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Da Trump una scure sull’auto elettrica

Pubblicato 21 gennaio 2025

Tra i primi provvedimenti della nuova amministrazione statunitense c’è l’eliminazione degli obiettivi di elettrificazione.

Da Trump una scure sull’auto elettrica

NESSUN OBIETTIVO - Nonostante il forte sostegno di Elon Musk, ceo della Tesla, nei confronti di Donald Trump (nella foto), uno dei primi atti del nuovo presidente degli Stati Uniti dopo il suo insediamento va contro proprio le auto elettriche. Il tycoon ha infatti criticato i veicoli elettrici, revocando un ordine esecutivo del 2021 firmato da Joe Biden che aveva l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a un 50% di veicoli elettrici sul totale dei nuovi venduti negli USA. Il target del 50% fissato da Biden non era vincolante, ma aveva ottenuto il sostegno delle case automobilistiche, sia americane che straniere. “Gli Stati Uniti non saboteranno le nostre industrie mentre la Cina inquina impunemente”, ha detto Trump durante il discorso d’insediamento davanti a una folla in delirio. Il nuovo presidente ha anche dichiarato che avrebbe sospeso la distribuzione dei fondi governativi inutilizzati per le stazioni di ricarica da un fondo di 5 miliardi di dollari. 

GLI STATI NON POTRANNO LIMITARE - Il presidente ha anche ordinato all'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) di rivedere le normative sulle emissioni, che attualmente richiedono alle case automobilistiche di garantire che tra il 30% e il 56% delle loro vendite entro il 2032 siano di veicoli elettrici per conformarsi alle norme ferali sulle emissioni oltre che alle disposizioni emanate dal Dipartimento dei Trasporti. Trump ha dichiarato di voler revocare un'esenzione concessa alla California dall'EPA, che consente allo stato di vietare la vendita di auto a benzina a partire dal 2035, una misura adottata anche da altri 11 stati. “Metteremo fine al Green New Deal e revocheremo l’obbligo di veicoli elettrici, salvando la nostra industria automobilistica e mantenendo il mio sacro impegno nei confronti dei nostri grandi lavoratori automobilistici americani”, ha affermato Trump in un discorso dal Campidoglio. “Potrai acquistare l'auto che preferisci”. 

SUSSIDI INGIUSTI - La nuova amministrazione degli Stati Uniti potrebbe anche prendere in considerazione l’eliminazione di quelli che considera “sussidi ingiusti e altre distorsioni di mercato mal concepite e imposte dal governo, che favoriscono i veicoli elettrici rispetto ad altre tecnologie”. Tra queste il credito d’imposta di 7.500 dollari per l’acquisto di veicoli a batteria. Durante la campagna elettorale che lo ha portato alla vittoria, Trump aveva promesso di incrementare la produzione di petrolio degli USA e di ritirare le iniziative di Biden sull’energia pulita, tra cui i sussidi per l’eolio e il solare e la produzione di massi di idrogeno.



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Ritratto di Ilmarchesino
22 gennaio 2025 - 11:23
3
Purtroppo si questo passo andrà a finire che ogni stato farà da sé.la colpa e la presunzione del Europa che ha voluto copiare l america ma nn come america ma bensì come stati Uniti,,che in Europa tutto siamo tranne che uniti come stati come economia come stipendi come potere d acquisto e come civiltà
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 10:11
Per le comari gaudenti, Trump fa quello che ha detto. Dice kazzate e fa kazzate. Ma in America. Noi siamo in Europa. E un discorso industriale a lungo termine non si basa sul presidente di turno. Questo tra 4 anni è fuori dai koglioni. Non è detto che non si cambi registro. E la Cina vende prodotti termici in Europa, più che puramente elettrici. Gli americani qui, han solo tesla. Tutto il resto non è adatto, se non Ford, e le finte americane Jeep.
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 10:24
Alla fine meglio che niente. Intendo buttarla sul "ci rifaremo* fra 4 anni eh, e vedrete che batoste allora!" :)))))) *Si scherza ovviamente, a partire appunto dal fatto di farne una questione "tanto" nostra, sì magari su qualcosina-ina-ina potrebbe incidere anche qua, ma a livello "centralizzato" le idee qua son del tutto differenti al momento. Dicevo sopra, magari il fattore positivo potrebbe essere nello spingere i costruttori occidentali a provare ad essere più appetibili sulla tecnologia (una volta perso appeal da incentivone quanto meno oltreoceano)
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 11:00
Onestamente, a livello personale, quello che fa l’America m’interessa relativamente poco.
