Non inquina e per fare il pieno basta la presa di corrente, ma la versione elettrica della Smart è adatta soltanto alla città: le prestazioni sono troppo limitate per tangenziali e autostrade. Sarà in vendita entro il 2012, mentre le cento già in circolazione, per ora sono concesse solo a noleggio.
Posizione di guida | (1 vote) |
Cruscotto | (1 vote) |
Visibilità | (1 vote) |
Comfort | (1 vote) |
Motore | (1 vote) |
Ripresa | (1 vote) |
Frenata | (1 vote) |
Sterzo | (1 vote) |
Tenuta di strada | (1 vote) |
Dotazione | (1 vote) |
Qualità/prezzo | (1 vote) |
In città è l’ideale: non fa rumore, non emette sostanze inquinanti e ha un discreto spunto da fermo. Tuttavia, la versione elettrica della Smart non è abbastanza potente e veloce per affrontare in sicurezza i percorsi extraurbani, senza contare che l’autonomia supera di poco i 100 km effettivi. Per ordinarla si dovrà attendere un paio d’anni: i cento esemplari “sperimentali” già in circolazione sono a noleggio, e nei box dei loro utilizzatori è stata installata una colonnina intelligente per la ricarica.
A parte la sigla “ED” e la scritta “electric drive” sulla fiancata, sembra una normale Smart in livrea bianca con diversi elementi verniciati in verde: gli specchi retrovisori, i cerchi e la cellula Tridion che costituisce “l’ossatura” di sicurezza della carrozzeria. Anche la trazione è sulle ruote posteriori come nel modello standard, solo che invece del motore a benzina ce n’è uno elettrico alimentato da un pacco batterie (che pesa circa 200 kg ed è alloggiato sotto il pavimento per tenere basso il baricentro).
Per acquistarla di dovrà attendere il 2012: i cento esemplari in circolazione in tre città-pilota (Milano, Pisa e Roma) sono stati assegnati a noleggio per 480 euro al mese nell’ambito del programma e-mobility; per quelli che hanno aderito è stata prevista l’installazione nel loro box di casa di una colonnina intelligente (serve anche a climatizzare l’auto prima dell’uso) dove effettuare le ricariche a un costo forfetario di 25 euro mensili.
Al posto del bocchettone di rifornimento c’è una presa di corrente, dove si collega un cavo normalmente riposto all’interno del vano ricavato nella ribaltina del bagagliaio: il “pieno” richiede circa otto ore, costa solo qualche euro e in città garantisce un’autonomia di circa 135 km (complice il fatto che quando si rallenta o si frena vengono ricaricate le batterie); a conti fatti, con la pur economica Smart diesel si spende circa il doppio.
Lo scatto da fermo è discreto, stabilità e tenuta di strada non deludono, ma il silenzioso motore elettrico può erogare i suoi 41 CV soltanto per un paio di minuti, dopodiché la potenza scende a 27 CV: in quest’ultimo caso ne risentono le prestazioni, insufficienti per effettuare lestamente i sorpassi e per viaggiare in sicurezza sulle arterie a scorrimento veloce e soprattutto in autostrada, dove si rivela inadeguata pure l’autonomia.
Le batterie collocate sotto il pavimento non penalizzano l’abitabilità, che è quella delle altre Smart: sui profilati sedili viaggiano comodi anche i più alti; identico a quello delle altre versioni pure il bagagliaio, peraltro piuttosto capiente. La plancia – anche in questo caso realizzata in plastica economica – cambia soltanto in alcuni dettagli, mentre la strumentazione impiega indicatori specifici, come quello di carica della batteria e quello che mostra quanta corrente si utilizza in accelerazione e quanta se ne recupera in frenata. La corta leva nel tunnel ha le stesse posizioni dei cambi automatici, ma in realtà selezionando la D si innesta un rapporto fisso che collega direttamente il motore alle ruote.
