E DUE - Ieri il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, è stato chiaro: Berlino ritira il sostegno alla proposta della Commissione europea di mettere al bando le termiche nel 2035. A una condizione: “Diciamo sì ai motori a benzina o a gasolio solo se possono essere alimentati esclusivamente con combustibili sintetici". È una sorpresa? No: alla Cop26, Berlino non ha firmato l’impegno a fermare la produzione di veicoli termici per il 2040 (perché la dichiarazione finale non comprendeva i carburanti sintetici) e a imporre ai gruppi auto di sfornare solo elettriche (qui per saperne di più).
GERMANIA E FRANCIA, SANTA ALLEANZA - Come in numerosi altri campi, ancora una volta si mostra molto solida l’alleanza Berlino-Parigi. Infatti, la Francia difende la tecnologia dell’ibrido plug-in e mira a far sopravvivere i motori a combustione dopo il 2035. Un asse certificato dalle parole di Wissing: “Oggi non abbiamo abbastanza veicoli elettrici. Dobbiamo aumentarne la disponibilità. Quindi, meglio che le persone ricorrano alla tecnologia dell’ibrido come soluzione intermedia. Per il futuro, non possiamo puntare solo sulla mobilità elettrica o sull'idrogeno. Abbiamo bisogno di mantenere un approccio tecnologico neutrale”.
E L’ITALIA? - Da decifrare la posizione del nostro Paese. Il Cite (Comitato interministeriale per la transizione ecologica) intende allinearsi alla decisione della Commissione Ue, imponendo lo stop alla produzione di vetture termiche da quella data. Ma Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, di recente ha dichiarato che, per l’addio alle macchine a benzina e a gasolio dal 2035, i giochi sono ancora aperti (qui per saperne di più).