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 11:00
Ci vive mio figlio, non io :-))))
Ritratto di Blocco auto
22 gennaio 2025 - 10:43
E' vero che un discorso industriale a lungo termine non si basa sul presidente di turno. Però sembra sfuggire che gli ordini esecutivi dell'altro ieri non sono piovuti dal cielo. Dalle politiche "Green" della grande bufala della CO2 che causa il riscaldamento climatico si sono Ritirati tutti i grandi investitori ben prima del 20 Gennaio: JP Morgan Cities fino ad arrivare a quello definitivo di Blackrock di questo mese. I Crediti di Carbonio rimangono la str*nzata che erano all'inizio, solo che se n'è accorta talmente tanta gente che perfino queste sanguisughe l'hanno messa in soffitta. Adesso che nessuno investe più in queste scemenze per ritardati mentali scommettiamo che inizieremo a sentire "Scienziati" che spiegano che la CO2 non causa il riscaldamento globale? La Scienza è come le meretrici, finiti i soldi finito amore. Gli unici a restarci male sono i babbei che credevano fosse amore....e invece erano solo i soldi
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 10:52
Ripeto che però secondo me qui non cambia più di tanto come cosa, nel senso che come lo eravamo prima lo resteremo uguale ora convinti che "salviamo" da soli il pianeta dalla questione CO2 , solo in base a quello che facciamo (imponiamo) in Europa e gli altri invece fa niente che magari prossimi anni tipo raddoppiano la CO2 pro capite nei prossimi anni. Siam fatti così (centralmente)... Anzi potrebbe essere un motivo pur ulteriormente volerci puntare i piedi (visto che tanto è tutto ideologico e appunto di fattuale non c'era nulla manco prima in quel "coi diktat di qua salviamo tutto il pianeta!!!")
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 11:14
Tutto può essere. Mi sembra però che basiate tutte le vostre speranze su un ottantenne che fra 4 anni non sarà piú presidente di niente. Un po’ fragile come speranza. Canada, Australia Cina e India, Europa vanno avanti con il green deal, solo con tempistiche diverse. Ma sempre quello è. E comunque, il piú grande mercato del mondo, che è quello cinese ( che è quello che ha messo in crisi le aziende europee ) è sempre un mercato per auto elettrificate o puramente elettriche. Le termiche europee non si venderanno piú li, comunque. Quindi le case europee secondo lei cosa venderanno ? 3000 td per l’America ? Possono stare in piedi con il solo mercato europeo, Volks, Renault, Stellantis, tutte in piedi con un mercato da 13 milioni di auto scarse in un anno ? Dovranno fare tagli al personale. E tanti anche. Il mercato cinese che è in espansione, vale 24 milioni di auto l’anno. Voi tornereste al diesel se foste un costruttore ? Io no di certo.
Ritratto di Blocco auto
22 gennaio 2025 - 11:22
nessun costruttore investe nell'elettrico se non è sovvenzionato. Si sono mangiati vagonate di soldi pubblici (Ue) per queste aspirapolveri mobili che erano già sorpassate ai primi del 900. Adesso che nessuno ci mette più un quattrino nella macchina dei flingston cosa vuoi che facciano? Si rimettono a produrre le auto che rendono DA SOLE senza sussidi parassitari delle elettriche
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 11:37
Le auto che vendono da sole, sarebbero ? Perché il diesel è l’unica follia tutta europea. Producono termici poi per chi ? E le ricordo che i sussidi parassitari, prima che per le elettriche, negli ultimi anni, sono stati erogati per 30 anni solo per le termiche.
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 11:48
--Le auto che vendono da sole, sarebbero?-- Quelle che una volta spariti gli incentivi NON vanno tipo giù del 40% (nonostante magari lo stesso altri benefici ancora attivi quali la tassa di possesso abbuonata su centinaia e centinaia di cv, ecc.)
Ritratto di pierfra.delsignore
27 gennaio 2025 - 20:22
4
Guarda che da sempre le auto sono state sovvenzionate, semmai il diesel è stato favorito con le accise, costa molto di più alla produzione e senza questo favoritismo non sarebbe mai stato appetibile se non per chi viaggia molto come giusto che sia
Ritratto di Sherburn
22 gennaio 2025 - 12:32
Una follia tutta europea per le accise pesantissime e la logica dello Stato tosatore di pecore. Ovvio che dove si guadagna di più e si pagano meno tasse, nonostante i chilometraggi elevati, si sia privilegiato il motore a benzina invece che a gasolio. A nessuno piaceva il borbottio da rimorchiatore. Ricorderà le berline di cittadini italiani (prima del common rail e dell'abolizione del superbollo) sotto la linea gotica con i bomboloni di gpl aftermarket, mica li montavano per l'estetica, era per i soldi risparmiati. Da un certo momento in poi è parso a non pochi conveniente avere l'auto a gasolio. Se in Europa i politici avessero degli interessi sani (ma non possono fare le orge alla Caligola e sfogarsi lì?) e non stessero tutto il tempo a pensare a come deprimere, mortificare, reprimere, contenere, ogni minimo accenno di vitalità dei servi, pardon cittadini, il diesel non sarebbe mai stato popolare.
