Non chiamatela Astra cabriolet
Appena entrata a listino (ma in consegna a maggio), la nuova
Opel Cascada racchiude i tratti distintivi delle Opel più recenti (dai fari a punta con luci a led a “boomerang” alla mascherina, fino alle nervature sulle fiancate). Inoltre, condivide alcune componenti con le Astra (l’avantreno è quello della OPC). Tuttavia si tratta di un modello del tutto nuovo, con una pianale specifico e con dimensioni più importanti della berlina Opel: la nuova cabriolet tedesca è lunga 470 centimetri (l’Astra a cinque porte ne misura 28 in meno) e ha un passo di 270 centimetri che le dà slancio.
Punta in alto
Se si guarda alle dimensioni, la nuova Opel Cascada può giocarsela con le cabriolet dei marchi di lusso (Mercedes E, Audi A5, BMW Serie 3). E pure quanto a finiture non ha nulla da invidiare alle tedesche più blasonate. Certo, per questo genere di vetture il marchio ha la sua importanza, ma se si guarda alla dotazione e si tiene conto che si può arrivare a spendere anche il 30% in meno rispetto ai marchi premium, un pensierino c’è da farcelo. Se invece si prendono in considerazione le rivali simili per fascia di prezzo (Peugeot 308 CC, Renault Mégane CC, Volkswagen Golf Cabriolet) il plus della Cascada sono proprio le dimensioni.
Interni curati e spaziosi, almeno per una cabrio
L’abitacolo della Opel Cascada è ampio per questo genere di vetture, e ben rifinito. A richiesta i rivestimenti in pelle Nappa (3.000 euro, inclusa la regolazione elettrica delle poltrone, che diventano ventilabili) dell’auto da noi provata: è utilizzata per i sedili, ma anche per gli inserti nelle porte e sulla plancia. Di serie, invece, una “chicca”: il meccanismo automatico che porge la cintura a guidatore e passeggero anteriore quando si chiudono le porte. L’accesso al divano non è scomodo neppure a tetto chiuso. In questo caso, la distanza tra seduta e soffitto è di 90 centimetri: non male per una cabriolet.
Il baule non è piccolo, però…
Ciascuna delle metà dello schienale del divano può rapidamente essere reclinata tirando una levetta nel baule. Quest’ultimo vanta una capienza di 280 litri a capote chiusa, che diventano 380 se si rinuncia a viaggiare col vento tra i capelli. Però la bocca d’accesso è stretta, soprattutto quando la Opel Cascada è aperta: già caricare un trolley alto 30 centimetri può diventare un problema. Si sfruttano bene, invece, sia la larghezza 99 centimetri sia la profondità di 85 (che possono diventare 210 a divano reclinato). Non mancano i vani portaoggetti: ampio (e dotato di serratura) quello di fronte al passeggero anteriore. Peccato che nessuno sia refrigerato.
Un allestimento, quattro motori
La nuova Opel Cascada è proposta in Italia in un solo allestimento, Cosmo, che comprende Esp con sistema antiarretramento in salita, quattro airbag (quelli laterali, solo anteriori, proteggono sia il torace sia la testa), “clima” bizona, cerchi in lega di 18 pollici, cruise control, fanali a led e gli indispensabili sensori di parcheggio anteriori e posteriori (dal lunotto si vede pochissimo). Quattro invece i motori, due a benzina e due turbodiesel. I primi sono un 1.4 da 120 cavalli e l’inedito 1.6 a iniezione diretta da 170 cavalli, entrambi turbo. A gasolio ci sono un 2.0 da 165 cavalli e la sua versione biturbo da 195. I due motori più potenti sono anche abbinabili a un nuovo cambio automatico a sei marce (2.000 euro).
Auto nuova, motore nuovo
Nel nostro test della Opel Cascada abbiamo provato proprio la versione con il debuttante 1.6 a benzina. Dotato di Stop&Start, colpisce per la fluidità di funzionamento, la notevole spinta (260 Nm, che in accelerazione diventano 280 per qualche secondo). Lo si sfrutta da 1500 a 6500 giri, quando interviene il limitatore. Credibile quindi lo “0-100” ufficiale (9,6 secondi), mentre sulle strade strette dei dintorni di Montecarlo ci siamo tenuti ben distanti dai 222 km/h della punta dichiarata: la verificheremo in pista con una prova. Meritano un approfondimento anche i consumi, visto che sui saliscendi delle Alpi Marittime il computer di bordo ha segnato una media prossima ai 10 km/litro.
Si scopre (anche) in movimento
Il sole della costa azzurra ci spinge ben presto ad aprire la capote. Per farlo non dobbiamo neppure aspettare di fermarci: basta viaggiare a meno di 50 km/h e tirare la levetta tra i sedili. In 17 secondi la nuova Opel Cascada nasconde la capote nel baule. A proposito del tetto, quello dell’auto del test era dotato di uno strato aggiuntivo di materiale fonoassorbente: un optional che fa lievitare il prezzo di 300 euro. Viaggiando scoperti, le turbolenze cominciano a farsi sentire poco oltre gli 80 km/h. Due i frangivento che si possono montare (ma sono a richiesta: 300 euro la coppia). Il più grande si utilizza viaggiando in due, mentre l’altro è da collocare dietro al divano. Quando non vengono utilizzati, si possono nascondere nel baule, a ridosso del divano (c’è un’apposita sacca). Macchinoso però prenderli, perché va reclinato lo schienale.
In curva, promosso il telaio. Bocciato il parabrezza
Anche sui tornanti stretti la nuova Opel Cascada vanta una notevole agilità, lo sterzo è preciso (le sospensioni anteriori sono di tipo HiPer Strut, come nelle Astra e Insignia OPC) e la tenuta di strada notevole. Gli ammortizzatori FlexRide a controllo elettronico (1.000 euro) in modalità Sport (quando lo sterzo si fa più consistente e l’acceleratore più pronto) danno una risposta più secca sulle sconnessioni, che invece vengono “digerite” bene nella funzione Tour. Tra le curve, però, disturba parecchio il montante a sinistra del parabrezza: toglie parecchia visibilità. E, a proposito del vetro anteriore, in particolari condizioni di luce mostra riflessa la plancia (in particolare la parte centrale). A tetto aperto, invece, patisce i riflessi (questa volta del sole) la parte alta della strumentazione.
Secondo noi
PREGI
> Agilità. A dispetto delle dimensioni, questa cabrio “danza” molto bene tra le curve.
> Comfort. L’abitacolo è spazioso e (per essere quello di una cabrio) ben insonorizzato.
> Motore. Il nuovo 1.6 turbo a iniezione diretta di benzina spinge con fluidità dai bassi regimi al limitatore.
DIFETTI
> Riflessi. A tetto aperto affliggono la strumentazione, mentre in particolari condizioni di luce è la plancia a “farsi vedere” sul parabrezza.
> Vani climatizzati. Non ci sono. Peccato, visto che è un’auto da godere soprattutto d’estate.
> Visibilità. Oltre a quella dietro, assai limitata, pesa l’ingombro del montante a sinistra del parabrezza.