TANTE PECULIARITÀ - Non sono tante le suv con una marcata caratterizzazione sportiva, ma fra queste la Jeep Grand Cherokee SRT (Street Racing Technology: la divisione del gruppo Chrysler che realizza i modelli più estremi) oltre che per l’inconfondibile personalità si distingue per una lunga lista di peculiarità e per il fatto di essere la Jeep più veloce e potente mai costruita. È versatile, ma pure esuberante e decisamente aggressiva. In una parola: incontenibile. E, per giunta, costa molto meno delle rivali più blasonate. Non teme né i guadi né gli sterrati, offre una discreta ospitalità, e sa affrontare con la stessa disinvoltura sia i lunghi trasferimenti autostradali, sia le galoppate in pista, dove non mostra certo il fiato corto…
INCONFONDIBILMENTE YANKEE - La taglia della Jeep Grand Cherokee SRT è XXL e si vede. Lunga 485 cm e alta ben 175, l’ammiraglia della casa americana è imponente, massiccia, squadrata, con una poderosa fiancata che contrasta piacevolmente con le superfici vetrate poco estese. Nel frontale spiccano la tipica calandra a sette asole verticali e i gruppi ottici ridotti ai minimi termini, con una doppia fila di luci diurne a led sottostanti. Ancor più massiccia la coda, ove occhieggiano fanali davvero piccoli e una coppia di terminali di scarico a megafono. Scenografici i lucidissimi cerchi di 20 pollici a cinque razze binate, attraverso i quali si intravvede il poderoso impianto frenante Brembo, corredato di pinze anteriori a sei pistoncini colorate in arancio.
AMBIENTE DAVVERO ACCOGLIENTE - L’interno è elegante ma sobrio, e le finiture di alto livello. La plancia della Jeep Grand Cherokee SRT è massiccia e ha un disegno lineare e riuscito, con la consolle (che ingloba il navigatore) bene integrata che confluisce nel massiccio tunnel sottostante, ove trovano posto i comandi del climatizzatore e la leva del cambio automatico sequenziale. Sagomate come si deve le poltrone, rivestite in pelle e Alcantara, che oltre a trattenere correttamente il corpo in curva, garantiscono una regolazione (elettrica) accurata e la possibilità di trovare facilmente l’impostazione di guida ideale. Da segnalare l’abitacolo rivestito in pelle e porzioni di fibra di carbonio e lo sportivo cruscotto a due elementi analogici con montatura a binocolo tagliata a “fetta di salame”, completato da un display centrale che visualizza le informazioni del computer di bordo. Peccato solo che la grafica degli strumenti risulti un po’ confusa. Soddisfacente la dotazione di serie, che comprende, fra l’altro, sedili in pelle regolabili elettricamente, “clima” automatico, cruise control con radar di distanza, antifurto, cerchi in lega di 20”, impianto Audio Harman Kardon da 825 watt, tetto apribile in cristallo, navigatore satellitare e sospensioni pneumatiche ad altezza programmabile.
UN MOTORE DA RECORD - Il 6.4 HEMI della Jeep Grand Cherokee SRT con 8 cilindri disposti a V di 90° è strapotente (eroga 468 CV a 6250 giri), e fornisce la notevole coppia di 624 Nm a 4100 giri. Permette di riprendere con forza già a partire da 2500 giri e sa allungare con disinvoltura fino a 6700 giri, dove interviene il limitatore (anche se spesso la logica di gestione del cambio ordina il passaggio di marcia a circa 6300 giri). In aggiunta, grazie alla tecnologia “Fuel Saver” si possono disattivare quattro degli otto cilindri quando non è richiesta piena potenza, per cercare di limitare un po’ consumi decisamente elevati. L’automatico sequenziale a cinque marce è godibile nell’suo turistico, ma – anche se dotato di pratiche “palette” al volante – non sempre a suo agio in pista, dove è lento, mal spaziato e non consente di selezionare la marcia giusta col dovuto tempismo.
CARATTERE ON DEMAND - La trazione integrale permanente a controllo elettronico della Jeep Grand Cherokee SRT è davvero efficiente: ha la ripartizione della coppia variabile fra i due assali (da 50/50 nella modalità Snow, al 35/65 in Sport e Track), ed è affiancata da un differenziale autobloccante ELSD di tipo elettronico a slittamento limitato. La personalità della vettura (e la risposta di motore, cambio, sterzo e sospensioni) si può modificare con la manopolona disposta nel tunnel, che permette di scegliere fra cinque modalità di funzionamento: Automatica, Snow (neve), Tow (carrello al traino), Sport e Track (quest’ultima per le puntate in pista).
MANEGGEVOLEZZA, QUESTA SCONOSCIUTA - Per la massa rilevante (quasi 2500 kg) le dimensioni abbondanti, soprattutto altezza e passo, e la notevole potenza da gestire, la Jeep Grand Cherokee SRT è impegnativa da guidare anche quando non si spinge a fondo. Figuriamoci quando si “tira”. Stabile e precisa sul veloce, sui percorsi misti risulta rigida, poco controllata di assetto e, con la complicità dello sterzo piuttosto pronto e della notevole inerzia, si scompone a ogni cambiamento di direzione. Per giunta non è priva di beccheggio e di una certa nervosità di avantreno sullo sconnesso, dove richiede frequenti correzioni col volante. In compenso l’impianto frenante è davvero poderoso e garantisce spazi di arresto da sportiva pura. Come tutte le Jeep nonostante l’assetto privilegi la guida su asfalto liscio, anche la SRT si adatta di buon grado al fuori strada, ma a causa dell’assetto ribassato è necessaria un po’ di attenzione nei passaggi più angusti e nell’affrontare guadi profondi. In compenso la straordinaria coppia del motore e lo sterzo pronto consento di divertirsi parecchio nei “traversi” sugli sterrati ampi e compatti.