DETERMINAZIONE E INSISTENZA - L’autorevole Wall Street Journal ha riportato una indiscrezione raccolta “in ambienti informati sulla vicenda” - come scrivono gli americani in questi casi - secondo cui Sergio Marchionne per tentare di persuadere Mary Barra, capo della GM, a discutere della possibilità di una fusione dei gruppi FCA e GM, avrebbe cercato l’aiuto dei grandi investitori in GM.
RENDERE GLI INVESTIMENTI - Secondo l’indiscrezione Marchionne starebbe contattando i rappresentanti di alcuni fondi di investimento e operatori finanziari per illustrare loro la sua tesi dell'opportunità reciproca per i due gruppi FCA e GM di collaborare strettamente (anche fino alla fusione) per poter così ridurre il peso degli investimenti necessari e di conseguenza rendere più redditizi gli investimenti stessi. E quest’ultimo è evidentemente il tasto su cui Marchionne insiste in particolare trattando appunto con degli investitori.
IL PESO DEGLI AZIONISTI - L’iniziativa di Marchionne sarebbe stata presa in seguito a quanto e come gli investitori stessi hanno dimostrato di saper e poter incidere sulla governance finanziaria del gruppo General Motors. In proposito la nota banca d’affari Morgan Stanley ha recentemente diffuso una nota in cui rileva come il management della GM - al contrario di quanto avviene per la Ford e per la altre grandi case automobilistiche - in pratica sarebbe in condizioni di non potersi sottrarre alle pressioni degli azionisti indipendenti miranti a operazioni con obiettivi a tempi brevi.
CHI SONO - Nella General Motors gli investitori di peso sono diversi e non molto tempo fa hanno ottenuto che la società procedesse all’acquisto di 5 miliardi di azioni proprie (avevano chiesto 8 miliardi) in maniera da rendere più corposi i dividendi. Tra gli investitori figurano nomi di spicco del mondo finanziario dei fondi, tra i quali la stampa finanziaria riporta i nomi delle società Taconic Capital Advisors, Appaloosa Management, HG Vora Capital Management e Hayman Capital Management.
RICONOSCIMENTI - Le osservazioni della Morgan Stanley suonano come un riconoscimento alla fondatezza dell’iniziativa di persuasione che Marchionne starebbe svolgendo. Va comunque detto che Marchionne ha rifiutato qualsiasi commento alle notizie diffuse dal Wall Street Jourbal, così come la vicenda trovi valutazioni e considerazioni di vario tipo.
VALUTAZIONI E IPOTESI - C’è chi sottolinea come il vertice GM abbia più volte respinto ogni proposta di Marchionne, anche solo di discutere. Contemporaneamente non manca chi ricorda che GM in passato ha già avuto a che fare con Marchionne, quando fu rotto l’accordo tra Fiat e GM con un buon vantaggio finanziario per la casa italiana (la trattativa fu condotta appunto da Marchionne) e la cosa costituirebbe un ostacolo all’ipotesi di un incontro. Al tempo stesso c’è chi ritiene che l’insistenza di Marchionne nel sostenere la necessità di un accordo con la GM sia anche un modo per riuscire a smuovere un qualche partner automobilistico europeo che - secondo questa tesi - potrebbe preoccuparsi per il sorgere di un nuovo protagonista formato da FCA e GM.