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 13:54
Su questo, concordo.
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 11:42
- E comunque, il piú grande mercato del mondo, che è quello cinese ( che è quello che ha messo in crisi le aziende europee ) è sempre un mercato per auto elettrificate o puramente elettriche- invero penso che in pieno 2024 quelle che sotto portano un motore termico là siano ancora 2/3 delle vendite. Questo a prescindere che stare ben lontani da manco il 50% (bev) significhi chissà cosa (avessi detto il 90 e passa % della Norvegia...)
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 14:04
In Cina il mercato è in continua espansione. Nel 2025, le auto elettriche in Cina supereranno per la prima volta le vendite di veicoli a combustione interna, raggiungendo oltre 12 milioni di unità, più del doppio rispetto ai 5,9 milioni del 2022. Questo sorpasso storico è previsto con un anticipo di dieci anni rispetto all’obiettivo ufficiale del governo cinese di avere il 50% delle vendite di auto elettriche entro il 2035. Le vendite di auto tradizionali caleranno di oltre il 10% nello stesso periodo. Nel 2024, le vendite di auto elettriche in Cina hanno raggiunto circa 7,719 milioni di unità per i veicoli elettrici puri (BEV), rappresentando il 28% del mercato totale. Inoltre, considerando i veicoli a nuova energia (NEV), che includono anche ibridi plug-in, il totale è salito a 10,899 milioni, pari al 47% delle vendite complessive. Le vendite di BEV sono aumentate del 15,5% rispetto al 2023. Questo dicono le statistiche sulle vendite in Cina.
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 14:16
Inutile aggiungere caterve di dati fuori contesto (è uno sport a cui in tanti pare ultimamente piaccia dedicarvi :) ). Dovete solo "ben" pensare prima di scrivere una cosa, anziché poi provare le mille pezze a colori. Il dato è che nel 2024 sono state più le auto vendute in Cina a montare ancora sotto un motore termico che non, easy; quindi l'iniziale affermazione che pareva voler far passare fosse tutto un man basso dell'elettrico (al limite elettrificato), è fuorviante => il più della auto vendute lì hanno ancora bisogno di un motore termico sotto, easy bis
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 14:23
man bassA
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 14:33
Sapevo già fosse inutile parlare con lei.
Ritratto di forfait
22 gennaio 2025 - 14:43
Ogni tanto una bella rinfrescata di conferma alle proprie certezze, ce la vuole :)
Ritratto di Sherburn
22 gennaio 2025 - 11:16
Infatti! Tra l'altro qui i media dipingono la situazione come se Trump avesse fatto un colpo di Stato, o fosse votato solo dal white trash. In realtà ha dietro dei potentati, di cui non sappiamo ancora molto se non il fatto che temevano una guerra civile. In EU abbiamo degli psyco fatti finiti e certificati in Commissione, roba che la checklist di Hare piglia fuoco da sola se li si esamina. Non andranno via, sono come i balordi di paese... vanno dritti fino a quando non accade loro qualcosa. A mio modesto parere per taluni ci saranno dei colpi di sfortuna improvvisi.
Ritratto di pierfra.delsignore
22 gennaio 2025 - 15:46
4
LA scienza è una e l'allarme sulla CO2 lo lancia da sempre e a stra ragione. Quello che non viene mai calcolato è che fortunatamente la popolazione mondiale si ridurrà di svariati miliardi in 100 anni, ossia 1 secondo nelle vita del pianeta.
