FARE E DISFARE - Uno studio rivela che se i veicoli fossero rimasti delle stesse dimensioni, le emissioni del settore automobilistico avrebbero potuto ridursi di più del 30% fra il 2010 e il 2022 e il fatto che ciò non sia avvenuto è da imputarsi proprio a quelle Sport Utility Vehicle che sono le preferite degli automobilisti. Nel periodo considerato le emissioni globali, grazie al dowsizing dei motori e all’elettrificazione, sono infatti diminuite globalmente del 4,2%, un calo molto minore di quanto sarebbe avvenuto senza le suv. Gli esperti del Global Fuel Economy Initiative (GFEI) hanno riscontrato che questa tipologia di veicoli sono ormai il 51% del mercato delle auto nuove con il peso medio dei veicoli leggeri (si fa per dire) che ha battuto ogni record superando le 1,5 tonnellate.
SEMPRE PIÙ GRANDI - Le automobili continuano mediamente a crescere con la superficie a terra media di un nuovo modello che raggiunge i 4,2 metri quadrati, come dire che 7 di queste automobili hanno l’area di un monolocale. I costruttori “spingono” le suv poiché, a parità di potenza, powertrain, alimentazione e pianale, sono venduti a prezzi superiori all’aumento dei costi di produzione, comunque leggermente più alti perché lamierati e cristalli sono più grandi. Gli automobilisti si lasciano poi tentare sia dalla moda sia dalla “guida alta” e comprano in massa questi veicoli. Anche in Italia ormai 6 auto nuove su 10 sono di questo tipo.
Più superficie frontale, più peso e aerodinamica peggiore, ossia efficienza energetica minore: ecco perché gli studiosi di GFEI hanno chiesto ai governi di attuare restrizioni sulle dimensioni dei veicoli, misure scelte per arrestare l’avanzata delle suv. I ricercatori chiedono anche investimenti nelle energie rinnovabili, tagli ai sussidi per i combustibili fossili, tasse sulle emissioni di carbonio, tariffe di favore per la ricarica degli EV e strumenti finanziari ad hoc per l’acquisto dei veicoli elettrici.
RISULTATI ‘ELETTRICI’ VANIFICATI - La riduzione delle emissioni dell’industria automobilistica, anche se piccola, è stata catalizzata dai veicoli elettrici (EV), che hanno raggiunto uno share del mercato del 15% nel 2022. Lo studio rileva infatti che i mercati con una forte crescita nelle vendite degli EV, come la Cina e l’Europa, hanno avuto i maggiori miglioramenti - di circa il 6% annuo - nell’efficienza energetica (nel grafico espressa sia in litri di benzina equivalenti/100 km sia in kWh/km) e quindi nelle emissioni. Il Nord America, che ha una minore diffusione dei veicoli elettrici, è migliorato invece soltanto dell’1,6% l’anno.
Dan Sperling, direttore dell’Institute of Transportation Studies presso l’Università della California, è della stessa opinione: “Invertire la tendenza che rende i veicoli più grandi e pesanti è la chiave per ottenere una mobilità più sostenibile. Questo vale anche per la mobilità elettrica: una diminuzione delle loro dimensioni renderebbe il mercato degli EV più equo e inclusivo e ridurre sia la domanda di minerali critici sia quelle dell’elettricità”. Anche la FIA, che sostiene il GFEI, evidenzia come l’aumento delle dimensioni dei veicoli è un problema non solo per l’ambiente e il clima ma anche per la sicurezza stradale.