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24 ore di Le Mans 2015: alla ricerca della gloria

11 giugno 2015

Una corsa su 13 km e più di tracciato semipermanente che, affondando le radici nella Storia, mette alla prova auto e piloti per un giorno e una notte intera.

24 ore di Le Mans 2015: alla ricerca della gloria
FESTA DI MOTORI - La speranza malcelata degli organizzatori è quella di portare alla 24 ore di Le Mans 2015 qualcosa di prossimo ai 300.000 spettatori - circa il 10% in più rispetto allo scorso anno. In pratica, la città francese vede triplicare per alcuni giorni la popolazione, e non è difficile trovare gruppi di pittoreschi fan dell'una o dell'altra marca, anche se in prevalenza di può parlare di appassionati del motorsport: per chi ama entrambi i mondi, il tifo di Le Mans è più prossimo a quello di un evento del Mondiale Rally o di un Tourist Trophy che a quello di un Gran Premio di Formula 1.
 
FASCINO ALLO STATO PURO - Sui 13 e più km del Circuito della Sarthe - in parte permanente e in parte ricavato da alcune strade dipartimentali chiuse al traffico per l'occasione - si sfidano una sessantina e più di auto da corsa a ruote coperte, con prestazioni fortemente differenti: c'è chi parte per arrivare e chi per vincere, ma tutti sullo stesso circuito, per una durata di un giorno e una notte (il via e la conclusione avvengono alle 3 di pomeriggio) che risulta probante tanto per i mezzi quanto per i piloti. Vi sono due categorie di prototipi, dall'estrema Lmp1 a quella più “leggera” (ma non troppo, a giudicare dalle prestazioni) Lmp2; nel Turismo, le GT sono differenziate in Pro e Am, dove la seconda sigla sottende alla presenza di un “amatore” (che ai tempi si sarebbe definito “gentleman driver”) affiancato da due professionisti - l'equipaggio è infatti composto, in tutti i casi, da tre piloti.
 
MEZZO SECOLO - Eppure, tranne uno zoccolo duro di appassionati, Le Mans non interessa l'Italia quanto altri Paesi - la Francia è fuori categoria visto l'orgoglio nazionale che trasuda dalla notte dei tempi: i motivi possono essere molteplici ma giocoforza riconducibili alla presenza della Ferrari. Che compete sì in modo privato nelle GT, ma non vince un'assoluta da 50 anni esatti - e anzi, è attesa oggi la presenza del Preside Volante, Nino Vaccarella, trionfatore nel 1964 con Jean Guichet. 
 
LE ROSSE IN BIANCO E BLU - Per capire quanto Le Mans fosse importante per la Ferrari, basti dire che proprio in quegli anni la Ford decise la scalata all'azienda e - a trattative interrotte da parte del Commendatore - fu Henry Ford II a sfidare apertamente l'amante tradita sui campi di gara, concependo la GT40. Che nel 1964 e nel 1965 pagò problemi di affidabilità, salvo poi vincere a mani basse i due anni successivi. E, se non bastasse per rendere l'idea appieno, basti sapere che nel 1964 Enzo Ferrari si vide negare dalla FIA l'omologazione nella categoria GT della 250 LM presentata al Salone di Parigi nel '63 per correte nella GT. La berlinetta fu inserita tra i prototipi, ed Enzo Ferrari fece correre alle Rosse di Formula 1 gli ultimi Gran Premi dell'anno non con i tradizionali colori nazionali, ma con il bianco e il blu della scuderia NART di Luigi Chinetti, importatore USA per la Ferrari.
 
DALLA FORMULA 1 - Era il periodo in cui, anche in Italia, una 24 ore di Le Mans valeva un Mondiale di Formula 1: un simile paragone adesso non avrebbe senso - anche perché i contratti blindati dei piloti del Circus difficilmente permettono passaggi estemporanei nelle gare di durata, anche se quest'anno l'eccezione è Hulkenberg - ma in queste latitudini c'è un popolo numeroso che, le ruote, le preferisce ancora scoperte.


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