Il tedesco ha riportato entusiasmo a Maranello: l’avvicendamento con Alonso, risalente al 2014, è coinciso con la rivoluzione tecnica della Ferrari e si è rivelato fruttuoso. Nella sua prima stagione in rosso, ha conseguito tre vittorie (come Schumacher nel 1996, quando passò al Cavallino), una pole position, tredici podi e un terzo posto iridato che, a poche gare dalla fine, poteva essere il secondo (prima di un finale irresistibile di stagione siglato da Rosberg). Velocissimo in prova e molto consistente in gara, è abile nella gestione di gara e determinato ma non scorretto nei sorpassi. L’integrazione con la squadra appare ottimale: tra le note di colore del 2015, i suoi team radio dopo i successi in Malesia, in Ungheria e a Singapore. Con la Red Bull è riuscito a conquistare quattro titoli piloti di fila, dimostrando la stoffa del predestinato; nel 2016 è chiamato a confermare le doti di uomo-squadra e a vincere un Mondiale che, per i piloti, a Maranello manca dal 2007. I test precampionato di Barcellona hanno denotato un buon affiatamento con la SF16-H: le aspettative su di lui e sulla Ferrari non possono quindi che essere elevate.