Ora è anche Euro 6
A due anni dal lancio, l’aspetto da crossover-coupé della
Mini Paceman (basata sulla precedente generazione della vettura inglese) non è affatto invecchiato. Quindi, l’aggiornamento si limita ad alcuni dettagli, come i fendinebbia con luci diurne entrambi a led (di serie per Cooper S, Cooper SD e John Cooper Works All4; 260 euro per le altre), i due nuovi colori per la carrozzeria (Jungle Green e Midnight Grey) e le inedite ruote in lega leggera. Per quanto riguarda i motori, ora sono tutti Euro 6: a benzina, il 1.6 aspirato da 122 CV e turbo con 190 (6 più di prima) o 218 cavalli; a gasolio, il 1.6 da 112 CV e il 2.0 con 143 cavalli. Con un supplemento di 1.700 euro si può avere la trazione integrale (di serie per la più potente John Cooper Works All4), invece che anteriore, mentre per il cambio automatico a sei marce (disponibile solo con i motori meno potenti) vanno aggiunti altri 1.700 euro. Già in vendita, la rinnovata Mini Paceman ha prezzi compresi fra i 23.750 euro della Cooper da 122 CV (climatizzatore manuale, radio con presa Aux e ruote in lega di 16” di serie) e i 36.700 della John Cooper Works All4 da 218 cavalli (nella dotazione: cerchi di 18” e fendinebbia) del test.
Dietro stai stretto
I quadranti del tachimetro e del contagiri scuri per tutte le versioni, le finiture cromate per i pomelli delle bocchette d’aerazione e il binario portaoggetti che divide a metà l’abitacolo, ora proposto di serie, sono le novità all’interno della Mini Paceman. La distribuzione dei comandi non sarà delle più razionali, ma è riuscita dal punto di vista estetico. Piuttosto, stupisce che una vettura così sportiva (e costosa) non abbia il termometro per la temperatura del liquido di raffreddamento e il manometro per la pressione dell’olio. Chi siede davanti ha tutto lo spazio necessario; la comoda posizione di guida, ampiamente regolabile (scomodo, però, lo schienale registrabile solo a scatti), dispone di un avvolgente sedile. Viceversa, dietro trovano posto soltanto due persone, su altrettante poltroncine che, però, non offrono molto spazio per le gambe e sopra la testa (chi è più alto di 170 cm sfiora il soffitto). Spazio che, invece, non manca nel bagagliaio, capiente (330/1080 litri) per una vettura lunga soltanto 411 cm, completo di doppio fondo e facilmente accessibile dall’ampio portellone.
Divertimento assicurato
Gli ingredienti per far felici gli sportivi ci sono tutti: sterzo diretto e preciso, cambio ben manovrabile (breve la corsa della leva), assetto reattivo e 218 cavalli sotto il cofano. Fra le curve la Mini Paceman John Cooper Works All4 diverte con poco impegno: grazie al rollio minimo, alle larghe ruote di 18” e alla quattro ruote motrici (quando necessario, tramite il differenziale centrale, parte della trazione viene automaticamente trasferita al retrotreno), la tenuta di strada è elevata.
Si vede poco
Il comfort è migliorato: pur tarate in senso sportivo, le sospensioni della Mini Paceman John Cooper Works All4 digeriscono con maggior disinvoltura le buche. E, se si desidera viaggiare rilassati, il potente 1.6 turbo sfodera una convincente dolcezza di funzionamento. Del resto, non spinge in maniera feroce, ma con una fluida (ed efficace) progressione fin dai bassi regimi, sia nella modalità di guida standard sia in quella sportiva (selezionabile con il tasto nella consolle), che irrigidisce leggermente il volante. Meno soddisfacenti la visibilità posteriore (per via della forma della carrozzeria) e quella offerta dai retrovisori esterni: sono piccoli e, con certe regolazioni del sedile, rimangono parzialmente nascosti dalle porte. Quanto ai consumi, con una guida brillante abbiamo tenuto (secondo il computer di bordo) la non disprezzabile media di 9,5 km/l.
Secondo noi
Pregi
> Baule. Rispetto alle dimensioni contenute dell’auto, è grande.
> Cambio. Si manovra bene e ha un’azzeccata rapportatura.
> Sterzo. Diretto e consistente come piace agli sportivi.
Difetti
> Posti dietro. Sono solo due, e tutt’altro che ampi.
> Strumentazione. Non così completa per essere quella di una sportiva.
> Visibilità. Dietro si vede poco e i retrovisori sono piccoli.