Ritratto di Blocco auto
22 gennaio 2025 - 18:48
ah ah si bellissima questa. C'è anche quella dei due carabinieri al bar che ordinano. Due caffè grazie (fa uno) Due caffè anche per me (l'altro)
Ritratto di Anacleto verde
24 gennaio 2025 - 09:06
Sta ca44ata la ripetete da 50 anni, siete ridicoli e pericolosi. Negli anni 80 dicevate che negli anni 90 saremo morti tutti affogati per innalzamento mare (falso, in alcune zone c'e' stato abbassamento ), che dovevamo morire bruciati dai raggi solare (falso, buco dell'ozono completamente rimarginato ) , che dovevamo morire tutti di freddo (falso, molte zone hanno lo stesso delta T , se sai cos'e', da 150 anni), che entro il 2020 saremo morti per terrificanti tempeste solari (falso, attività ciclica solare stabile) . Ah, ultima chicca: i nostri bambini sarebbero dovuti esser quelli che "non vedranno mai la neve" , record di neve sui monti del sud, su appenino centrale, e fuori da italia record in oriente (turchia in primis) e freddo record in nord europa.
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:14
1 - L’innalzamento dei mari è un fenomeno in accelerazione, con il livello medio globale aumentato di 15-25 cm dal 1901 al 2018 e previsto crescere di ulteriori 10-25 cm entro il 2050. Questo incremento è principalmente causato dal riscaldamento degli oceani, che provoca l’espansione dell’acqua, e dallo scioglimento dei ghiacciai. Entro il 2100, si stima che il livello del mare possa aumentare tra 30-100 cm, a seconda delle emissioni di gas serra. Le aree costiere sono particolarmente vulnerabili, con milioni di persone a rischio di inondazioni. Questo dice la società scientifica, ma io credo ad Anacleto verde
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:17
2 - Con il buco dell’ozono ci si riferisce alla riduzione dello strato di ozono nella stratosfera, essenziale per proteggere la vita terrestre dai raggi ultravioletti. Questo fenomeno è particolarmente evidente sopra l’Antartide, dove la diminuzione può arrivare fino al 71% in primavera. I principali responsabili sono i clorofluorocarburi (CFC) e i bromofluorocarburi (BFC), che, liberando atomi di cloro e bromo, alterano l’equilibrio dell’ozono. Gli accordi internazionali hanno ridotto l’uso di questi composti, ma il recupero completo dello strato di ozono è previsto solo per la metà del XXI secolo
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:18
Ma io credo a lei, non alla comunità scientifica
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:20
3 - Negli ultimi decenni, la temperatura media globale della Terra è aumentata di circa 1,19 °C rispetto ai livelli preindustriali, con un incremento di 0,26 °C per decennio dal 2014 al 2023, il tasso più elevato mai registrato. Questo riscaldamento è attribuito principalmente alle emissioni di gas serra causate dall’attività umana. Se non verranno adottate misure efficaci, si prevede che la temperatura possa aumentare di 2,7 °C entro la fine del secolo. Le conseguenze includono eventi meteorologici estremi e l’innalzamento del livello del mare. Questo dice la comunità scientifica, ma io credo a lei, Anacleto verde
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:38
4 - Negli ultimi cento anni, la neve sulle Alpi è diminuita significativamente. Un recente studio ha rivelato una riduzione del 34% del manto nevoso complessivo, con cali più marcati nelle Alpi meridionali, dove la diminuzione raggiunge quasi il 50%. Questo fenomeno è attribuito principalmente al cambiamento climatico, che ha portato a un riscaldamento globale e a una maggiore incidenza di precipitazioni sotto forma di pioggia anziché neve, specialmente a quote più basse
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:41
Ma questa è solo la comunità scientifica globale che pubblica le sue statistiche e le sue conclusioni. Io credo assolutamente a lei Anacleto verde. Una voce così autorevole come la sua, non può essere ignorata.
Ritratto di Oxygenerator
24 gennaio 2025 - 10:50
5- Negli ultimi anni, il delta t, inteso come variazione della temperatura globale terrestre, è cambiato significativamente. Negli ultimi 50 anni, la temperatura superficiale globale è aumentata a un ritmo senza precedenti, con tendenze di riscaldamento che non hanno eguali negli ultimi duemila anni. Le attuali concentrazioni di CO2 e altri gas serra sono le più elevate da almeno 800.000 anni, contribuendo a questo cambiamento climatico. Ma io insisto e credo solo a lei.
