PARERI CONTRASTANTI - In Germania non sono tutti d’accordo sul bando dei motori a scoppio deciso dal parlamento europeo (qui la news). A pochi giorni del cosiddetto "trilogo" (il processo di trattative formali e informali tra il Consiglio Ue, la Commissione e lo stesso Parlamento), gli esponenti del governo di Berlino lanciano segnali opposti in merito al blocco della vendita di veicoli a benzina e diesel dal 2035. Da un lato il ministro delle finanze Christian Lindner, che reputa inaccettabile la proposta europea e che dà completo supporto allo sviluppo dei bio carburanti, sull’altro fronte troviamo invece la responsabile del ministero dell’ambiente, che appoggia a pieni voti la misura prevista dagli europarlamentari.
CONTRO IL BANDO - Il ministro delle finanze tedesco si è dichiarato fortemente contrario alla decisione dell’Ue, annunciando il voto sfavorevole al bando dei motori termici. Secondo questa fazione, l’abbandono di mezzi a combustione causerebbe il blocco del processo di sviluppo e innovazione, sostenendo che dopo il 2035 alcune aree del mondo continueranno a essere non servite da infrastrutture per l’elettrificate per decenni. Un ragionamento che darebbe quindi spazio all’esistenza di una nicchia di vetture a combustione nel futuro. Inoltre, Christian Lindner si è schierato anche contro gli incentivi all’acquisto di auto ibride e a batteria, ritenendo più opportuno il ricollocamento delle risorse finanziare a sostegno dei cittadini, per esempio adottando una riforma fiscale.
VISIONE OPPOSTA - Steffi Lemke (a capo del dicastero dell'Ambiente) smentisce invece la posizione del ministro delle finanze, dichiarando che il governo condivide pienamente la posizione della Commissione europea e sostenendo la completa diffusione di autovetture e i veicoli commerciali a zero emissioni dal 2035. L’abbandono alle auto termiche si fa quindi una questione spinosa non solo per l’industria, ma anche per i governi, e il caso tedesco ne è un chiaro esempio con la coalizione (formata dal partito liberale democratico, dai verdi e dai socialdemocratici) che si trova anche ad affrontare il paradosso relativo all’utilizzo di carbone.
UN PARADOSSO - Oltre al disegno previsto dal decreto europeo Fit for 55 a minare la stabilità dell’esecutivo tedesco ci pensa la guerra in Ucraina. Per ridurre la dipendenza dal gas russo, il governo tedesco ha infatti deciso di utilizzare temporaneamente il carbone come fonte energetica delle centrali elettriche. Una manovra che non solo contraddice il miglioramento della qualità dell’aria auspicato dalla diffusione di auto a batteria, ma che mette anche in difficoltà la coalizione politica, costituita su un obiettivo di fondo: anticipare l’abbandono al carbone al 2030.