandiera britannica) ad apertura elettrica: bastano 18 secondi per ripiegarla completamente dietro il divano (anche con l’auto in movimento, fino a 30 km/h). Ma la capote può essere fatta scorrere anche solo parzialmente, come se fosse un semplice tettuccio apribile. Rispetto alla versione chiusa la Mini Cabrio ha una scocca rinforzata, con due traverse a “X” nel pianale; in caso di ribaltamento, poi, dietro il divano fuoriescono automaticamente due roll-bar. Già in vendita a prezzi (non propriamente bassi) compresi fra 22.900 euro e 37.900 euro, la Mini Cabrio è disponibile con quattro motori a benzina: 1.2 e 1.5 a tre cilindri, rispettivamente da 102 e 136 CV, e 2.0 (con un pistone in più) da 192 e 231 cavalli. Due le unità a gasolio della
Mini Cabrio: il 1.5 con 116 CV e il 2.0 da 170. Come sempre, le possibilità di personalizzazione fra tinte della carrozzeria e rivestimenti interni sono molte. In abbinamento al sofisticato navigatore Professional (2.150 euro) con schermo di 8,8”, c’è la “app” che avvisa inviando un messaggio al telefonino se entro i successivi 10 minuti inizierà a piovere: così si ha tutto il tempo di richiudere la capote. Per tutte le versioni sono di serie i cerchi in lega, il climatizzatore, il divano reclinabile in due parti, la radio con Bluetooth e i sensori posteriori di parcheggio. L’allestimento più ricco Hype (dei tre disponibili) dell’auto del test aggiunge il climatizzatore bizona, i fendinebbia a led, gli interni parzialmente in pelle e le ruote di 17”.
Meglio in due
Il parabrezza, meno inclinato di quello di altre cabriolet, favorisce (e parecchio) l’accesso ai posti anteriori. Tetto a parte, l’abitacolo della Mini Cabrio Cooper resta quello delle altre versioni: rifinito con cura, ha una plancia elaborata che, inizialmente, può disorientare per i comandi sparsi qua e là, ma che esteticamente è appagante. La vettura del test si distingueva per i morbidi rivestimenti in pelle nera Yours dei sedili (completi di sostegno estraibile per le cosce), con la bandiera britannica riprodotta dietro i poggiatesta (2.150 euro). La posizione di guida, ben regolabile, è comoda, e il piccolo cruscotto dietro il volante è di facile lettura. Resta nascosta la manopola per i fari, nella plancia, a sinistra del volante. Per chi siede davanti lo spazio è più che sufficiente; dietro, la situazione è migliorata rispetto alla “vecchia” Mini Cabrio, ma si sta sempre rannicchiati e infossati. E lo schienale del divano, verticale, non è comodo. La presenza della capote ha ridotto la capienza del baule della Mini a tre porte (già non grande) da 211 litri a soli 160 (215 a capote su). Però, rispetto alla precedente Mini Cabrio, ci sono 35 litri in più e l’accesso al vano è più ampio: per aumentare l’altezza della bocca di accesso (da 30 a 60 cm), oltre ad aprire la ribaltina (che sostiene 80 kg), si può sollevare di alcuni centimetri la parte inferiore della capote (solo se aperta), agendo su due pratiche leve. Il vano è però di forma irregolare e mostra un “salto” di ben 23 cm fra la soglia e il pavimento. La capacità si può ampliare reclinando lo schienale del divano (diviso in due parti), usufruendo così di un piano di carico lungo 142 cm.
Fa divertire
La Mini Cabrio Cooper Hype del test, dotata di pneumatici 205/40 R 18 (da 510 euro) è gradevole e brillante nella guida. Il 1.5 turbo a benzina ha una buona progressione ed è regolare nel funzionamento: quasi non si avverte che i cilindri siano soltanto tre. Lo sterzo, diretto e pronto, è sportivo, come il cambio manuale, la cui leva ha una corsa breve e precisa. Forte della generosa gommatura, la tenuta di strada è molto elevata, come anche l’agilità: l’auto è lesta fra le curve. La messa a punto delle sospensioni, volta a esaltare le doti di guida, non penalizza però troppo il comfort: la taratura non eccessivamente rigida filtra piuttosto bene le buche. Semmai è la visibilità posteriore a deludere: sia a capote su sia giù, dietro si vede poco. Stando al computer di bordo, nel test condotto ad andatura brillante su tortuose strade collinari, i consumi non sono stati dei più bassi: circa 11 km/l.
Secondo noi
Pregi
> Accessibilità. Il parabrezza verticale favorisce quella nei posti anteriori.
> Finiture. Sono di qualità e appaganti alla vista.
> Guida. L’auto è reattiva, “facile” e divertente.
Difetti
> Fari. La manopola per comandarli è nascosta.
> Spazio. Per chi siede dietro e per i bagagli non è molto.
> Visibilità posteriore. Quella posteriore è scarsa.