Ritratto di pierfra.delsignore
27 gennaio 2025 - 20:26
4
Anacleto ancora con queste stupidaggini, non moriremo tutti, mai stato catastrofista ma la neve si vede ben poco, sono nato negli appennini ed anche a memoria è ovvio che negli ultimi 20 anni è sparita quasi completamente, 1-3 giorni vs settimane di quando ero bambino, idem per le temperature, l'innalzamento dei mari è un fenomeno reale, semplicemente i tempi della terra non sono quelli die film catastrofisti, se si continuasse cosi gli scenari catastrofisti si realizzerebbero di sicuro, ma il futuro non è mai, per fortuna oggi proiettato tra 100 anni, cambiano le tecnologie che sono sempre meno impattanti, ma cambia pure la demografia, tutte le previsioni catastrofiste pensavano ad un mondo con 15 miliardi di abitanti, invece ne abbiamo 9 e la popolazione aumenta non per le nascite, ma perché le persone posticipano la morte, visto che la speranza di vita media, salvo rare eccezioni, tra cui proprio gli USA, aumenta. Il singolo dato totemico di un piccolo posto non cambia il quadro generale che non è bello, ma nemmeno catastrofico, la vita umana è una frazione di secondo nel tempo del pianeta, per quanto siano grandi i danni che facciamo, come tutti gli animali altamente impattanti, il nostro numero si sta autoregolando e guarda caso tanto più una società inquina, tanto meno prolifera in termini di nuove nascite.
Ritratto di alex_rm
22 gennaio 2025 - 11:02
Gli usa ormai a livello automobilistico sono al minimo storico e negli usa la fanno da padrone toyota,honda,nissan(che però costruiscono in loco) e all estero vendono molto poco solo qualche f150 nel golfo arabo,ed ora con la cancellazione del nafta mette i dazi a chi produce in Messico e canada
Ritratto di Oxygenerator
22 gennaio 2025 - 11:32
Esattamente.
Ritratto di Gordo88
22 gennaio 2025 - 14:26
1
Certo fra 4 anni ti sveglierai e sarà stato solo un brutto sogno.. conoscenfo gli americani c è caso che ne arriverà uno pure peggio soprattutto se la sinistra continua a puntare il ditino e non capire un calzo della società
Ritratto di Newcomer
22 gennaio 2025 - 17:07
Oxy al solito non capisce ciò che legge
Ritratto di Merletti Felice
26 gennaio 2025 - 21:24
Oxy su Trump ha ragione, mi ricordo che durante il suo precedente mandato non ha realizzato nemmeno il 33% delle cose che aveva detto di voler fare.
Ritratto di cava64
22 gennaio 2025 - 10:12
....incredibile , c'e' qualche italiota che crede che questo pazzo delinquente , fara' i nostri interessi , perche' la carciofara gli fa gli occhi dolci , ma che poverini.
Ritratto di Sherburn
22 gennaio 2025 - 11:18
Già perchè gli altri di prima, che sbavano per Orwell e Malthus, c'avevano le nostre foto sul comodino. Intanto nel quadriennio precedente non ha attaccato guerra con nessuno, per gli standard USA è un Hare Krishna (del resto, l'arancione...)
Ritratto di Luxembourg expat
22 gennaio 2025 - 10:38
Se la tecnologia è valida, si diffonde da sola e non ha bisogno della politica per essere imposta.
Ritratto di Volpe bianca
22 gennaio 2025 - 11:09
+1!
Ritratto di MAUROXX
22 gennaio 2025 - 10:40
santo subito!!
Ritratto di Mirko21
22 gennaio 2025 - 11:44
VAI DONALD....FALLI NERI!!!!!!
Ritratto di marcoveneto
22 gennaio 2025 - 11:45
Da questo punto di vista sono d'accordo, ognuno compri quello che vuole. Vuole l'auto elettrica? Benissimo si prenda una Tesla! Vuole un V8? Benissimo, si prenda un V8!
Ritratto di Mirko21
22 gennaio 2025 - 11:49
COME SI PUÓ DARGLI TORTO..IL MONDO INTERO INQUINA E SE FOTTE DEI C0GLI0NI DEL GREEN DEAL...EVVAI DONALD!!!!