Plancia e comandi
A parte il cassetto del passeggero privo di sportello di chiusura, le differenze rispetto alle versioni a benzina si limitano ad alcuni dettagli in verde metallizzato e alla coppia di strumenti presenti nella parte superiore: al posto del contagiri c’è l’indicatore di carica della batteria, mentre lo strumento che mostra quanta potenza si usa in accelerazione e quanta se ne “genera” nei rallentamenti o in frenata ha sostituito l’orologio analogico (ora c’è solo quello digitale). Varia poco anche il cruscotto, già completo nella Smart “normale” e qui arricchito con la spia di carica che si illumina quando l’auto è collegata alla rete elettrica. Dato che la Smart Fortwo ED non ha un vero e proprio cambio, mettendo in D la corta leva nel tunnel si innesta l’unico rapporto disponibile fra motore e ruote; le altre posizioni P (parcheggio), R (retromarcia) e N (folle) sono le stesse degli “automatici”. Migliorabile la qualità delle plastiche.
Abitabilità
D’accordo, i posti sono soltanto due, ma lo spazio a bordo è più di quanto la compatta carrozzeria lascerebbe immaginare, anche perché le batterie si trovano sotto il pavimento e non alterano le dimensioni dell’abitacolo: le poltrone – ben profilate e dotate di poggiatesta integrato – ospitano comodamente anche occupanti di corporatura robusta, e il fatto che quella di destra sia leggermente arretrata rispetto all’altra fa sì che guidatore e passeggero non interferiscano troppo con i gomiti. Inoltre, le sedute piuttosto rialzate non soltanto favoriscono la visibilità, ma facilitano l’accesso a bordo.
Bagagliaio
In fatto di capacità di carico la Smart batte molte citycar di dimensioni maggiori (che, però, offrono quattro posti): permette di contare su un vano profondo 48 cm e dalla larghezza media di circa un metro, che all’occorrenza può essere sfruttato fino al soffitto (che dista 78 cm dal pavimento); inoltre, se si viaggia da soli si può abbattere lo schienale destro e stivare oggetti lunghi sino a 144 cm. Pratica anche la possibilità di accedere al baule sollevando soltanto il lunotto, senza necessariamente aprire la sottostante ribaltina (provvista di uno scomparto interno dove ricoverare il cavo di ricarica).
Questa Smart nasce per la città: silenziosa al punto da dovere far attenzione ai pedoni (perché non la sentono sopraggiungere), scatta bene al semaforo e ha la stessa agilità delle “sorelle” a benzina o a gasolio. Ma nell’uso extraurbano mostra i suoi limiti, perché oltre che con l’autonomia – poco più di 100 km effettivi – si devono fare i conti con le prestazioni: oltre i 70 orari la spinta del motore si affievolisce e i sorpassi diventano difficoltosi. E in autostrada la velocità massima, di 100 km/h, è insufficiente per viaggiare senza essere d’intralcio agli altri veicoli.
In città
Una caratteristica dei motori elettrici è di erogare costantemente la coppia massima, quale che sia il numero dei giri: questo favorisce lo sprint al semaforo, e anche l’agilità resta quella delle altre Smart. Attenzione, però, a pedoni e ciclisti: nella Smart ED il rumore del motore non c’è, e nessuno vi sente arrivare. La marcia nel traffico, con frequenti frenate e rallentamenti, permette di utilizzare appieno il sistema di recupero dell’energia ottimizzando la carica delle batterie: se ne giova l’autonomia che, in effetti, per l’impiego urbano appare adeguata (nella nostra prova abbiamo percorso circa 135 km).
Fuori città
La “zavorra” delle batterie non ha effetti negativi sulla maneggevolezza, perché il peso in più è sistemato in basso, per cui il baricentro resta abbastanza vicino al suolo: in curva l’auto è sicura, e se si esagera è pronto a intervenire l’Esp. Peccato che oltre i 50 km/h la ripresa peggiori sensibilmente, e che superati i 70 km/h la spinta fornita dal motore sia insufficiente anche solo per effettuare un sorpasso in sicurezza: insomma, le Smart a benzina o diesel sono tutta un’altra cosa.
In autostrada
Anche se per chi deve percorrere solo brevi tragitti l’autonomia potrebbe essere sufficiente, ciò che condiziona pesantemente l’attitudine autostradale della Smart ED è la velocità massima di soli 100 km/h: un valore inadeguato per marciare come si deve, perché anche se (inevitabilmente) ci si rassegna a viaggiare sulla corsia destra, il rischio di intralciare gli altri veicoli è concreto. In caso di improvvisi rallentamenti si può, comunque, contare sulla valida risposta dell’impianto frenante, peraltro coadiuvato dal cospicuo effetto frenante del motore in rilascio.
