DA OGGI - La Commissione Europea, a distanza di nove mesi dall’apertura dell’inchiesta anti-dumping, conferma e istituisce i dazi compensativi provvisori sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina in vigore dal 5 luglio 2024. Stando a quanto riportato nel comunicato stampa, la Commissione, dando seguito all’annuncio dello scorso 12 giugno, ha concluso che la catena del valore dei veicoli elettrici a batteria in quel Paese beneficia di sovvenzioni sleali, dalle quali deriva una “minaccia di pregiudizio economico ai produttori UE di veicoli elettrici a batteria”.
COLLOQUI - Nello stesso comunicato si sottolinea tuttavia che queste nuove misure, calmierate rispetto a quanto precedentemente comunicato il 12 giugno, sono anche frutto delle consultazioni tra il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis e il ministro cinese del commercio Wang Wentao, che nelle ultime settimane si sono intensificate. Il tavolo delle trattative proseguirà anche nei prossimi mesi, con il fine ultimo di giungere a una soluzione che sia compatibile con le preoccupazioni sollevate dall’Unione Europea, e in grado di contrastare le sovvenzioni sleali.
UNA BELLA MAZZATA - I dazi individuali applicati nei confronti dei tre produttori cinesi inclusi nel campione sono i seguenti:
PICCOLI RITOCCHI - Gli altri produttori cinesi di EV che hanno collaborato all'inchiesta ma non sono stati inclusi nel campione, sono soggetti a un dazio medio ponderato del 20,8%, mentre la tariffa per le altre aziende che non hanno collaborato è pari al 37,6 %. Le nuove aliquote sono quindi migliorative rispetto a quanto comunicato preventivamente lo scorso 12 giugno (il dazio applicato alla Geely scende dal 20% al 19,9% e dal 38,1% al 37,6% per la Saic) e sono frutto anche della stretta collaborazione con le aziende in causa. Tutte le risultanze dettagliate dell'inchiesta si riflettono nel regolamento di esecuzione ora pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
A NOVEMBRE SI VEDRÀ - I nuovi dazi sono già operativi e hanno una durata di 4 mesi, quindi, a novembre dovrà essere presa una decisione definitiva, con il Consiglio Ue che dovrà ratificare o meno il provvedimento con un voto che richiede una maggioranza qualificata.