Ritratto di pierfra.delsignore
27 gennaio 2025 - 20:28
4
E' proprio l'esatto contrario i paesi fuori dall'accordo di Parigi sono pochissimi e chi investe maggiormente in tecnologia green sono le nuove superpotenze: Cina ed India
Ritratto di 72Luca
22 gennaio 2025 - 14:46
3
rido sguaiatamente...........!!!!!! Come dicevano in "Amici miei"? Elettrico?? Mavaffanzum zum zum zum,Mavaffanzum zum zum....!! Ahahahahahahahahaha
Ritratto di Byron59
22 gennaio 2025 - 14:47
Dai commenti mi pare che continui la divisione tra sostenitori e contrari all'industria automotive elettrica o termica. Ho già più volte avuto modo di ribadire che per i cinesi l'elettrico è stato un modo per scardinare l'industria occidentale nel suo settore più rappresentativo e antico, ma che per gli occidentali sarebbe stata un'autentica zappa sui piedi. Il mondo sta cambiando, il globalismo è sepolto, il neoliberismo inaugurato dalla Thatcher e da Reagan a cavallo dei Settanta Ottanta (in italia con l'abolizione della scala mobile, l'introduzione della contrattazione collettiva e soprattuto con il divorzio Banca d'italia Tesoro) sta terminando. I collassi di sistema del 2008 2011-13 2020 ne sono i sigilli. Si apre una nuova era, Trump ha ragione, e ha ragione anche Biden. Anche se è stato necessario attendere il suo discorso d’addio alla presidenza e alla vita politica attiva per poter sentire una parola dell'ormai ex presidente che non fosse aria fritta o sostegno a regimi criminali/genocidi. “Un’oligarchia sta prendendo forma in America, composta da estrema ricchezza, potere e influenza, che minaccia letteralmente l’intera democrazia, i nostri diritti fondamentali, la libertà e la possibilità di garantire a tutti un’opportunità equa”. Ha detto e non detto, perché è pur sempre il pallido terminale dell’establishment che da tempo immemore occupa tutte le posizioni rilevanti ai vertici degli Usa, è rimasto concentrato a sufficienza per non fare nomi ma per mettere tutti sull'avviso. Ma il contesto è tale non lasciare molti dubbi su chi siano i principali oligarchi che da qualche anno stanno concentrando nelle proprie mani un potere tale da non avere confronti con nessun altro sistema di potere umano del passato. Non c’è soltanto un neo-vecchio presidente che di mestiere ha sempre fatto lo speculatore immobiliare, il truffatore, specializzato soprattutto in abusi debiti e ricatti, laureato in fallimenti, e non c’è neanche solo Elon Musk, ormai classificato ‘uomo più ricco del mondo’ (anche se la stima delle sue ricchezze risente delle quotidiane oscillazioni di valore delle azioni che possiede). I giornali Usa sono pieni da settimane con i nomi di straricchi che stanno traslocando dalla tifoseria “liberal” a quella trumpiana, pur avendo detto sempre peste e corna del mondo “Maga” (“make America great again”), giustamente identificato con il buzzurrame complottista, evangelico, suprematista bianco, ma ora capace di conquistare anche colorati e ispanici di tutte le origini e sfumature. Hanno fatto scalpore le “conversioni” di Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Meta), Tim Cook (Apple) e ora anche Sundar Pichai (Google), mentre il fondo di investimento più potente, BlackRock, ha deciso di uscire dalla Net Zero Asset Managers Initiative (dove vanno gli investimenti per combattere il cambiamento climatico), più tanti altri i cui nomi sono decisamente meno famosi ma i portafogli altrettanto gonfi. Lo ha spiegato con insolita frannchezza David Solomon, di Goldman Sachs: “la nuova amministrazione offre una gradita opportunità per annullare alcune delle regole più severe emanate durante l’amministrazione del presidente Biden e piegare la politica fiscale e normativa a loro favore”. Ma non c’è soltanto il solito effetto “carro del vincitore” e la prospettiva di guadagni migliori per alcune società. A scorrere l’elenco delle nomine fatte da Trump per il governo, i vice, gli ambasciatori, le agenzie governative (servizi segreti e Fbi compresi), si nota una quantità di imprenditori impressionante, tanto da far apparire quasi fuori posto i pochi “funzionari di carriera”. Anche questa presenza non è affatto nuova. I Bush padre e figlio erano petrolieri (in affari anche con la famiglia Bin Laden, peraltro), ma perlomeno George Herbert “il vecchio” aveva fatto carriera pubblica nella Cia (guidò da remoto lo sbarco nella Baia dei Porci, a Cuba… non proprio un successo). E i loro vice e ministri, da Dick Cheney (a.d. di Halliburton, una “multiservizi” che spazia dai lavori pubblici agli impianti petroliferi, ai mercenari) a Donald Rumsfeld (ceo della Searle, produttrice del dolcificante cancerogeno chiamato aspartame), da Condoleeza Rice (presente nei cda di