GRANDE IMPORTANZA - Niente meno che il New York Times ha ritenuto di pubblicare la notizia, segno di quanto rilievo la cosa abbia sugli scenari economici. Per il quotidiano newyorkese il capo del gruppo Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne (nella foto), nel marzo scorso avrebbe inviato una email a Mary Barra, sua omologa alla General Motors, per proporre l'idea di una fusione dei due gruppi in modo da creare il più grande costruttore automobilistico al mondo.
LA TESI - L’analisi di Marchionne è nota: fare auto costa molto, fare auto nuove costa moltissimo, innovare costa ancora di più. Con questa realtà è molto difficile far rendere i soldi investiti nell’industria automobilistica che pena a realizzare rendimenti almeno accettabili. Perché ciò possa avvenire l’unica soluzione è che si allarghino e crescano sensibilmente le economie di scala, vale a dire che i costruttori condividano i costi necessari per la progettazione e lo sviluppo delle nuove auto, i nuovi motori, le nuove piattaforme. Senza questa collaborazione i grandi investimenti necessari non avranno mai rendimenti invitanti, che significa anche che non si troverà chi voglia investire. Chi dispone dei capitali ha infatti possibilità di investimento molto più redditizie che non quelle nel settore dell’auto.
I NUOVI POTENZIALI SOGGETTI - Se la presunta mail a Mary Barra era rimasta segreta sino all’altro giorno, Marchionne aveva reso pubblica la sua tesi già ad aprile, quando in una conferenza stampa si dichiarò pronto a discutere con i possibili partner (manifestando preferenze per interlocutori americani, cioè Ford e GM). Poi nelle settimane scorse ha avuto incontri con i maggiori nomi del settore dell’informatica e delle nuove tecnologie (Google, Apple e Tesla) esplicitamente per parlare delle prospettive di un’auto di nuovo tipo rispetto a quella tradizionale.
PIANO B - Alle sue dichiarazioni di interesse però entrambe le potenze automobilistiche americane hanno subito risposto picche, sostenendo di avere tutte le intenzioni di proseguire nelle rispettive strategie autonome di sviluppo. La diffusione da parte dello stesso Marchionne delle notizie sugli incontri con Google, Apple e Tesla era stata anche interpretata come il fare capire ai colleghi del settore auto (quello tradizionale) che le proposte di collaborazione e alleanza potrebbero avere una sorta di piano B appunto con il mondo delle attività più tecnologiche, come a voler un po’ spaventare.
NESSUNA REAZIONE - Ma neanche questa prospettiva - contenente orizzonti indubbiamente nuovi - ha suscitato reazioni positive nel mondo dell’auto. Va però rilevato che Marchionne sente l’argomento come una necessità assoluta, quasi impellente. E l’invio di una proposta di incontri tramite email sarebbe anche una testimonianza di questa fortissima determinazione. La pubblicazione della cosa da parte del New York Times rafforza questa immagine di determinazione del top manager italo-canadese.