LE BATTERIE? LE SOSTITUIAMO - La “scossa” per il mercato dell’automobile elettrica tarda ad arrivare e la prima a farne le spese è la Better Place, la società di Palo Alto in California fondata cinque anni fa dall’israeliano Shai Agassi, costretta a dichiarare bancarotta per debiti pari a 850 milioni di dollari. Nata anche sulla base di un accordo con il gruppo Ranult-Nissan, la Better Place aveva creato una serie di stazioni di rifornimento in Israele e Danimarca per le vetture elettriche contraddistinte dalla tecnologia “QuickDrop” che consentiva la sostituzione delle batterie scariche con altre cariche in meno di cinque minuti. La troppo lenta diffusione dell’elettrico e la mancanza di nuovi investitori si sono però dimostrati ostacoli invalicabili sfociati nell’inevitabile fallimento. È lo scotto da pagare per che arriva troppo in anticipo rispetto alla reale richiesta del mercato.
I "distributori" del futuro secondo la Better Place sarebbero stati queste stazioni dove le auto elettriche con batterie standardizzate arrivano e in pochi minuti viene loro sostituita la batteria scarica con una uguale completamente carica. In questo modo si limitano molto i due maggiori difetti dell'auto elettrica, i lunghi tempi di ricarica e la scarsa autonomia.
AVANTI TUTTA - La Renault, da parte sua, ha dichiarato che continuerà a garantire i servizi post-vendita per tutte le auto elettriche vendute in Israele e Danimarca (1.240 Fluence) e che inoltre i piani di sviluppo per la mobilità alternativa non subiranno battute di arresto. “L’investimento nella partnership con Better Place, ha dichiarato un portavoce Reanult, non è stato significativo e rappresenta solo una piccolissima parte degli sforzi effettuati dalla casa”.