Chevron, Transamerica, Hewlett-Packard, Exxon) a Frank Carlucci (Carlyle Group, società di investimenti), non erano da meno. C’è però una differenza. Quelli erano a tutti gli effetti funzionari costruiti per fare la carriera politica, che in alcune fasi della vita si davano da fare “per arrotondare” in aziende già strutturate, in attesa di rientrare in qualche ruolo chiave dello Stato, portandosi dietro la rete di contatti con l’amministrazione Usa che potevano tornare utili anche a fare business. Era il sistema delle “porte girevoli”, ai piani alti tra pubblico e privato. Quelli attuali, invece, sono proprio e soltanto mega-imprenditori di successo che decidono di prendersi la macchina dello Stato per farla funzionare secondo i propri progetti, anche individuali (Musk vorrebbe far arrivare i suoi razzi su Marte, se smettono di esplodere sulla rampa di lancio). Non è un processo che riguardi solo gli Stati Uniti, naturalmente. In Italia abbiamo sperimentato 30 anni fa l’irruzione di Silvio Berlusconi, con la sua corte dei miracoli. Ma anche in Francia non va sottovalutato il fatto che un banchiere (Macron) abbia monopolizzato prima il ministero dell’economia in un governo “socialista” e poi la presidenza della Repubblica fondando un partito tre mesi prima di vincere le elezioni. E che adesso in Francia sostenga un governo di minoranza che ha appena il 5% dei voti all'Assemblea Nazionale e si regge grazie all'astensione (complicità) degli altri e ai decreti presidenziali. Un vero colpo di stato. Protagonisti che contrassegnano una generale “crisi della politica” nel rappresentare-guidare la società nel suo complesso, ovviamente secondo gli interessi della classe dominante. Cambia però in questo caso radicalmente la “composizione sociale” e quindi anche la “cultura dominante” nel gruppo dirigente dello Stato. E non di uno Stato qualsiasi, ma del cuore dell’imperialismo occidentale. Gli imprenditori di successo si erano fin qui astenuti da partecipare in prima persona ai governi degli Stati capitalistici, se non in casi rarissimi, preferendo continuare a gestire il proprio business e condizionare la classe politica per ottenere ciò che serviva loro. Quello Stato era in fondo il comitato d’affari della classa dominante imprenditorial finanziaria… Ora gli imprenditori finanzieri si buttano in massa sulle leve del potere politico, per fare ciò che il ceo di Goldman Sachs ammette apertis verbis: “piegare la politica fiscale e normativa a loro favore“, e anche un po’ di più… Ma la “cultura aziendale” è piramidale e gerarchica, la governance (e non il governo) di questi signori non prevede pluralità di centri di comando, contrappesi, “rappresentanze di interessi” diversi da quelli azionari (dove ci si pesa in base al numero di azioni). Neanche dei propri dipendenti, chiamati “collaboratori” sono nelle lettere di assunzione e licenziamento, ma senza sindacati tra i piedi, neanche quando sono palesemente “complici” e collusi (un costo inutile, ormai…) Tutti possono ricordare il video con Elon Musk che entra nella sede di Twitter, appena acquistata, portando in braccio un lavandino per simboleggiare le “pulizie” che aveva intenzione di fare in quell’azienda (come poi effettivamente avvenuto). Chiaro insomma che “la democrazia” esce piuttosto malconcia da questa irruzione massiva di amministratori delegati. Anzi, ne viene demolita anche la sola pretesa di chiamarsi tale, perché nessuna istituzione pubblica può più permettersi di “limitare” il potere esecutivo, quando il potere esecutivo è sorretto da una tale capacità economica e informativa capace di guidare le masse a piacimento attraverso i social media. Altro che “i tre poteri” di Montesquieu… Al confronto, il “premierato” che vorrebbe imporre la Meloni è quasi una concessione al “pluralismo”, visto che continua a pensare la “classe politica” come una funzione importante, invece che accessoria o addirittura residuale. E’ un cambiamento radicale nella gestione del potere politico capitalistico per come lo abbiamo conosciuto e subìto nel secondo dopoguerra. Viene di fatto azzerata ogni finzione di “legalità concertata”, sia nella gestione degli affari interni di un paese che nelle relazioni internazionali. Contano e conteranno solo i rapporti di forza, economici o militari. In attesa di poterli cambiare, certo… Un “preavviso” che era già arrivato – sotto il filo-genocida Biden, che ora finge di preoccuparsene – con il disconoscimento delle Corti internazionali, in parte della stessa Nato, ricondotta rigidamente a mera esecutrice degli ordini dell'egemonia statunitense. Dal punto di vista delle classi quel che cambia davvero sono i rapporti interni alle varie frazioni di borghesia. Nella nuova