CHOC SOCIALE - Dopo le misure pesanti varate ieri dal gruppo PSA Peugeot Citroën per arginare le perdite che da parecchi mesi si stanno accumulando sui suoi bilanci, oggi è giorno di riflessione e di dichiarazioni. I provvedimenti decisi sono più duri di quanto si prevedesse e hanno provocato smarrimento, choc. Il ministro per il rilancio produttivo, Arnaud Montebourg, ha detto che non accetta il piano PSA così com'è. Il presidente della Repubblica Hollande ha dichiarato oggi che il governo ha reagito bene alle iniziative del gruppo PSA. Quest’ultimo dal canto suo ha affermato che non sollecita e non vuole alcun aiuto statale. Inutile dire che la Borsa non è rimasta indifferente, e il titolo PSA oggi alle 12 perdeva l’8%. Ora, dichiarazioni a parte, non resta che attendere i provvedimenti per l’intero settore auto che il governo annuncerà il 25 luglio.
INTERVENTO DURO - Intanto, vengono ripetute, come per esorcizzarle, le decisioni prese dal gruppo PSA, che fanno evocare i peggiori tempi di crisi dell’economia francese. La più forte è la chiusura nel 2014 dello stabilimento di Aulnay-sous-Bois, una ventina di chilometri a nord-est di Parigi, dove si fabbrica la Citroën C3. I lavoratori interessati sono 3.000. Oltre a ciò, il piano PSA approvato nella riunione di ieri, prevede la soppressione di 3.600 posti nei settori dell’amministrazione, del commercio e della ricerca e sviluppo, mentre lo stabilimento di Rennes, dovrà passare da 5.600 a 4.200 addetti.
PIANO ARTICOLATO - I 1.500 lavoratori dell’impianto di Aulnay saranno trasferiti nella fabbrica di Poissy, circa 30 km a ovest della capitale francese, dove verrà raggruppata la produzione dei modelli di segmento B. Per l’altra metà dei lavoratori dell’impianto di Aulnay, il gruppo PSA si è impegnato a trovare collocazione lavorativa nello stesso bacino produttivo, nel settore auto. L’azienda ha assicurato che tutto avverrà con la massima partecipazione collaborativa dell’azienda, affinché nessuno si ritrovi abbandonato.