TRAGEDIE E DIFFICOLTÀ - Il conflitto che sta insanguinando i confini orientali dell’Europa sta imponendo un pesante tributo di sangue innocente e sta danneggiando o paralizzando intere industrie. Le ultime notizie parlano una progressiva fermata dell’automotive in Ucraina e, più ancora, in Russia. Vediamo i vari costruttori come stanno attraversando questa crisi.
VOLKSWAGEN - Il consiglio di amministrazione del Gruppo Volkswagen ha deciso di interrompere la produzione di veicoli in Russia fino a nuovo avviso, decisione che si applica ai siti di produzione russi di Kaluga e Nizhny Novgorod. Anche le esportazioni di veicoli verso la Russia verranno interrotte con effetto immediato. L’interruzione della spedizione di componenti dall’Ucraina ostacola infatti le linee di montaggio anche in Germania. Volkswagen prevede di fermare temporaneamente diversi stabilimenti, compreso il suo storico di Wolfsburg. Altri siti interessati sono Emden e Hannover, nei quali si producono veicoli commerciali, e alcune fabbriche di componenti: la produzione potrebbe esserci ulteriormente tagliata. Stop anche a Zwickau e Dresda, siti nei quali si producono le auto elettriche, per difficoltà nella fornitura dei cablaggi dall’Ucraina.
STELLANTIS - E se a Melfi le cose peggiorano per la crisi dei semiconduttori - produzione sospesa fino al 14 marzo perché non arrivano le centraline motore dato che mancano i chip per produrle - anche Stellantis trema, dato che ha un impianto a Kaluga. Ricordiamo che durante la presentazione del piano Dare Forward 2030 (leggi qui la notizia) Carlos Tavares ha annunciato la creazione di un fondo a favore delle vittime.
MERCEDES - Mercedes ha dichiarato che interrompe la produzione nel suo stabilimento in Russia e sospende l'esportazione di autovetture e furgoni nel paese, dopo che i paesi occidentali hanno imposto sanzioni al paese in seguito all'invasione russa dell'Ucraina. Anche la Mercedes è colpita e prevede di ridurre la produzione in alcuni dei suoi stabilimenti europei poiché le forniture di parti prodotte in Ucraina stanno per esaurirsi.
BMW - BMW ha interrotto sia l'esportazione di automobili in Russia sia la sua produzione locale, ma la casa bavarese è stata costretta a interrompere la produzione nei suoi stabilimenti, in Germania e anche in altri Stati europei, perché l'invasione russa ha interrotto le consegne di componenti chiave dall'Ucraina. La produzione dei veicoli negli stabilimenti BMW di Monaco e Dingolfing sarà fermata la prossima settimana così come la produzione nello stabilimento Mini di Oxford, in Inghilterra. Anche la produzione di motori nella fabbrica BMW di Steyr, in Austria, sarà sospesa. Come se non bastassero questi stop, saranno tagliati i turni di produzione negli stabilimenti BMW di Lipsia e Ratisbona, che passeranno da due a uno. Gli stabilimenti BMW negli Stati Uniti, in Cina e in Messico non avranno difficoltà perché hanno fornitori diversi. Anche in questo caso le difficoltà derivano dai cablaggi, forniti dalla multinazionale tedesca Leoni e prodotti in Ucraina a Kolomyia e Nezhukhiv.
PORSCHE - Brutte notizie anche per Porsche, che ha interrotto da mercoledì e per circa 10 giorni la produzione di Macan e Panamera nello stabilimento di Lipsia. Lo storico sito di Stoccarda-Zuffenhausen, che costruisce le Taycan e 911, ha lavorato invece per questa settimana. Inoltre la Porsche sospende le esportazioni di auto in Russia.
FORD E TOYOTA - La casa americana ha annunciato la sospensione di tutte le attività in Russia, dove ha una fabbrica in partnership con la Sollers per la produzione del Transit. Anche la Toyota sospende la produzione in Russia, dove ha una fabbrica a San Pietroburgo che produce 80.000 veicoli l’anno e impiega 2.000 persone.
GLI ALTRI - Un po’ tutti i costruttori stanno reagendo all’invasione russa interropendo le spedizione di veicoli in quel Paese: tra questi si segnalano Nissan, Honda, Volvo, Jaguar, Land Rover, Aston Martin, GM, Daimler Truck.