configurazione contano solo gli interessi multimiliardari e “innovativi”, scrollandosi di dosso il peso negativo delle “rendite di posizione” anche a livello industriale (il “complesso militare-industriale” stesso, scottato dai pessimi risultati della guerra in Ucraina, dovrà rivedere rapidamente le sue abitudini e i suoi prezzi iper-gonfiati). Il rapporto con il resto della società segue. Se le modifiche nell’architettura economica del sistema permetteranno nicchie di profittabilità nei nuovi “indotti”, bene. Altrimenti chissenefrega… Il controllo della popolazione, del resto, è già stato testato e verificato proprio grazie all’”economia delle piattaforme”. Il network tra Google, X, Whatsapp, Instagram, ecc, permette già ora di condizionare palesemente e pesantemente la “formazione dell’opinione pubblica”, soppiantando i “professionisti dell’informazione”, che peraltro già si erano felicemente adattati al nuovo panorama (basta guarda a quanti articoli di “politica” vengono da anni scritti consultando proprio i post su X, arricchiti magari con una telefonata al portavoce del “potente di turno”). Questo è il nuovo occidente. Ma che sia democratico non si può proprio più dire. Ma non vi preoccupate, lasceranno le scadenze elettorali intatte per mantenerne la parvenza. Tanto la “volontà politica del popolo” sanno di poterla controllare da remoto… E il popolo questo l'ha già capito e diserta le urne per questo motivo. E comunque, se non dovesse andare come dispongono, allora “non vale”. Chiedete a rumeni o ai georgiani, tanto per cominciare, ma anche ai francesi. Quanto agli italiani... la vicenda Sala Abedini dimostra quanto la nostra politica sia sottomessa agli interessi americani. A me viene da vomitare. Per non parlare di quanto successo appena ieri col libico pluri ricercato dall'Interpol che traffico di esseri umani e tortura e omicidio e tutte le porcherie più porcherie del mondo, arrestato e poi subito rilasciato e rimpatriato con volo di stato. Eh sì, l'ENI trivella ancora in Libia. Ma la meloni non doveva perseguire tutti gli scafisti del mondo pure su Marte? E poi quando ti capita tra le mani a Torino che fai? Lo riporti a casa con volo dei servizi? E questo tipetto, che ci faceva a Torino?
Ritratto di basti73
22 gennaio 2025 - 16:36
Cosa esattamente non avevano capito gli americani del primo mandato di questo individuo? Trump ha sempre dimostrato di essere viscido e di fregarsene altamente dei problemi delle minoranze del suo paese, ma contenti loro contenti tutti.
Ritratto di Newcomer
22 gennaio 2025 - 17:06
Le minoranze lo hanno votato in massa, evidentemente ciò che raccontano qui non corrisponde alla realtà
Ritratto di Road Runner Superbird
22 gennaio 2025 - 18:17
Se è stato rivotato significa che hanno un buon ricordo di quei quattro anni, un pessimo degli ultimi quattro ed appare più evidente quanto le scorse elezioni di Biden siano state una farsa. Questa volta però non è il Trump improvvisato del primo mandato, ha dalla sua anche gli apparati e si è circondato da persone con esperienza politica, oltre ad essere sostenuto dai repubblicani moderati. È un Trump legittimato dalle istituzioni, dall'opinione pubblica, motivo per cui si sono prostrati anche quei big che normalmente sarebbero stati antagonisti, come i vari CEO. Ora con un'America sulla stessa linea e lo stesso indirizzo di interessi, c'è la probabilità che il vento cambi anche in Europa.
Ritratto di Newcomer
22 gennaio 2025 - 17:05
Ormai è questione di mesi anche in Europa, è già deciso, stanno solo cercando un modo “elegante”
Ritratto di AZ
22 gennaio 2025 - 23:16
Sanzioni agli USA se inquinano troppo.
Ritratto di Mirko21
23 gennaio 2025 - 07:18
Vai Donald...radili al suolo!
Ritratto di Mirko21
23 gennaio 2025 - 07:22
L'elettorato ispanico e afro ha votato in massa Donald Trump..QUI SI RACCONTANO BALLE A NASTRO...
Ritratto di Mirko21
23 gennaio 2025 - 07:27
John Elkann ha già incontrato personalmente Trump nei giorni scorsi..ha prospettato 1500 nuove assunzioni in Stellantis USA...qualcosa sta bollendo in pentola per un graduale ritorno al TERMICO: quindi ripartiranno le vendite e la necessità di personale..
Ritratto di Ste1492
23 gennaio 2025 - 18:44
Trump sei il mio mito.
Ritratto di palazzello
23 gennaio 2025 - 19:25
Per una volta mi trovo d'accordo con Trump: l'industria dell'auto non si sabota e soprattutto uno deve comprarsi l'auto che vuole e non devono essere 4 politici con ideologia malata a indirizzare e talvolta costringere a comprare una determinata tipologia di motore!!!
Ritratto di Honda cbr
23 gennaio 2025 - 21:38
Grande Trump, ce ne vorrebbe anche un paio in europa di politici come lui

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