PIÙ PULITE? NON SEMPRE - Le automobili Euro 6 sono attualmente il massimo della pulizia per le emissioni allo scarico? Non sempre: uno studio evidenzia come i veicoli Euro 4 possano fare meglio a seconda di stile di guida, tipo di strade, velocità e altro ancora. Questa conclusione per certi versi sconcertante emerge da uno studio condotto su 3.000 veicoli immatricolati in Italia nel 2022 e divisi in 3 gruppi di 1.000 automobili per ogni omologazione: Euro 4, Euro 5 ed Euro 6. La ricerca ha tenuto conto, per ogni veicolo, non solo di marca e modello ma anche del chilometraggio percorso (totale e suddiviso per tipo di strada: urbana, extraurbana, autostrada), della velocità media (anch’essa in base alla tipologia della strada) e dello stile di guida con presenza di accelerazioni e frenate brusche. Queste informazioni sono state ottenute grazie ai dati raccolti dalle scatole nere telematiche usate anche dalle assicurazioni, e sono state utilizzate per creare un modello che stima le emissioni totali annue (in kg di CO2) non solo in base alle specifiche tecniche, ma tenendo anche conto del comportamento effettivo del veicolo.
LA MEDIA CHE INGANNA - Prendendo i due campioni estremi - i 1.000 veicoli Euro 4 e i 1.000 Euro 6 - risulta, in maniera non sorprendente, che le emissioni medie totali per anno di CO2 dei veicoli Euro 4 sono molto superiori a quelle degli Euro 6: 4.350kg contro 3.650 kg. Se si analizzano però le emissioni veicolo per veicolo ecco la sorpresa: nel 26% dei casi i veicoli Euro 4 emettono meno CO2 rispetto a quelli omologati Euro 6. Considerando poi i veicoli con emissioni “opposte”, ossia quello a più alte emissioni Euro 6 con quello a più basse emissioni Euro 4 lo stupore aumenta: il primo emette fino a 6 volte più CO2 di un Euro 4 particolarmente virtuoso. È facile immaginare che il primo sia un grosso suv che, per quanto supercatalizzato e ripulito, consuma - e quindi emette - molto di più rispetto a una compatta citycar mossa da un motore da 1.000 cc. Restringendo i calcoli alle strade cittadine l’Euro 6 ad ”alte emissioni” emette fino a 10 volte di più di un Euro 4 a ”basse emissioni”. Ricordiamo che un’automobile Euro 6 abbatte molto di più, rispetto a una Euro 4, inquinanti quali il particolato e gli ossidi di azoto ma, limitandosi all’anidride carbonica, le emissioni sono legate in maniera meno diretta alle diverse omologazioni.
IL VEICOLO AL CENTRO - I risultati sembrano quindi dipendere dal tipo di automobile e poi da come, quanto e dove la si usa. Lo studio, promosso da UnipolSAI e condotto dal Politecnico di Milano, suggerisce quindi un cambio di prospettiva, passando da un modello centrato sulla classe di omologazione Euro X a uno più focalizzato sul veicolo e sul suo guidatore, due variabili in grado di giocare un ruolo importante nelle emissioni della CO2. Il guidatore è, infatti, determinante per la quantità di emissioni prodotte dal veicolo: esse, oltre che dal veicolo, dipendono in particolare dallo stile di guida, dalla velocità media, dai km percorsi e da dove li si percorre: i promotori dello studio propongono quindi una green box che rilevi il comportamento ecologico del singolo veicolo al di là della sua omologazione. La ricerca E-Private Mobility Index ha inoltre messo in evidenza come in Italia il 30% del parco auto potrebbe essere immediatamente sostituito da vetture full electric anche perché nell’uso cittadino autonomie di qualche centinaio di km sarebbero più che sufficienti.
COESISTENZA FORZATA - Un’analisi della fattibilità economica del passaggio agli EV fa però crollare la percentuale vista più sopra, portandola al 12%. Quindi nella migliore delle ipotesi almeno il 70% dei veicoli termici nei prossimi 15-20 anni non potrà essere sostituita con mezzi a emissioni locali zero proprio per gli elevati costi di produzione e quindi di vendita al pubblico. Le cose sembrano destinate a migliorare progressivamente perché i prezzi sono destinati a scendere ma questo ostacolo è ben presente oggi, in una fase nella quale si assiste a un inasprimento delle limitazioni al traffico per i motori a combustione. La green box permetterebbe di non bloccare a priori i veicoli solo perché Euro 4 o 5 ma ne prolungherebbe la vita misurandone l’impronta ambientale effettiva. La “scatola verde” è già fattibile con la tecnologia di oggi: essa incentiverà una guida responsabile, stimerà l’impatto ambientale del veicolo e, grazie alla telematica, renderà disponibile questo dato per far si che i blocchi del traffico, per esempio, siano mirati e non decisi esclusivamente sulla base della classe di omologazione.