Le coupé più belle della BMW

Anche le forme di questa coupé compatta ed elegante si devono a una grande matita italiana: quella di Giovanni Michelotti, il geniale designer torinese che qualche anno prima, con le vetture della cosiddetta Neue Klasse, era riuscito a ringiovanire di almeno vent’anni l’immagine, ormai un po’ démodé, della casa bavarese. A differenza che in patria e nella maggior parte dei paesi in cui è stata commercializzata, in Italia - anche a causa della concorrenza dell’Alfa Romeo Giulia (più potente e veloce) e della Fiat 125 (che aveva caratteristiche simili, ma costava meno) - la BMW Serie 02 ha ottenuto un successo solo modesto. Al di là di ogni numero, però, le sue versioni più sportive sono entrate nella leggenda. Come la 2002 Turbo (nella foto): in virtù del suo temperamento irruente, questa “belva” da 170 CV può essere considerata a tutti gli effetti la “mamma” di tutte le M3.

La sua presenza su strada, insieme imponente ed elegante, esercita ancora oggi un fascino particolare. La BMW E9 raccoglie in un sol colpo l’eredità di due modelli poco fortunati nella storia della casa tedesca: la 3200 CS e la Glas V8. Grazie ai suoi potenti motori a sei cilindri in linea, questa grande e lussuosa coupé riesce a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche nelle gare in circuito. Leggendaria, per il profumo di corse che emana da qualsiasi angolazione la si osservi, la 3.0 CSL (nella foto) che la BMW mette in cantiere all’alba degli anni ’70 per provare a contrastare lo strapotere delle Porsche in pista. Più leggero di 130 kg rispetto ai modelli normali, questo bolide da 180 CV fungerà da base per le versioni da competizione che affronteranno il Campionato europeo turismo.

Identificata dalla sigla di progetto E24, la prima BMW Serie 6 ha il compito di rimpiazzare in blocco l’intera gamma E9, i cui modelli cominciavano ad accusare i primi segni del tempo. La nuova ammiraglia apporta una serie di importanti novità, la più importante delle quali riguarda lo stile, firmato da Paul Bracq. Grazie al muso e alla coda, entrambi molto bassi e spioventi, questa grintosa e filante coupé sembra correre anche da ferma. Mossa da motori a sei cilindri in linea con cilindrate da 2,8 a 3,5 litri e potenze da 184 a 286 CV, la BMW E24 vanta prestazioni notevoli ancora oggi. Soprattutto nella più potente versione M635 CSi (nella foto): più bassa e rigida rispetto alle normali sorelle ed equipaggiata con lo stesso motore della M1, la più sportiva delle Serie 6 è in grado di “bruciare” lo “0-100” in 6,4 secondi e di spingersi oltre i 250 km/h.

La BMW Serie 3 è un pilastro della produzione automobilistica della casa dell’elica dal 1975 e il modello di seconda generazione, rimasto sulla breccia dal 1982 al 1992, è particolarmente amato dagli appassionati per il suo stile iconico e il piacere di guida che riesce a regalare. A rigore, almeno da un punto di vista “architettonico”, la BMW E30 non è una vera coupé, ma una berlina a tre volumi con due sole porte. Ciò non toglie il fatto che sia un’auto dal piglio piuttosto sportivo, soprattutto nelle più potenti versioni mosse dai collaudati motori a sei cilindri in linea della casa. Discorso a parte merita la M3, che nel 1986, con il suo esuberante 2.3 quattro cilindri da 200 CV, dà inizio a una lunga e fortunata stirpe di super sportive che continua ancora oggi. 

Germogliata all’inizio degli anni ’80, l’idea della casa bavarese di dare un’erede alla BMW Serie 6 si concretizza solamente alla fine di quel decennio. La BMW Serie 8 di prima generazione, identificata dalla sigla E31, è una lussuosa coupé dalla dimensioni imponenti, ma assai ben dissimulate da un corpo vettura basso e slanciato, impreziosito da alcuni spunti di grande originalità, come i sottili fari anteriori a scomparsa. Sotto il lungo e spiovente cofano anteriore “pulsano” motori V8 e V12 da 4 a 5,6 litri di cilindrata, con potenze che oscillano tra i 286 e i 381 CV. Il reparto sportivo della casa tedesca avvia anche lo studio di una sportivissima M8: oggi di quest’auto, che non ha mai visto le luci della catena di montaggio, resta il prototipo conservato nel museo aziendale.

Con l’avvento del modello di terza generazione (molto più sicuro e moderno rispetto a quello di cui raccoglie il testimone nel 1990), la versione sportiva della BMW Serie 3 si affranca definitivamente dalla sua abituale “dimensione” di berlina a due porte, ottenendo i gradi di vera coupé. Rispetto alla E36 a quattro porte da cui deriva, infatti, cambiano i montanti anteriore e posteriore (entrambi più inclinati e raccordati a una linea del tetto più bassa) e anche i fanali posteriori (più sottili, hanno anche i bordi più arrotondati). La gamma motori è composta da unità a quattro e sei cilindri in linea, con cilindrate da 1,6 a 3,2 litri. Ampio il range di potenze: si va dai 100 CV della “piccola” 316i ai 321 della cattivissima M3, il cui motore da 3201 cc è il primo nella storia del modello a superare la fatidica soglia dei 100 CV/litro (caratteristica che si ritroverà su tutte le future M3).

Se la E36 rappresenta un salto quantico rispetto alla precedente E30, il modello di successiva generazione è una decisa conferma dell’altissimo livello tecnico e tecnologico raggiunto dalla casa bavarese. Ma è forse lo stile, ineccepibile risultato di un mix pressoché perfetto tra eleganza e sportività, l’aspetto della BMW Serie 3 E46 che in molti, tra i fan più affezionati della casa bavarese, rimpiangono ancora oggi. La linea, di una bellezza scultorea che resiste al tempo e alle mode, è ancora più accattivante nella versione coupé. Una sportiva di razza e di gran classe che, specialmente con i motori a sei cilindri in linea, riesce a deliziare anche i palati più fini. 

Non c’è un solo modello della casa bavarese nato sotto la direzione stilistica di Chris Bangle che riesca a mettere d’accordo pubblico e critica. Non fa eccezione la seconda generazione della Serie 6: la BMW E63, che raccoglie il testimone “spirituale” dell’antenata E24, nata nel lontano 1976, rimane infatti un’auto molto “divisiva” da un punto di vista dello stile. Grande e grossa, coi fianchi larghi e robusti, questa imponente coupé è quanto di più lontano si possa immaginare dalle linee snelle e filanti dell’antica progenitrice. Accanto ai motori V8 e a sei cilindri in linea, con cilindrate da 3 a 4,8 litri e potenze da 258 a 367 CV, brilla per potenza e prestazioni il dieci cilindri a V della M6: identico a quello della cugina M5 e premiato come motore dell’anno nel 2005, il 5.0 V10 S85 fornisce ben 507 CV, consentendo alla più “cattiva” delle Serie 6 di archiviare la pratica dello “0-100” in 4,6 secondi.