SENZA COMPROMESSI - Prodotta in non più di 3500 esemplari l’anno, l’
Alfa Romeo 4C ha due posti secchi, telaio in fibra di carbonio e alluminio, motore centrale e trazione posteriore: insomma, è una sportiva dura e pura, votata ai percorsi misti e alla pista. Radicale e senza compromessi, immola tutto il superfluo sull’altare della leggerezza: la plancia, i sedili e i rivestimenti sono ridotti all’osso, non c’è il servostrerzo e, per risparmiare altro peso, si può anche avere senza radio né climatizzatore.
SEMBRA ARTIGLIARE L’ASFALTO - Grazie alla compattezza, all’agilità e alla tenuta di strada da auto da corsa, l'Alfa Romeo 4C regala fortissime emozioni. Divora letteralmente le curve permettendo di interpretare le traiettorie nel modo più creativo e di tracciarle dove non sembrerebbe neppure possibile farlo. Richiede, però, abilità ed esperienza per essere sfruttata a fondo, e lo sterzo va sempre impugnato con decisione (specie sullo sconnesso). Il 1.7 sovralimentato ha un carattere esuberante e garantisce prestazioni elevatissime.
CONDIZIONI AMBIENTALI AVVERSE - Dopo il tempone (8’04”) spuntato sulla
Nordschleife in una sessione di prove private dell’Alfa Romeo col pilota Horst von Saurma (
qui la news), abbiamo sentito il bisogno di andarci a “fare un giro” anche noi con l'
Alfa Romeo 4C al
Nürburgring… Peccato soltanto che le condizioni che abbiamo incontrato siano state ben diverse da quelle di cui ha goduto il collega tedesco. Infatti, è piovuto per tutti i tre giorni della nostra permanenza a Nurburg, salvo un pomeriggio nel quale è sbucato il sole, ma data la temperatura ambientale oscillante fra +2 e +7 °C, l’asfalto è rimasto sempre velato di umidità. Questa situazione non ci ha permesso di dare totale confidenza a una vettura oggettivamente critica e reattiva da guidare su un tracciato col fondo tormentato da avvallamenti, gibbosità e malformazioni più o meno marcate.
HA SPUNTATO UN “TEMPONE” - Senza contare che noi abbiamo utilizzato la vettura con sospensioni e gomme standard, e con la pista aperta al traffico di appassionati e turisti: dunque, non a “porte chiuse”, col fondo in condizioni ottimali, e con la vettura messa accuratamente a punto secondo le esigenze del pilota. Data l’aderenza non sempre impeccabile dell’asfalto, abbiamo deciso di non utilizzare la modalità Race del sistema dna, ma la Dynamic (meno estrema, che non esclude del tutto l’Esp), e col cambio in automatico anziché in manuale, per concentrarci al massimo sulla gestione del volante. Con queste premesse, non ci aspettavamo certo un tempo di 8’18”3, che è da considerarsi maiuscolo e la dice lunga sul formidabile potenziale in condizioni ideali dell’Alfa Romeo 4C.