Prendendo ad esempio le case tedesche, si nota la loro forte dipendenza dalle fonti fossili che li espone caro energia e all’esigenza di smarcarsi dalle forniture russe.
La Renault dovrebbe cedere le azioni della sussidiaria AvtoVaz all’istituto scientifico russo per 1 rublo, riservandosi però il diritto di riacquisto agevolato della quota.
Il boicottaggio delle case automobilistiche e le continue sanzioni del mondo occidentale verso la Russia hanno un causato un crollo del mercato: a marzo si registra un aumento del 40% del prezzo dei veicoli.
Per evitare l’escalation di effetti negativi causati dalla sospensione delle attività in Russia, il Renault Group sta valutando delle contromosse, tra cui la cessione della sussidiaria che produce il marchio Lada a degli investitori locali.
Dopo l’interruzione della produzione in Russia, il ceo della Renault definisce la “situazione molto complessa” anche per lo spettro dell’esproprio della controllata AvtoVaz.
La Renault interrompe la produzione nel suo stabilimento Avtoframos, ma resta molto cauta sulla controllata AvtoVAZ, che in Russia dà lavoro a 45.000 persone.
Circa la metà del gasolio che arriva in Europa proviene dalla Russia. Ora, per effetto delle sanzioni contro Mosca, le scorte non bastano. E per i paesi acquirenti si fa sempre più concreto lo scenario di una corsa “all’ultimo barile”.
L’aumento dei prezzi del nichel e di altri metalli molto usati nell’automotive e l’aumento dei prezzi potrebbe causare un forte impatto sui costi delle batterie.
Il quarto round di sanzioni dirette alla Russia è al vaglio dell’Unione. Tra le misure si prevede anche il divieto di esportazione di auto dei marchi europei con valore sopra i 50.000 euro.
La Renault è restia a interrompere i rapporti con la Russia. A rischio, oltre al controllo della sussidiaria AvtoVAZ, c’è la confisca delle fabbriche in cui l’azienda produce il 30% dei veicoli immatricolati ogni anno nel paese.
La crisi dei cablaggi, la cui produzione mondiale è dominata dall’Ucraina, si ripercuote sulla filiera dell’auto. A rischio le forniture italiane destinate alla Germania.
Tra problemi di approvvigionamento per le fabbriche europee e azioni dirette per boicottare la Russia questo conflitto sta avendo pesanti conseguenze per il settore dell’automotive.
Gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina e delle sanzioni nei confronti di Mosca rischiano di dare una potente spallata all’industria automobilistica occidentale. Intanto, parte l'embargo di alcune case europee contro Mosca
Renault, Stellantis e Volkswagen operano in Russia. Se fossero imposte sanzioni alla Russia, potrebbero esserci ricadute negative anche per i costruttori di veicoli.