UN FORTE IMPATTO - Una “situazione molto complessa” così l’amministratore delegato del Renault Group, Luca de Meo (nella foto), commenta la sospensione delle attività del costruttore francese in Russia. Infatti, dopo settimane di incertezze, la casa transalpina ha annunciato lo stop della produzione della fabbrica nei pressi di Mosca (qui per saperne di più). Una decisione che avrà un forte impatto sul bilancio e sulle vendite, con le incognite della crisi Russia-Ucraina che potrebbero minare il prossimo piano industriale Renaulution (qui, i dettagli della strategia).
TAGLIO DELLE STIME - L’addio a Mosca è un duro colpo per le finanze del gruppo Renault (che ricordiamo è partecipato al 15% dallo stato francese), con il costruttore obbligato a correggere le stime sul bilancio a causa della sospensione delle attività. Insieme all’addio al Paese guidato da Valdimir Putin, il consiglio di amministrazione ha anche previsto il taglio sulle stime relative al margine di redditività (che passa dal 4% al 3%) e i flussi di cassa del 2022. Inoltre, sui conti del primo semestre 2022 sono già state rettificate le entrate, per un valore di circa 2,2 miliardi di euro.
QUESTIONE AVTOVAZ - Oltre ai danni economici per l’interruzione della produzione presso la sua fabbrica, il gruppo Renault dovrà affrontare la questione AvtoVaz, sussidiaria attraverso la quale il costruttore fabbrica il 30% dei veicoli immatricolati ogni anno in Russia e che dà lavoro a 45.000 persone. Infatti, il partner russo con cui Renault produce il marchio Lada ha dichiarato che produrrà nuovi modelli senza componenti importati e che ripristinerà la catena di approvvigionamento indipendente dal gruppo. Una perdita importante per la Renault, che prevedeva l’integrazione dell’azienda moscovita nella Dacia: una sinergia che avrebbe permesso la condivisione di piattaforme, minori costi di produzione e reddittività maggiori.
LO SPETTRO DELL’ESPROPRIO - Per la Renault si potrebbe delineare anche l’espropriazione e la nazionalizzazione delle sue proprietà sul territorio. Come annunciato dalle autorità russe, che prevedono ritorsioni nei confronti delle aziende estere in fuga dalla Russia. La prima a subire la confisca potrebbe essere proprio la fabbrica Renault di Avtoframos, con il ministero dell'Industria e del Commercio del governo di Mosca già a colloquio per decidere il futuro del sito produttivo.