CHE BOTTA! - L’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva (l’Imposta sul valore aggiunto) dal 20 al 21% avrà come effetto un aumento di 1,3 centesimi per ogni litro di carburante: lo calcola la Figisc (Federazione italiana gestori impianti stradali carburante). Se la manovra finanziaria verrà approvata, un pieno di 40 litri costerà circa mezzo euro in più. Un’ennesima stangata, visto che, dal 6 aprile 2011, l’onere dell’accisa e dell’Iva sull’accisa stessa (al netto delle variazioni del prezzo industriale del carburante) è cresciuto di circa 6,5 centesimi il litro. Siamo a +9,6% per la benzina e a +12,5% per il gasolio. Infatti, in quella data, è stata aumentata l’accisa per sostenere il finanziamento al Fondo unico per lo spettacolo. Non basta: dal 28 giugno e poi dal 1° luglio è stata rincarata l’accisa per l’emergenza profughi dal Nord Africa. E così, dalla fine di marzo, nell’Unione europea, quello italiano è l’intervento fiscale più pesante.
UN BEL TONFO - Il risultato di tutto i rialzi (vedi qui) è che, a luglio 2011, i consumi di carburante sono scesi del 9% rispetto allo stesso mese del 2010. E nei primi sette mesi del 2011, sullo stesso periodo del 2010, la rete perde il 3,4% dei litri erogati.
ALMENO 300 EURO - Nel frattempo, le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme: l’Iva al 21% sarà una batosta da 300 euro l’anno per le famiglie italiane, considerando i rincari per servizi e beni come abbigliamento, calzature, detersivi, giocattoli, televisori, caffè, vino, cioccolato. Ma anche moto e auto. Ovviamente.