RISCHIO POLVERONE - La vicenda Dieselgate della Volkswagen si sta complicando anche nella fase dei “richiami” avviati dalla casa per modificare le auto con i turbodiesel EA189, dotati del software incriminato. Con l’approvazione del KBA, l’ente tedesco che si occupa delle omologazioni, nelle settimane scorse la Volkswagen ha avviato appunto le procedure di “richiamo” affermando che gli interventi previsti per portare a norma le auto in questione non modificano le prestazioni e i consumi delle auto. Ma ora che le operazioni sono state avviate arrivano notizie discordanti in proposito.
ANALISI CONTRASTANTI - Nei giorni scorsi il Touring Club Svizzero (qui per saperne di più) aveva comunicato che - in collaborazione con il tedesco ADAC e l’austriaco ÖAMTC, nonché sotto l’egida della FIA - aveva sottoposto a test di verifica quattro auto di modelli interessati dalla vicenda e che i risultati avevano evidenziato come dopo l’intervento presso la rete di assistenza della casa effettivamente le auto risultassero in regola e senza significative differenze nel rendimento. Ieri però, l’organizzazione italiana per la difesa dei consumatori Altroconsumo (impegnata in una class action contro la Volkswagen sulla vicenda) ha consigliato i proprietari di auto “richiamate” di non portarle in officina in quanto l’intervento previsto dalla casa non regolarizzerebbe la vettura. Questo in base a un test compiuto da Altroconsumo.
I TEST SVIZZERO-AUSTRO-TEDESCHI - Il TCS e le altre associazioni austo-tedesche, hanno sottoposto a prova tre Audi A4 Avant 2.0 TDI e una Volkswagen Golf con cambio manuale. Le prove al banco hanno fatto rilevare che dopo l’intervento di “richiamo” la potenza delle quattro auto è rimasta invariata (il comunicato non fa riferimento alla coppia). Per quel che concerne il consumo le tre Audi non hanno fatto rilevare alcun aumento mentre la Volkswagen Golf ha segnato un incremento di 0,15 litri ogni 100 km, equivalente a una differenza valutata tra lo 0,4% e il 2,5%. I test fatti compiere da TCS, ADAC e ÖAMTC hanno anche evidenziato che “fuori dal ciclo di misurazioni prescritto dalla legge” le modifiche apportate alle vetture hanno dato luogo a un “effetto positivo in termini di emissioni di NOx, tagliate di circa il 12% sulle Audi e addirittura del 36% sulla Golf in prova”. Va però aggiunto che nel diagramma riportato dallo stesso TCS nel documento che riferisce dei test, le emissioni di NOx per l’Audi A4 Avant TDI nel test al banco secondo le modalità di omologazione, registrano un lieve incremento, pur rimanendo sotto la soglia dei 180 mg/km prevista dagli standard Euro 5. Va infine aggiunto che non sono riportati dati sulle emissioni rilevate per la Volkswagen Golf.
LA VERSIONE ALTROCONSUMO - Il TCS ha così invitato alla tranquillità i proprietari delle auto soggette a “richiamo”, perché le operazioni compiute in officina non peggiorano l’auto, né per i consumi né per e emissioni. Ma il tono rassicurante del TCS (e di riflesso del potente ADAC tedesco) hanno trovato smentita in quanto diffuso dalla associazione Altroconsumo, che corredando il proprio comunicato anche con un filmato (qui sotto), ha riportato l’esito negativo dei test a cui ha sottoposto una Audi Q5 2.0 TDI 110 KW. L’auto è stata testata una prima volta così come è stata consegnata dalla casa al proprio cliente, e una seconda volta dopo che l’officina delle rete ufficiale Audi aveva apportato le modifiche previste dal “richiamo”. Il risultato è stato negativo in quanto, scrive Altroconsumo, “le emissioni di ossidi di azoto (NOx), rilevate dai test dopo la rimozione del software illegale da parte del centro assistenza, superano di circa il 25% i limiti stabiliti dalla legge, risultando non conformi ai requisiti di omologazione Euro 5”. In particolare le emissioni rilevate durante il test su strada “sono rimaste sostanzialmente immutate - riferisce Altroconsumo - ma il test di omologazione su rulli ha rilevato un chiaro aumento delle emissioni di NOx”. Secondo i test di Altroconsumo “i nuovi valori sono risultati talmente alti da sforare di gran lunga i limiti Euro 5: 225,5 mg al chilometro contro i 180 previsti dalla normativa, il 25% in più”.
LE ISTANZE DI ALTROCONSUMO - Sulla base dei risultati del suo test, Altroconsumo ha sollecitato il ministero dei Trasporti e il KBA (l’ente tedesco che si occupa di omologazioni) di compiere una verifica degli interventi previsti per i “richiami”. Oltre a ciò, Altroconsumo consiglia i proprietari delle auto interessate a non portarle in officina per l’intervento di modifica e di aderire alla azione legale collettiva “class action” che l’associazione ha promosso davanti al Tribunale di Venezia. L’iniziativa mira a ottenere un indennizzo pari al 15% del valore dell’auto per gli automobilisti propietari di una vettura turbodiesel dotata del software incriminato, “come già riconosciuto (da 5 a 10.000 dollari per auto) negli Stati Uniti ma non ancora in Europa”.