I crash test EuroNcap sono stati effettuati nel 2007, anno del debutto della rinnovata Smart da cui l’attuale modello, aggiornato nel 2010, deriva: si riferiscono, pertanto, alla versione con motore tradizionale, valutata con quattro stelle (una in meno del massimo). Sul giudizio ha probabilmente pesato anche il fatto che l’esemplare preso in esame fosse privo degli airbag laterali e di quelli per la testa, che sono optional: l’equipaggiamento di serie prevede soltanto quelli frontali, oltre alle cinture con pretensionatore e all’Esp.
A salvaguardare gli occupanti ci sono gli airbag frontali e le cinture di sicurezza con pretensionatore, ma per i “cuscini” laterali e per la testa si deve sborsare un sovrapprezzo (tranne che nella “sportiva” e ricca Brabus, che li offre gratis); da pagare a parte anche gli attacchi Isofix e il dispositivo che permette di disattivare l’airbag anteriore destro (indispensabili qualora si intenda trasportare dei bambini su seggiolini specifici). Sono, invece, di serie i controlli elettronici di trazione e stabilità, fondamentali in una vettura con il passo (ossia la distanza fra l’asse anteriore e quello posteriore) così corto. I crash test EuroNcap risalgono alla versione 2007, dalla quale l’attuale Smart (aggiornata anche nell’estetica) deriva, e logicamente sono riferiti al modello con motore termico: l’esemplare sottoposto a verifiche, privo di airbag laterali e a tendina, ha ottenuto quattro stelle su cinque in merito alla protezione degli occupanti, e due stelle per la salvaguardia dei pedoni in caso di investimento.
In fatto di costi di esercizio questa Smart elettrica fa impallidire anche l’economicissima sorella a gasolio, senza contare che non emette neanche un grammo di anidride carbonica; peccato che non si possa ancora comprare e che il canone di noleggio sia salato. Piacevole e scattante in città, trova i suoi limiti nell’autonomia di poco superiore ai 100 km e nelle prestazioni, inadeguate ai percorsi extraurbani o autostradali.
La Fortwo ED non sarà in vendita prima del 2012 e solo a quell’epoca si potrà capire se, e in quale misura, davvero conviene rispetto alle versioni con motori tradizionali, che comunque consumano e inquinano meno della media. Di certo c’è che questa elettrica è (ovviamente) vincente per quanto riguarda le emissioni (che sono pari a zero) e che i costi di esercizio depongono a suo favore: un “pieno” di energia costa meno di tre euro e permette di percorrere più di 100 km (il gasolio necessario alla pur parsimoniosa Smart diesel per coprire la medesima distanza costa quasi il doppio). Il fatto che al momento la si possa soltanto noleggiare la rende una scelta riservata ai “pionieri” disposti a pagare un canone piuttosto caro e a sopportare alcune limitazioni: le prestazioni sono insufficienti fuori città, l’autonomia è ridotta e non esiste ancora una capillare rete di colonnine per la ricarica.
Costi di esercizio
La convenienza della trazione elettrica è indiscutibile: se si tiene conto del solo “costo vivo” del carburante, la ED fa spendere la metà rispetto alla versione diesel (la meno assetata fra le Smart a motore endotermico).
Maneggevolezza
Di più agile in città ci sono solo le moto: compatta e maneggevole, la Smart è imbattibile sia quando si guida nel traffico, sia al momento di parcheggiare. E questa versione elettrica non risente affatto del maggior peso dovuto alle batterie.
Prestazioni in città
Ci si muove nel massimo silenzio (ma attenzione ai ciclisti e ai pedoni: non vi sentono arrivare) e con un discreto brio: lo spunto al semaforo è tutt’altro che disprezzabile e “gli affanni” iniziano solo al di sopra dei 70 km/h.
Autonomia
Se ci si limita all’impiego cittadino, i 135 km che abbiamo percorso con una carica completa sono più che sufficienti (anche se quando l’autonomia residua è inferiore ai 10 km il calo di prestazioni è drastico). Ma nelle gite fuoriporta conviene fare i conti con attenzione, anche per quanto riguarda le possibilità di “rifornimento”.
