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La Cina studia i dazi per le auto europee

Pubblicato 09 ottobre 2024

Il governo di Pechino sta valutando come rispondere alle nuove tariffe che l’Unione Europea ha stabilito per le vetture elettriche cinesi. Sul tavolo ci sarebbe un aumento delle tasse per le auto di grossa cilindrata.

La Cina studia i dazi per le auto europee

PERICOLO PER I TEDESCHI - Con l’approvazione definitiva dei dazi per le auto elettriche cinesi importate in Europa (qui la notizia), ci si aspetta ora la risposta di Pechino. La Cina starebbe infatti valutando di aumentare le tariffe per i veicoli di grossa cilindrata, per “salvaguardare i diritti delle aziende cinesi”, come ha annunciato ieri il ministero del Commercio. Sull’entità dei dazi non è ancora possibile sbilanciarsi, ma la misura andrebbe a colpire soprattutto le case automobilistiche tedesche, che sulle esportazioni di auto di lusso in Cina basano un bella fetta del proprio fatturato. Non è un caso che proprio la Germania fosse capofila tra i paesi maggiormente contrari ai dazi europei: lo scorso anno i veicoli europei con motori di 2,5 litri o più verso Pechino sono valsi un giro d’affari di circa 1 miliardo di euro. In conseguenza di queste notizie, le azioni delle case automobilistiche sono crollate: la BMW ha perso il 3%, mentre la Mercedes è calata del 2,6%. 

DALLA TESLA ALLA SAIC - I nuovi dazi europei prevedono tariffe differenziate in base a quanto una casa automobilistica ha collaborato con l’indagine della Commissione iniziata circa un anno fa e si aggiungono alla normale tariffa del 10% applicata alle importazioni nella UE: si va dal 7,8% per la Tesla, che in Cina riceve pochi sussidi, a un massimo del 35,3% per la SAIC, accusata di non aver fornito le necessarie documentazioni; in mezzo la BYD (17%) e la Geely (18,8%), mentre altre aziende non citate nel rapporto dovranno pagare un’aliquota aggiuntiva del 20,7%.

NON SOLO AUTO - Le automobili non sono l’unico prodotto europeo che il governo cinese vuole colpire. Nel mirino c’è anche il brandy proveniente dalla UE, per il quale gli importatori dovranno versare fino al 39% del valore a partire dall’11 ottobre. In questo caso la più colpita è la Francia, che invece aveva sostenuto la misura voluta dalla Commissione Europea: lo scorso anno le esportazioni di brandy francese verso la Cina hanno superato il miliardo e mezzo di euro, rappresentando il 99% importazioni cinesi di questo liquore.



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Ritratto di Autosport
9 ottobre 2024 - 21:59
Pan per focaccia
Ritratto di FollowMe
9 ottobre 2024 - 23:34
A sti politicastri patetici e folli Xi Jimping gli toglie la sete col prosciutto
Ritratto di Challenger RT
9 ottobre 2024 - 23:46
Occhio per occhio rimasero tutti ciechi