LA PACIFICA INVASIONE DELLE 560 ALFA - Che sarebbe stato un raduno da record lo si era capito già un paio di giorni prima della chiusura ufficiale delle iscrizioni: sfondato il tetto delle 500 macchine, per non rischiare di intasare i paddock e la pista gli organizzatori sono riusciti a infilare in extremis un’altra sessantina di equipaggi, allargando la partecipazione a 560 vetture. Mai, a memoria d’uomo, si erano viste così tante Alfa Romeo tutte insieme. E per di più a motori accesi, pronte a rincorrersi tra i cordoli del circuito più veloce del mondo, quello di Monza, dove la casa milanese, nel corso della sua lunga e gloriosa storia, ha raccolto successi memorabili. D’altronde lo spirito che da sempre anima la Scuderia del Portello, artefice del grande evento insieme al Registro Italiano Alfa Romeo, è proprio questo: raccontare, attraverso le Alfa da corsa dei suoi soci, il mito del Biscione.
UN DOPPIO, IMPERDIBILE COMPLEANNO - L’occasione di ieri, per gli alfisti assiepati sulle tribune del circuito e quelli, armati di casco e guanti, al volante delle loro inseparabili beniamine, era di quelle da non perdere: sessant’anni di Autodelta, la mitica squadra corse dell’Alfa, e cento di Quadrifoglio, il simbolo per eccellenza delle Alfa Romeo da competizione e di quelle stradali più sportive (qui per saperne di più). Il meteo più che clemente, con un sole che a metà giornata ha addirittura regalato un paio d’ore di caldo quasi estivo, ha fatto il resto. Scaldando i cuori delle migliaia di persone accorse in pista per gustarsi lo spettacolo, ma anche qualche motore, inevitabilmente costretto agli straordinari su una pista che va aggredita di petto e si percorre quasi tutta con il piede a tavoletta. Qualche perdita d’olio di troppo, una piccola défaillance alla pompa dei freni o una vaschetta dell’acqua in ebollizione, comunque, sono inconvenienti da mettere in conto, quando si chiede il massimo a macchine con quaranta e passa anni sulle spalle. “Noie” che, in ogni caso, non hanno in alcun modo compromesso la prova di forza sfoderata dai Biscioni più agée.
CHE SPETTACOLO LE “VECCHIETTE”! - La pista, ancorché quella di Monza non possieda le caratteristiche adatte a esaltarne l’agilità, resta il territorio più naturale per le vecchie Alfa, nonché lo spazio fisico in cui i guidatori più navigati meglio riescono a pescare in fondo alle loro tante “ribellioni”. Scaricarle su un asfalto bollente e liscio come la seta ha fatto scoppiare la fatica sui volti dei piloti, di tutto punto vestiti con tute d’epoca per le quali i fan più sfegatati avrebbero fatto carte false quasi eroici nel raccontare, con il loro sudore, le loro macchie di grasso nero sul viso e sulle mani, cosa significa domare “belve” come le vecchie Giulia TZ o le ancor più potenti e feroci Giulia Sprint GTA. In barba alla carta d’identità, le Alfa più anziane hanno sfilato veloci, avvolte dall’inconfondibile rombo dei loro leggendari motori - il bialbero delle Giulietta, delle Giulia e delle Alfetta, il boxer dell’Alfasud e della 33, il V6 Busso delle GTV6 - e affiancate dalle sorelle più moderne, mai arroganti nel far valere sulle antenate le loro cavallerie, nettamente superiori. D’altronde, si sa, quando si tratta di Alfa Romeo, i numeri lasciano il tempo che trovano, incapaci come sono di misurare quelle emozioni così difficili da spiegare persino per il grande popolo del Biscione.