Finiture
Il design degli interni è moderno, gli abbinamenti cromatici indubbiamente accattivanti e gli assemblaggi discretamente curati, ma la qualità delle plastiche rimane al di sotto delle aspettative.
Guida fuori città
I 41 CV del motore elettrico sono disponibili solo per due minuti, dopodiché ne rimangono a disposizione 27: anche se questa Smart - nonostante le batterie -resta al di sotto dei 900 kg, la ripresa oltre i 70 orari è lenta e la velocità massima (100 km/h) insufficiente per viaggiare sicuri anche in autostrada.
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
100,2 km/h | 100 km/h | ||
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-50 km/h | 6,0 | non dichiarata | |
0-100 metri | 26,0 | non dichiarata | |
0-400 metri | 22,4 | 95,0 km/h | non dichiarata |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
400 mentri da 40 km/h | 19,1 | 96,4 km/h | non dichiarata |
da 20 a 50 km/h | 4,3 | non dichiarata | |
da 20 a 90 km/h | 13,2 | non dichiarata | |
AUTONOMIA | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 134,5 km | ||
Su percorso misto | 117,1 km | ||
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 8,2 km/kWh | non dichiarato | |
Su percorso misto | 7,1 km/kWh | 8,2 km/kWh | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 50 km/h | 9,5 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 39,7 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 103 km/h effettivi il tachimetro indica | 103 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 9,0 metri | 8,8 metri |
Motore | Elettrico trifase |
Potenza massima kW (CV)/giri | 30 (41) |
Coppia max Nm | 120 |
Tipo batteria | Ioni di litio |
Tensione - capacità | 400 V - 16,5 kWh |
Tempo max di ricarica | 8 ore (a 220 V) |
Autonomia | 135 km |
Trazione | Posteriore |
Freni anteriori | Dischi autovent. |
Freni posteriori | Tamburi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 270/156/154 |
Passo cm | 187 |
Peso in ordine di marcia kg | 890 |
Capacità bagagliaio litri | 220/340 |
Pneumatici (di serie) | 155/60 - 175/55 R 15 |
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
100,2 km/h | 100 km/h | ||
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-50 km/h | 6,0 | non dichiarata | |
0-100 metri | 26,0 | non dichiarata | |
0-400 metri | 22,4 | 95,0 km/h | non dichiarata |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
400 mentri da 40 km/h | 19,1 | 96,4 km/h | non dichiarata |
da 20 a 50 km/h | 4,3 | non dichiarata | |
da 20 a 90 km/h | 13,2 | non dichiarata | |
AUTONOMIA | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 134,5 km | ||
Su percorso misto | 117,1 km | ||
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 8,2 km/kWh | non dichiarato | |
Su percorso misto | 7,1 km/kWh | 8,2 km/kWh | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 50 km/h | 9,5 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 39,7 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 103 km/h effettivi il tachimetro indica | 103 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 9,0 metri | 8,8 metri |
Motore | Elettrico trifase |
Potenza massima kW (CV)/giri | 30 (41) |
Coppia max Nm | 120 |
Tipo batteria | Ioni di litio |
Tensione - capacità | 400 V - 16,5 kWh |
Tempo max di ricarica | 8 ore (a 220 V) |
Autonomia | 135 km |
Trazione | Posteriore |
Freni anteriori | Dischi autovent. |
Freni posteriori | Tamburi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 270/156/154 |
Passo cm | 187 |
Peso in ordine di marcia kg | 890 |
Capacità bagagliaio litri | 220/340 |
Pneumatici (di serie) | 155/60 - 175/55 R 15 |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
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Smart Fortwo coupe usate 2018 | 9.400 | 14.550 | 91 annunci |
Smart Fortwo coupe usate 2019 | 8.999 | 14.370 | 99 annunci |
Smart Fortwo coupe usate 2020 | 9.800 | 14.060 | 69 annunci |
Smart Fortwo coupe usate 2021 | 9.990 | 14.480 | 80 annunci |
Smart Fortwo coupe usate 2022 | 12.900 | 18.580 | 13 annunci |
Smart Fortwo coupe usate 2023 | 12.980 | 17.490 | 13 annunci |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
---|---|---|---|
Smart Fortwo coupe km 0 2022 | 19.900 | 19.900 | 1 annuncio |
Smart Fortwo coupe km 0 2024 | 29.805 | 29.810 | 2 annunci |