Mini
Cabrio

Ha lo stesso stile e la stessa meccanica della Mini “normale”, ma la Mini Cabrio è dotata di un funzionale tetto in tela: si apre elettricamente in 18 secondi (anche in movimento, a patto di non superare i 30 km/h) e, una volta ripiegato, si appoggia sulla coda restando parzialmente in vista (e limitando un po' la visibilità). Il look da roadster è accentuato dal fatto che non c’è un roll-bar fisso e visibile: il sistema di protezione fuoriesce soltanto in caso di ribaltamento imminente della vettura. L’abitacolo è ben rifinito come quello della versione chiusa, ma i due posti dietro sono angusti (seppur meno di quelli del vecchio modello). Si può ripiegare lo schienale del divanetto posteriore per incrementare la capacità del baule, altrimenti veramente esigua, anche se il vano è più capiente di 35 litri rispetto a quello della precedente Mini Cabrio. Pratica la possibilità di sollevare la capote di una trentina di centimetri (quando è aperta) per ampliare la bocca di accesso al baule. Nella guida questa "scoperta" è reattiva e divertente (rapidi i cambi automatici, di serie per tutte, e diretto lo sterzo) come la Mini a tre porte da cui deriva mentre la scelta di motori da (136 a 231 CV) è estesa.

Le Cooper da 136 CV sono brillanti quanto basta per divertirsi fra le curve. Le versioni più potenti sono addirittura "esagerate" e si rivolgono a una clientela decisamente sportiva. I prezzi sono elevati, a fronte di una dotazione piuttosto buona (cerchi in lega, climatizzatore bizona, divano reclinabile in due parti e sensori posteriori di parcheggio). E possono lievitare parecchio se ci si fa prendere la mano dalle numerose e allettanti possibilità di personalizzazione (una su tutte: la capote con la riproduzione della bandiera britannica).