SI ALZA L’ASTICELLA - Nei giorni scorsi la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha promesso nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030, con una riduzione complessiva del 55% rispetto ai livelli del 1990 (contro il 40% precedentemente programmato). La Presidente non ha fatto uno specifico riferimento al mondo dell’auto, ma nei giorni scorsi il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung aveva anticipato che la Commissione proporrà un taglio del 50% per le emissioni delle automobili rispetto ai livelli del 2021.
FORSE IL 50% IN MENO - Attualmente gli obiettivi di riduzione sono definiti in percentuale sui valori del 2021 e sono i seguenti: 15% dal 2025 e 37,5% dal 2030 in poi. Attualmente la media delle emissioni di tutte le auto immatricolate ogni anno da ciascun gruppo automobilistico non deve superare i 95 g/km, quindi il nuovo tetto di riduzione del 50% significherebbe non superare i 47,5 g/km. Secondo alcune stime, gli obiettivi proposti sarebbero raggiungibili solo se le immatricolazioni di ogni gruppo fossero per oltre il 60% di veicoli elettrici.
I COSTRUTTORI DISSENTONO - In ogni caso i grandi gruppi dell’automobile sostengono che questo inasprimento degli obiettivi richiederà massicci investimenti aggiuntivi, specie in un momento così delicato per un comparto così duramente colpito dalla crisi del coronavirus. Nel dibattito è intervenuto anche Eric-Mark Huitema, direttore generale dell’ACEA (associazione delle industria automobilistiche europee) ribadendo che la classe politica dovrebbe prendere le necessarie misure di sostegno per tutti i tipi di veicoli. In caso contrario sarà impossibile raggiungere i nuovi obiettivi.
I PUNTI DI RICARICA - Molti produttori stanno lanciando sul mercato veicoli elettrici, come nel caso della ID3 di Volkswagen, ma è ovvio che siamo solo agli inizi, dicono, e la domanda dovrà essere sostenuta da un impegno costante. Anche da parte delle istituzioni. In termini di numeri, le vendite di veicoli elettrificati, compresi gli ibridi plug-in, sono più che raddoppiate lo scorso anno, raggiungendo le 458.915 unità. Mentre il numero di punti di ricarica è cresciuto solo del 58%. Troppo poco.
RIPERCUSSIONI NEGATIVE - Al momento il programma UE prevede un milione di punti di ricarica entro il 2025. Numero non ancora sufficiente per garantire un servizio adeguato agli automobilisti: a sostenerlo è la CLEPA (l’associazione dei fornitori automotive), aggiungendo che la maggior severità degli obiettivi in materia di CO2 avranno ripercussioni negative a livello industriale anche da un punto di vista occupazionale. Il rischio insomma sarebbe una sostanziale perdita di posti di lavoro.
SI PUNTA ALLA NEUTRALITÀ CLIMATICA - A queste obiezioni la Von der Leyen ha replicato che si tratta di programmi realistici, perché le valutazioni d’impatto ambientale eseguite dagli esperti UE dimostrano con chiarezza che raggiungere questi nuovi obiettivi permetterebbero all’Europa di raggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro il 2050.