VITTORIA A METÀ - Gli automobilisti piemontesi che guidano un’auto diesel Euro 5 posso tirare un mezzo sospiro di sollievo. Con il decreto approvato ieri in Consiglio dei ministri quei veicoli non saranno più obbligati a fermarsi a partire dal prossimo 15 settembre, misura a suo tempo decisa dalla Regione Piemonte per non peggiorare la qualità dell’aria. Sono dunque liberi di circolare circa 310.000 mezzi in tutta la regione. Quasi la metà sono nella sola provincia di Torino, dove il blocco sarebbe scattato in 43 comuni. Ma è un via libera solo a metà, almeno per chi si è dato da fare per evitare lo stop.
DUE PESI DUE MISURE - Il provvedimento varato ieri dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, prevede due fasi ben distinte. La prossima settimana non scatterà, come inizialmente previsto, il blocco per tutti i mezzi diesel Euro 5 nei comuni piemontesi con più di 10.000 abitanti, ma la deroga sarà valida soltanto fino al 1° ottobre del 2024. Ciò significa che, nei comuni con più di 30.000 abitanti “dotati di un’adeguata rete di trasporto pubblico locale e dove ci sono valori inquinanti alti che possono incidere sulla tutela della salute”, come recita il testo del governo, gli Euro 5 si dovranno fermare. I centri abitati in provincia di Torino interessati sono dieci, da Venaria (32.000 residenti), fino al capoluogo, dove risiedono 850.000 persone. Nei comuni con meno di 30.000 ma più di 10.000 abitanti, invece, il divieto di circolazione scatterà un anno più tardi, il 1° ottobre del 2025.
UN CAOS NON DA POCO - Ma cosa significa, all’atto pratico? Che tra un anno ci saranno comuni confinanti con regole diverse. Per esempio, gli Euro 5 diesel non potranno circolare a Orbassano, ma potranno farlo nella limitrofa Rivalta. Saranno fermati a Collegno, ma non a Pianezza. Potranno viaggiare a Leinì, ma non a Settimo. Basta calarsi nei panni degli automobilisti piemontesi per capire l’enorme confusione del provvedimento.