VENDITE A GONFIE VELE - “Ci avviamo ad archiviare un 2018 in forte crescita”. Jeff Hines, 47 anni (foto qui sopra), dallo scorso gennaio alla guida del marchio Jeep per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) dopo quattro anni a Detroit in veste di direttore FCA per la regione dei Grandi Laghi, non nasconde la soddisfazione mentre incontra la stampa a Champoluc, in occasione della Jeep Winter Experience. In novembre, il marchio americano ha messo a segno un formidabile +50% nelle vendite “anno su anno” nel Vecchio Continente, con risultati spettacolari in Spagna (+100%) e in Italia (da noi l’incremento è del 72%), confermandosi il brand automobilistico che cresce maggiormente dal momento che le vendite continuano ad aumentare ormai da 15 mesi.
PREOCCUPANO LE NUOVE TASSE - Hines può contare su una gamma di prodotti rinnovata di recente. A cominciare dalla Renegade “che sempre in novembre ha quasi raddoppiato gli ordini rispetto all’anno prima e si appresta a tagliare il traguardo delle 300.000 unità vendute dal lancio”. O la nuova Wrangler (foto qui sopra), reduce dal miglior mese dell’anno, con un aumento di oltre il 96% rispetto al 2017 e ordini in Italia triplicati. Ma anche dal pesante verdetto (una stella soltanto) dell’Euro NCAP. Che Hines imputa sostanzialmente alla carrozzeria che, proprio per le sue forme originali quanto… aggressive, in determinate circostanze non riesce a soddisfare del tutto i criteri di sicurezza richiesti per i pedoni. “La Wrangler”, precisa il capo del brand Jeep per la regione Emea, “ha comunque i contenuti tecnologici più evoluti, dagli airbag ai sistemi di controllo della corsia di marcia, che la rendono un’auto sicura. E, tra l’altro, risulta assai apprezzata anche dal pubblico femminile”. Maggiore preoccupazione sembra destare l’ipotesi d’inasprimento delle tasse per colpire le emissioni di CO2, misura approvata pochi giorni fa dalla commissione Bilancio della Camera (leggi qui) e che si rifletterà direttamente sui prezzi. “In presenza di un aumento di prezzo”, dice Hines, “solitamente si ha una riduzione delle vendite, e questo è particolarmente vero in un mercato come quello italiano, dove il consumatore è più sensibile al fattore prezzo. Noi faremo di tutto, comunque, per garantire l’accessibilità economica del maggior numero di clienti alle nostre auto, e nello stesso tempo studieremo tutte le soluzioni tecnologiche per fare fronte alle nuove richieste in tema di emissioni”. Vanno proprio in questa direzione, del resto, le nuove versioni ibride plug-in della Renegade, della Wrangler e della Compass.
LE IBRIDE? NEL 2020 - La Jeep Compass (foto qui sopra) è il besteller della casa americana in Europa, con oltre 72.000 unità da gennaio a novembre e vendite raddoppiate in Italia, Germania e Spagna. E, com’è stato annunciato alcuni giorni fa, sarà prodotta a Melfi, per servire meglio i mercati europei (oggi viene costruita a Tacuma, in Messico). “Metteremo in vendita le tre ibride nel 2020: la Renegade nel primo trimestre, la Compass in aprile e la Wrangler, che continuerà a essere importata dagli Usa, intorno alla fine dell’estate”. Con obiettivi di vendita importanti, visto che “le versioni ‘bimotore’ copriranno intorno al 20-30% delle vendite totali”. Come si “posizioneranno” le Jeep, in futuro? Jeff Hines conferma che i diversi modelli continueranno a presidiare la fascia medio superiore dei rispettivi segmenti di mercato, e che non verranno impoveriti, sviliti con politiche commerciali basate sul prezzo e mirate ad aumentare artificiosamente le vendite, a discapito dell’immagine del prodotto. “Tranquilli, non tradiremo la ‘Jeepness’, cioè l’essenza stessa delle nostre vetture. Che sono auto molto performanti non solo nel fuori strada, ma anche in tutte le altre situazioni. E che, oltre a uno stile unico e inconfondibile, offrono - e continueranno a farlo - grandi contenuti tecnologici e di sicurezza”.