La Mini Aceman è una crossover compatta che la casa inglese (di proprietà del gruppo BMW) produce in Cina. La piattaforma su cui nasce, sviluppata con la Great Wall, è la stessa della Mini elettrica a tre porte. L'auto sta a metà strada fra la berlina a tre porte e la più grande crossover Countryman, riprendendo da quest’ultima elementi stilistici come le ampie protezioni in plastica nera opaca nella parte bassa della carrozzeria che, insieme alla piastra paramotore e alle barre sul tetto, le donano un aspetto “avventuroso” (ma l’altezza da terra ridotta non consente escursioni troppo lontane dall’asfalto).
L’abitacolo della Mini Aceman, molto colorato, riprende quello minimalista degli altri modelli della Mini, in particolare della 3 porte; si impone subito alla vista lo schermo centrale rotondo di 9,44”, con tecnologia oled. È l’unico monitor a bordo della Mini Aceman (se si esclude l’head-up display) e integra sia il sistema multimediale sia il quadro strumenti: se la maggior parte delle funzioni sono richiamate dallo schermo, restano alcuni interruttori fisici per l’avvio della vettura, il freno di stazionamento, i selettori della marcia avanti o indietro e le modalità di guida, nonché il controllo del volume; peccato che, per gestire il “clima”, ci siano solo comandi a sfioramento. La dotazione è buona, ma deludono le finiture: plastiche e lavorazioni.
La Mini Aceman è omologata per cinque, ma dietro ci si sta discretamente solo in due: al centro il tunnel alto e il mobiletto sporgente danno fastidio ai piedi. Il bagagliaio ha una capienza di soli 300 litri e il portellone è piccolo e con apertura molto alta da terra. La Mini Aceman c'è solo elettrica, in due varianti di potenza per la E e la SE. Scatta bene, ma il comfort non è fra i pregi.